Ci sono video in cui giovani ragazze mostrano quali oggetti siano indispensabili nei bunker, sotto ai bombardamenti, immagini di vita condivisa nei rifugi, di preparazione al combattimento sul campo, di come si viene accolti da profughi nei vari Paesi.
Ci sono tanti modi di raccontare la guerra.
In questo 2022, tra le notizie di stampa e di agenzia, le corrispondenze degli inviati dalle città sotto attacco, i servizi televisivi e i talk, c’è un social che, tra i giovani, fa spopolare la guerra: Tik Tok.
Con il suo oltre un miliardo di utenti mensili di età compresa tra i 13 (in realtà in molti casi anche meno) e i 20 anni, il social è diventato il megafono di soldati e civili che raccontano la guerra in tempo reale.
Celebrano ex influencer diventati eroi della resistenza, così come l’oramai famoso “Ghost of kiev” che abbatte sei jet russi, Zelensky che combatte tra i suoi cittadini o dichiarazioni di Putin sul fatto che “le forze statunitensi sono in arrivo in Ucraina”, che “l’Ucraina è governata da una giunta neonazista”, che “gli Stati Uniti possiedono una rete di laboratori di armi biologiche in Ucraina” e che “Vladimir Putin e la Russia non sono gli aggressori in questo conflitto e gli Stati Uniti hanno orchestrato la rivoluzione del 2014 in Ucraina”.
La Babele delle informazioni
Una babele indistinta di informazioni e di fake news sulla quale hanno concentrato l’attenzione alcuni analisti di NewsGuard che, in 5 diversi Paesi, hanno monitorato i contenuti proposti da Tik Tok concludendo che la piattaforma “diffonde contenuti falsi e fuovianti sulla guerra in Ucraina entro 40 minuti dalla registrazione di un utente sull’app”. Automaticamente, senza che si faccia alcuna ricerca specifica sulla guerra in corso.
Riguardo a un video di Putin hanno così dimostrato che la sua immagine è stata “aggiunta digitalmente nel filmato della conferenza stampa del 5 marzo 2022 per nascondere il fatto che il presidente non fosse a Mosca. O che il video in cui il presidente ucraino Zelensky si trova a combattere “là fuori per il suo Paese” è in realtà stato girato nel 2021.
Quanto al “Ghost of Kiev”, le immagini sono risultate provenire dal videogioco Digital Combat Simulator.
Mancano le spunte blu: nessuna informazione sulle fonti affidabili
Nel loro studio, gli analisti di NewsGuard hanno rilevato che “a 29 minuti dalla registrazione su TikTok, a un analista di lingua francese è stato mostrato il video di un discorso in cui Vladimir Putin affermava che “i neonazisti di oggi hanno preso il potere in Ucraina e che la responsabilità di qualsiasi spargimento di sangue nel paese ricade su coloro che detengono il potere in Ucraina”. Ad altri, invece, è stato proposto di scorrere il feed personalizzato “Per te”: 45 minuti di video di guerra visibili senza aver nemmeno aperto un account.
Che siano a favore dell’una o dell’altra parte, molti contenuti, secondo lo studio, sono autentiche fake news date in pasto a milioni di giovani di tutto il mondo.
“Su Tik Tok – hanno rilevato sempre gli analisti – le fonti affidabili vengono solitamente identificate da un segno di spunta blu. Eppure, nei risultati di ricerca sulla piattaforma, i contenuti che pubblicano queste fonti sono accostati ad altri video che diffondono la propaganda del Cremlino, senza alcuna ulteriore distinzione tra i due tipi di contenuto. In particolare, TikTok – hanno concluso- non fornisce alcuna informazione sull’affidabilità delle fonti di notizie sulla sua piattaforma”.
La replica di Tik Tok
La risposta del social non si è fatta attendere.
“Malgrado l’esperimento non riproduca un comportamento di visualizzazione standard dei contenuti – ha comunicato la piattaforma – prosegue il nostro impegno volto a incrementare le misure di protezione e sicurezza per individuare le minacce emergenti e rimuovere la disinformazione dannosa in merito alla guerra in corso in Ucraina, così da continuare a promuovere un’esperienza sicura in-app. Collaboriamo anche con organizzazioni indipendenti di fact-checking per far sì che TikTok rimanga un luogo sicuro e autentico”.
Consuelo Terrin