Ambiente +

La Luna e la Terra come non le abbiamo mai viste

La Luna e la Terra come non le abbiamo mai viste
Visione d’insieme delle immagini di JANUS programmate durante il flyby con la Terra. Crediti: team JANUS (INAF, ASI, DLR, CSIC-IAA, OpenUniversity, CISAS-Università di Padova e altri partner internazionali)

La camera ottica Janus, strumento a bordo da oltre un anno della sonda Esa Juice, ha acquisito oltre 400 immagini

La Luna e la Terra come non le abbiamo mai viste.

Adesso le possiamo osservare nelle straordinarie foto realizzate durante il primo flyby (volo di un veicolo spaziale in prossimità di un pianeta o di un satellite ai fini di osservazione, ndr) del sistema Luna-Terra della storia.

In oltre 400 immagini, la camera ottica Janus ha immortalato  crateri e paesaggi lunari, le isole degli arcipelaghi delle Hawaii e delle Filippine e immensi banchi di nuvole sull’Oceano Pacifico. Scatti che affascinano anche i non esperti del settore.

La Terra ripresa all’alba del 20 agosto 2024 dalla camera ottica JANUS a bordo di JUICE. . Crediti: team JANUS (INAF, ASI, DLR, CSIC-IAA, OpenUniversity, CISAS-Università di Padova e altri partner internazionali)

Oltre 400 immagini inedite della Luna e della Terra

Lo scopo primario dei dati raccolti da Janus è stato quello di valutare prestazioni e funzionalità dello strumento, non di eseguire misure scientifiche. Per questo le circa 200 foto della Luna e altrettante della Terra sono state acquisite a diversi intervalli temporali, con diversi filtri, numerosi fattori di compressione e altrettanti tempi di integrazione.

La Luna ripresa dalla camera JANUS. Crediti: team JANUS (INAF, ASI, DLR, CSIC-IAA, OpenUniversity, CISAS-Università di Padova e altri partner internazionali)

In alcuni casi, spiega Pasquale Palumbo ricercatore Inaf, è stato provocato volontariamente un peggioramento della qualità, utilizzando tempi di integrazione lunghi, ottenendo immagine per così dire “mosse”, per poter testare algoritmi di recupero della risoluzione.

In altri è stata parzialmente saturata l’immagine per studiare gli effetti indotti sulle zone non saturate. E’ stato anche misurato per la prima volta e meglio del millesimo di grado l’allineamento tra il laser altimetro e la camera, un dato essenziale per integrare le risposte dei due strumenti.

“L’osservazione della superficie dei satelliti ghiacciati di Giove, come per la Luna – spiega Pasquale Palumbo – non è disturbata dall’atmosfera. Giove al contrario è una gigantesca, dinamica e turbolenta atmosfera. Le immagini di Janus della Terra, con diversi filtri, possono simulare quello che si potrà fare a Giove: osservare diversi strati e componenti dell’atmosfera semplicemente cambiando filtro.

Gli altri flyby sono previsti a settembre 2026 e a gennaio 2029, l’arrivo su Giove è in programma per luglio 2031.

La Terra ripresa all’alba del 20 agosto 2024 dalla camera ottica JANUS a bordo di JUICE. Nella foto viene ripresa l’isola di Hawai’i (la macchia scura sulla sinistra), la più grande isola dell’arcipelago delle Hawai’i. Crediti: team JANUS (INAF, ASI, DLR, CSIC-IAA, OpenUniversity, CISAS-Università di Padova e altri partner internazionali)

Il sofisticato strumento italiano

La camera Janus è stata progettata per studiare la morfologia e i processi globali regionali e locali delle lune ghiacciate di Giove e per eseguire la mappatura delle nubi del gigante gassoso. Uno strumento realizzato da un consorzio di industrie a guida Leonardo, sotto la responsabilità dell’Agenzia Spaziale Italiana Asi e con la collaborazione dell’agenzia tedesca DLR, il CSIC-IAA di Granada e il CEI-Open University di Milton Keynes. La responsabilità scientifica è dell’Istituto Nazionale di Astrofisica Inaf.

Lo strumento italiano è equipaggiato con un sistema di 13 filtri, 5 a banda larga e 8 a banda stretta, distribuiti nell’intervallo spettrale dal visibile al vicino infrarosso. Avere immagini della stessa zona in diversi filtri permette ai ricercatori di poter ottenere molto di più di semplici immagini a colori: le fotocamere che conosciamo acquisiscono le immagini con 3 diversi filtri (rosso, verde e blu o RGB) depositati a scacchiera sullo stesso sensore; Janus ne posiziona ben 13 davanti al rivelatore, coprendo un intervallo più ampio di quello percepibile dall’occhio umano.

Immagine della Luna (da Google Earth) con la traccia delle immagini pianificate in diverse modalità di acquisizione di JANUS, che inizia a osservare poco prima dell’attraversamento del terminatore. Crediti: team JANUS (INAF, ASI, DLR, CSIC-IAA, OpenUniversity, CISAS-Università di Padova e altri partner internazionali)

Come sottolinea Barbara Negri, responsabile dell’ufficio Volo umano e sperimentazione scientifica dell’Asi, l’insieme degli strumenti a bordo della sonda Esa della missione Juice è quanto di più tecnologicamente avanzato sia stato mai realizzato e consentirà di ottenere anche in futuro dei risultati scientifici di assoluta rilevanza, consolidando la posizione di leadership raggiunta dall’Italia nell’ambito dell’esplorazione del sistema solare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.

Tag:  luna, spazio, terra