MUVE YACHT PROJECTS e ARENA TECH LAB :Un concorso di idee, uno spazio per il confronto pubblico
«Il 99% dei saloni nautici del mondo è commerciale. A Venezia è anche cultura. Perché Venezia si merita di più, deve fare di più. Perché è un luogo di bellezza, un luogo di studio, un luogo di storia». E’ chiaro l’obiettivo di Carlo Nuvolari-Duodo, imprenditore e designer di grandi yachts incaricato di occuparsi dell’organizzazione degli eventi culturali all’interno della manifestazione. Il Salone Nautico di Venezia si vuole “smarcare” dai concorrenti con una proposta innovativa e culturalmente più ampia. «Il sindaco Brugnaro mi ha coinvolto chiedendomi di dare un taglio leggermente diverso al Salone, un taglio più scientifico a una parte di questo evento».
La cultura nella Tesa 113
Il fulcro dell’attività culturale del Salone Nautico di Venezia, all’interno dell’Arsenale, è la tesa 113. Con il termine “tese” si intendono i “capannoni industriali” della Serenissima. Testimoniano ancor oggi che l’Arsenale è stato luogo di scienza e produzione. Oggi lo è anche della cultura. La 113, sottoposta ad un profondo restauro, è infatti stata scelta per ospitare il cuore delle attività culturali del Salone.
La mostra MUVE YACHT PROJECTS
La tesa ospita innanzitutto una mostra incentrata sul design dello yachting promossa da Gabriella Belli, direttrice della Fondazione Musei Civici. «E’ stata lanciata una call – ricorda Nuvolari – a cui hanno risposto in più di settanta tra designer e studenti per esporre i loro elaborati. Non essendoci spazio materiale per esporli tutti, li abbiamo valutati. Quelli che abbiamo ritenuto migliori, oltre ad ad essere esposti saranno presentati direttamente al pubblico, dai rispettivi autori, il giorno dell’apertura della mostra».
L’arena TECH LAB
L’idea espositivo-culturale della tesa 113 è stata concepita per coinvolgere la maggior parte delle persone che frequenteranno il Salone Nautico. Attraversando la tesa, non ci sarà infatti solo l’opportunità di visitare l’esposizione dei progetti selezionati. «I Musei civici – riprende Carlo Nuvolari – hanno realizzato nel migliore dei modi la mia idea: realizzare una vera e propria arena. Si tratta di uno spazio in cui, al centro, c’è un tavolo di lavoro: il pubblico potrà sedere sulle gradinate, ascoltare delle discussioni su temi reali e progetti specifici, ma anche intervenire e dire la propria».
Il racconto di un progetto
Sono stati così coinvolti progettisti, aziende e università, ma anche clienti o loro rappresentanti. «Vogliamo raccontare la genesi di un progetto, cioè far capire, ripercorrendole, tutte le tappe che portano alla realizzazione, alla finalizzazione di un’idea. Un percorso che coinvolge diversi attori, partendo dall’input dei clienti e procedendo attraverso le proposte dei progettisti, le risposte dei tecnici che devono realizzare quanto proposto, fino alle aziende a cui, alla fine, è affidata la costruzione materiale del risultato».
Rivolgersi non solo a una platea di invitati, ma a tutti coloro che, attraversando la tesa, proveranno interesse è insomma un modo per far aprire e conoscere al grande pubblico un mondo ancora poco conosciuto ai più come quello della nautica. Tant’è che, attraverso videoriprese e streaming, c’è l’obiettivo di utilizzare il materiale prodotto facendone una rassegna fruibile anche in futuro.
I convegni
Tra i principali temi di discussione, le propulsioni alternative e i motori ibridi si presentano come uno dei più attuali, con applicazioni che svariano dai mezzi destinati alla Laguna di Venezia, allo yachting e anche alle barche a vela, che necessitano comunque di essere equipaggiate con una propulsione meccanica. Ma, relativamente alla parte culturale e scientifica, i convegni saranno numerosi e variegati.
«Il convegno di apertura del Salone – ricorda Nuvolari – è stato dedicato al lusso, inteso non nell’accezione più tradizionale, ma nel senso di lusso di utilizzare la nautica a Venezia. È questo il messaggio da dare al grande bacino di utenti internazionali, oltre che ai cittadini: va fatto capire loro che Venezia ha già delle possibilità, non solo delle potenzialità. Si può cioè già fare grande nautica, in questa città. E il Salone, con questo tipo di attività, è un momento per divulgare tutto ciò».
Un Salone oltre Venezia
Anche perché, come tiene a concludere Carlo Nuvolari, «è riduttivo chiamarlo “Salone di Venezia”, perché Venezia è il centro di un’attività molto più vasta, di un territorio da intendere in senso molto più ampio, in cui sono presenti moltissime aziende del settore nautico. Il Salone è “di Venezia” perché è localizzato qui; ma parliamo di un bacino d’utenza molto più ampio. E penso che riusciremo a dare al Salone quel taglio diverso per renderlo ancora più unico».