Oltre 200 opere nella mostra “L’Italia e l’Alliance Graphique Internationale. 25 grafici del ‘900”
Un cucchiaio e una forchetta su fondo azzurro assieme ad alcuni tipi di pasta.
E uno slogan incisivo: “la pasta del buon appetito”. Molti sicuramente se lo ricorderanno.
E’ il manifesto del 1952 di Erberto Carboni, architetto, designer e pubblicitario italiano (Parma, 22 novembre 1899 – Milano, 5 novembre 1984) e uno dei primi maestri per la comunicazione nel nostro Paese, per una storica e famosissima azienda.
Un’altra iconica immagine è quella di Pino Tovaglia (Milano, 3 dicembre 1923 – Milano, 30 novembre 1977) grafico e accademico, uno dei principali esponenti della Scuola svizzera in Italia del 1970: un calice su fondo nero dal quale esce il nome dell’azienda produttrice di un famosissimo brandy.
O ancora il cane a sei zampe – chi non l’ha presente? -, marchio inconfondibile di distributori ideato da Bob Noorda, grafico olandese ma attivo a Milano (Amsterdam Paesi Bassi, 15 luglio 1927 – Milano 11 gennaio 2010) considerato tra i principali artefici del rinnovamento della grafica italiana.
Sono solo alcuni tra i significativi esempi che raccontano la storia della grafica italiana nel 900 e che si possono ammirare in mostra a Trieste, nel Magazzino delle Idee, fino al 6 gennaio 2023.
Un omaggio a 25 membri italiani dell’Alliance Graphique Internationale
L’esposizione triestina è dedicata ad alcuni dei principali esponenti della grafica italiana che fanno parte dell’Alliance Graphique Internationale, l’Associazione che dal 1951 riunisce i professionisti più importanti del mondo. Attraverso le oltre 200 opere esposte tra manifesti, annunci pubblicitari, prodotti editoriali e altri stampati insieme ad alcuni bozzetti e schizzi progettuali, carteggi tra i membri AGI e documenti relativi alla vita dell’associazione, si ricostruisce uno spaccato di storia, un patrimonio visivo e estetico entrato nella quotidianità degli italiani.
Oltre a Erberto Carboni, Pino Tovaglia e Bob Noorda espongono Franco Balan, Walter Ballmer, Franco Bassi, Egidio Bonfante, Eugenio Carmi, Mimmo Castellano, Pierluigi Cerri, Giulio Cittato, Giulio Confalonieri, Silvio Coppola, Germano Facetti, Franco Grignani, Italo Lupi, Emanuele Luzzati, Riccardo Manzi, Armando Milani, Bruno Munari, Giovanni Pintori, Roberto Sambonet, Albe Steiner, Pierpaolo Vetta, Heinz Waibi.
Fin dagli anni ’50 la scuola italiana si è misurata sulla stretta vicinanza tra grafica e pratica artistica sia per eredità dello sperimentalismo futurista, sia per la militanza degli stessi protagonisti nelle avanguardie dell’astratto.
Il percorso espositivo che racconta la grafica
Ogni autore è presentato in una sezione dedicata con alcune tra le più significative opere realizzate tra l’inizio degli anni ’50 e la fine del secolo per musei, teatri, per l’editoria e per note aziende italiane.
Il lavoro dei 25 protagonisti della mostra è inquadrato in tre isole tematiche con fotografie e documenti che ne illustrano la storia.
L’esposizione ospita anche i lavori di Lora Lamm, illustratrice e grafica svizzera ancora in vita e di Anita Klinz.
Sono due tra le pochissime designer grafiche affermate in Italia e che hanno svolto un ruolo importante nel settore.
Le opere che compongono la mostra arrivano da archivi diversi: tra gli altri dalla Fondazione Pirelli all’Archivio storico Barilla, dagli archivi della Triennale Milano all’Atelier Balan, dalla Fondazione Fiera Milano alla Fondazione Casa Luzzatti.
L’Alliance Graphique Internationale
L’Alliance Graphique Internationale è nata in Svizzera nel 1951.
Il primo anno contava solo tre graphic designer francesi e due svizzeri, ma l’anno seguente aveva già 65 membri europei, tra i quali tre italiani. Attualmente riunisce 507 soci appartenenti a 46 Paesi diversi.
Obiettivo principale di AGI (Alliance Graphique Internationale) è promuovere il graphic design.
Per questo organizza conferenze e attività educative oltre a proporre pubblicazioni sugli sviluppi della grafica negli anni. E se inizialmente era una sorta di “alleanza amichevole”, basata su valori comuni per creare una rete riconosciuta di relazioni internazionali, oggi è diventata un uno straordinario club di designer altamente qualificati.
Silvia Bolognini