Lo dice il sondaggio di Quorum/YouTrend per Sky TG24. E intanto la natalità continua a frenare
Più della metà degli italiani coinvolti da Quorum/You Trend in un sondaggio per Sky TG24, esattamente il 55%, ritiene che aver figli, per una donna, rappresenti ancor oggi un potenziale freno alla carriera.
Cosa che non accade, per la maggior parte delle 802 persone interpellate, per gli uomini.
Solo l’11%, infatti, ritiene che non ci sia discriminazione di genere da questo punto di vista, a differenza dell’84% che si è dichiarato “poco o per nulla d’accordo” con l’affermazione secondo la quale la carriera maschile, in presenza di figli, sia potenzialmente danneggiata.
Gli italiani e la denatalità
Secondo il sondaggio, a essere preoccupati dal tema della denatalità solo il 62% degli italiani, con una percentuale maggiore tra i residenti al nord e gli over 55 (71%). Eppure il problema è reale. Lo dicono gli ultimi dati Istat, relativi al 2022, quando per la prima volta i nuovi nati in Italia sono scesi sotto quota 400 mila (precisamente 393 mila): meno di 7 ogni 1.000 abitanti, a fronte di 12 decessi, con la popolazione scesa sotto i 59 milioni.
A confermare la tendenza, il 30% del campione ha risposto che, se avesse l’età e un partner, comunque con tutta probabilità non prenderebbe in considerazione l’idea di avere un figlio, nel 44% dei casi per l’insicurezza economica, per il 24% per la mancanza di prospettive per i giovani e solo per il 6% per il rischio di perdere il lavoro.
Un posto di lavoro stabile è la caratteristica principale tra il 42% di coloro che hanno invece risposto positivamente al quesito, con punte del 55% nella fascia 18-34 anni e 63% tra 35 e 54 anni.
Cause della denatalità e possibili soluzioni
La preoccupazione per la crisi economica, del resto, è ritenuta la principale causa della denatalità da un quarto degli intervistati, con un ulteriore 24% che punta il dito sulla mancanza di prospettive per i giovani. Vi è quindi un 15% che ritiene che la denatalità sia determinata dal poco sostegno alle famiglie: la stessa percentuale che vede alla base un intervenuto cambiamento culturale. Solo il 10% invece accusa gli ostacoli sul lavoro per le madri.
Per contrastare il fenomeno, infine, il 42% punta su interventi che facilitino l’autonomia delle nuove generazioni, considerando le attualmente basse possibilità di crearsi una vita stabile in giovane età. Il 24% auspica poi la realizzazione di nuove strutture a sostegno della genitorialità, come gli asili nido, mentre la strada dei bonus monetari a favore delle famiglie è scelta dal 15% del campione.
Alberto Minazzi