Si è concluso il secondo giorno di convocazioni per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Alle 10,30, ha ricevuto la delegazione dei gruppi parlamentari di maggioranza (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Noi Moderati) e nel pomeriggio indicherà a chi intende affidare l’incarico di formare il governo.
L’attesa è tutta per Giorgia Meloni, la candidata indicata in modo unanime dal centrodestra che, in una diretta social, appena terminate le convocazioni, durate appena mezz’ora, ha ribadito l’intenzione di voler procedere nel minor tempo possibile “per la necessità di dare a questa nazione al più presto un governo perché le urgenze che abbiamo di fronte – ha detto – sono moltissime, a livello nazionale e internazionale. Noi – ha concluso – siamo pronti”.
Secondo quanto trapelato nelle ultime ore, la Meloni sarebbe stata intenzionata a presentarsi già con una lista dei ministri, contenente tra l’altro anche qualche sorpresa rispetto alle indiscrezioni delle ultime settimane, e ad accettare dunque l’incarico senza riserva.
Ma solo nel pomeriggio si saprà ufficialmente se potrà muoversi in questo senso.
La convocazione al Colle, per lei, è stata fissata alle 16.30.
Se così facesse, sarebbe solo la quinta volta nella storia della nostra Repubblica che questo accade.
Sarebbe la prima donna premier e il suo sarebbe il secondo governo (a parità di tempi con il Governo Prodi, nel 2006) più veloce: appena 27 giorni dal 25 settembre, data delle elezioni.
Il primato, riguardo la rapidità di formazione dei vari governi italiani, resta a Berlusconi 2008: 24 giorni.
Ne avremo conferma se, dallo studio alla Vetrata uscirà il segretario generale del Quirinale annunciando il conferimento.
In questo caso, già nel tardo pomeriggio, Giorgia Meloni potrebbe presentarsi alla stampa nella Loggia alla Vetrata riferendo le sue intenzioni e leggendo la lista dei nuovi ministri.
Entro il fine settimana, dunque, potrebbe già esserci il giuramento e il passaggio della Campanella tra il presidente uscente Mario Draghi e la nuova premier.
L’iter, poi, è noto: il primo Consiglio dei ministri, l’ottenimento della fiducia dal Parlamento, dapprima alla Camera e poi al Senato e infine, in caso affermativo, la costituzione delle Commissioni permanenti.
Dal 1946, quando è nato il primo governo, a oggi, il tempo medio per la formazione di ogni nuovo esecutivo è stata di 67 giorni.
Già ieri, l’intendimento di Giorgia Meloni di avanzare nel modo più veloce possibile, è apparso chiaro nel tweet in cui annunciava le convocazioni.
“Domani, insieme a tutta la coalizione del centrodestra – scriveva – saliremo al Quirinale per le consultazioni conil Presidente della Repubblica Mattarella- Siamo pronti a dare all’Italia un Governo che affronti con consapevolezza e competenza le urgenze e le sfide del nostro tempo.”