È nato nel nostro territorio il primo progetto per la certificazione etica dello sport. Tutte venete le prime società che possono fregiarsi di tale primato
E’ l’etica il vero “tesoro nascosto” nello sport. L’etica non è una teoria, ma una pratica di vita, una comunità di persone capaci di generare “bene comune”. La certificazione etica, mutuata dalla cultura d’impresa, è strumento e percorso che può cambiare lo Sport.
Chi pratica lo sport ritiene, in genere, di fare sempre il massimo per vivere in pienezza, con coerenza, con adeguata trasparenza e credibilità i valori propri dello sport. Ma si sa, non basta dichiarare di credere in qualcosa per essere credibili: la partita va giocata in campo. L’autoreferenzialità non basta, né nello sport né nella vita. Lo “Standard di Etica nello Sport” (ovvero, la norma ESI101: 2010) predisposto dall’”Istituto di Certificazione Etica nello Sport – ESICERT S.p.A Impresa Sociale” (il primo Istituto con tali finalità e identità a livello mondiale) è in grado di valutare e attestare l’impegno etico delle società sportive nella gestione della pratica sportiva.
Quattro le organizzazioni sportive, le prime al mondo, che hanno ottenuto la “Certificazione etica nello sport – ESICERT”, verificate direttamente dall’Istituto Internazionale di Certificazione “Bureau Veritas”: la SSP e SSD Reyer Venezia Mestre, in provincia di Venezia, con il basket, la Fondazione M. Bentegodi, di Verona, con le discipline pesistica e ginnastica ritmica, l’Asd Hockey di Thiene, in provincia di Vicenza, con la disciplina hockey su pista, l’Asd Petrarca Scherma di Padova con le discipline di fioretto, sciabola, spada.
La certificazione etica, concepita e impostata secondo la logica del “rating”, si propone come “un percorso” graduale e continuo di miglioramento che coinvolge tutti (atleti, famiglia, dirigenti sportivi, allenatori e preparatori atletici, medici sportivi, mondo della scuola, sponsor, assicurazioni, tifoserie, mondo economico e finanziario), fino a renderli consapevoli di essere “comunità educante”.
La certificazione etica nello sport – almeno così come è stata pensata, voluta e promossa dai soci fondatori di Esicert, tra i quali si distinguono in particolare la Fondazione “Unione
Sportiva Petrarca”, che ha lavorato al Progetto sin dal 2005, e l’UCID (Unione Cristiani Imprenditori Dirigenti) – può davvero far maturare un ambiente sportivo eticamente esemplare e promuovere la diffusione di un modello virtuoso di gestione dello Sport, che renderà certamente migliore l’intera collettività sociale.
«Praticare e diffondere i valori dello sport con metodologie proprie della cultura d’impresa, quale sono appunto i processi di certificazione, – sottolinea Angelo Ferro, presidente dell’Ucid, e ispiratore primo di Esicert – diventa un percorso importante che ottiene al territorio delle comunità locali punti di riferimento positivi capaci di trasformare le relazioni interpersonali, ma anche quelle professionali e quelle sociali».
Esicert, dunque, andrà a misurare l’orientamento etico di una organizzazione sportiva, andando a verificare quanto i principi e i valori etici siano effettivamente dei “comportamenti esemplari” e dei “processi virtuosi” di gestione della pratica sportiva.
L’etica – il vero “tesoro nascosto” nello sport – non è una teoria, ma una pratica di vita, un ambiente, una comunità di persone che vive e si misura su valori capaci di generare “bene comune”. Se si è “leali nello sport”, si è “leali nella vita”, a livello personale, nelle relazioni interpersonali, nella vita pubblica, nella politica e nella professione.
DI GERMANO BERTIN
CdA Esicert
Società +
LA CERTIFICAZIONE ETICA NELLO SPORT: DALLE PAROLE AI FATTI
27 Aprile 2011
Tag: certificazione, educazione