Entro giugno, il testo alla Camera. 23 materie potrebbero essere affidate alla gestione diretta delle regioni che lo richiederanno
Il primo passo verso l’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario è compiuto.
Il Senato ha approvato il disegno di legge, che ora dovrà passare al vaglio della Camera.
Il testo prevede che, alle regioni che lo richiedano, il governo possa, come previsto dall’art 116 della Costituzione, affidare la gestione in 23 materie, tra le quali l’Istruzione e la Salute, lo Sport, l’Ambiente e i Trasporti, la Cultura, il Commercio Estero e l’Energia.
I tempi
Se il ddl passerà anche alla Camera, dove secondo le intenzioni del Governo dovrebbe arrivare entro giugno, il passaggio non sarà comunque immediato.
Le procedure indicate prevedono infatti non solo almeno 5 mesi per definire l’intesa tra Stato e regione ma anche la preliminare definizione dei cosiddetti Lep, ossia i Livelli Essenziali delle Prestazioni, che dovranno essere garantiti in maniera equa su tutto il territorio nazionale e misure perequative affinché non si verifichino squilibri economici tra le regioni che chiederanno l’autonomia e le altre.
L’intesa tra lo Stato e la regione che richiede l’autonomia durerà 10 anni. Potrà poi essere rinnovata, così come potrà però essere revocata prima della scadenza, con preavviso di 12 mesi, se ritenuto opportuno.
Zaia: “l’autonomia sarà occasione di progresso e giovamento per tutte le realtà territoriali”
La seduta è stata molto combattuta, tra le opposizioni che hanno accusato il governo di voler “spaccare l’Italia” e di destinare le regioni a una disuguaglianza tra ricche e povere e la maggioranza, che vede invece nella riforma, come ha detto il ministro per gli Affari Regionali Roberto Calderoli, “un risultato storico”.
Ha commentato subito con grande soddisfazione l’esito della seduta il presidente della regione Veneto Luca Zaia. “Il Veneto – ha sottolineato – è stato l’apripista di un percorso che, una volta portato a termine, sarà occasione di progresso e giovamento per tutte le realtà territoriali, anche quelle verso le quali rimane indispensabile un’attenzione solidale. Anche a fronte di tante affermazioni udite in questi giorni – ha continuato – sento di dover ripetere e confermare che l’autonomia non vuole lasciare indietro nessuno, non è la fuga dei ricchi dalla nave in difficoltà. E’ un nuovo modo di unire e progredire insieme, superando con un moderno regionalismo le rovine di uno statalismo che, questo sì, nei decenni passati ha prodotto territori a differenti velocità”.