La camera ottica Janus, strumento a bordo da oltre un anno della sonda Esa Juice, ha acquisito oltre 400 immagini
La Luna e la Terra come non le abbiamo mai viste.
Adesso le possiamo osservare nelle straordinarie foto realizzate durante il primo flyby (volo di un veicolo spaziale in prossimità di un pianeta o di un satellite ai fini di osservazione, ndr) del sistema Luna-Terra della storia.
In oltre 400 immagini, la camera ottica Janus ha immortalato crateri e paesaggi lunari, le isole degli arcipelaghi delle Hawaii e delle Filippine e immensi banchi di nuvole sull’Oceano Pacifico. Scatti che affascinano anche i non esperti del settore.
Oltre 400 immagini inedite della Luna e della Terra
Lo scopo primario dei dati raccolti da Janus è stato quello di valutare prestazioni e funzionalità dello strumento, non di eseguire misure scientifiche. Per questo le circa 200 foto della Luna e altrettante della Terra sono state acquisite a diversi intervalli temporali, con diversi filtri, numerosi fattori di compressione e altrettanti tempi di integrazione.
In alcuni casi, spiega Pasquale Palumbo ricercatore Inaf, è stato provocato volontariamente un peggioramento della qualità, utilizzando tempi di integrazione lunghi, ottenendo immagine per così dire “mosse”, per poter testare algoritmi di recupero della risoluzione.
In altri è stata parzialmente saturata l’immagine per studiare gli effetti indotti sulle zone non saturate. E’ stato anche misurato per la prima volta e meglio del millesimo di grado l’allineamento tra il laser altimetro e la camera, un dato essenziale per integrare le risposte dei due strumenti.
“L’osservazione della superficie dei satelliti ghiacciati di Giove, come per la Luna – spiega Pasquale Palumbo – non è disturbata dall’atmosfera. Giove al contrario è una gigantesca, dinamica e turbolenta atmosfera. Le immagini di Janus della Terra, con diversi filtri, possono simulare quello che si potrà fare a Giove: osservare diversi strati e componenti dell’atmosfera semplicemente cambiando filtro.
Gli altri flyby sono previsti a settembre 2026 e a gennaio 2029, l’arrivo su Giove è in programma per luglio 2031.
Il sofisticato strumento italiano
La camera Janus è stata progettata per studiare la morfologia e i processi globali regionali e locali delle lune ghiacciate di Giove e per eseguire la mappatura delle nubi del gigante gassoso. Uno strumento realizzato da un consorzio di industrie a guida Leonardo, sotto la responsabilità dell’Agenzia Spaziale Italiana Asi e con la collaborazione dell’agenzia tedesca DLR, il CSIC-IAA di Granada e il CEI-Open University di Milton Keynes. La responsabilità scientifica è dell’Istituto Nazionale di Astrofisica Inaf.
Lo strumento italiano è equipaggiato con un sistema di 13 filtri, 5 a banda larga e 8 a banda stretta, distribuiti nell’intervallo spettrale dal visibile al vicino infrarosso. Avere immagini della stessa zona in diversi filtri permette ai ricercatori di poter ottenere molto di più di semplici immagini a colori: le fotocamere che conosciamo acquisiscono le immagini con 3 diversi filtri (rosso, verde e blu o RGB) depositati a scacchiera sullo stesso sensore; Janus ne posiziona ben 13 davanti al rivelatore, coprendo un intervallo più ampio di quello percepibile dall’occhio umano.
Come sottolinea Barbara Negri, responsabile dell’ufficio Volo umano e sperimentazione scientifica dell’Asi, l’insieme degli strumenti a bordo della sonda Esa della missione Juice è quanto di più tecnologicamente avanzato sia stato mai realizzato e consentirà di ottenere anche in futuro dei risultati scientifici di assoluta rilevanza, consolidando la posizione di leadership raggiunta dall’Italia nell’ambito dell’esplorazione del sistema solare.