Dopo la fase eruttiva iniziata lo scorso 14 giugno, il vulcano è cresciuto di 107 metri
Per l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia INGV è la più grande altezza mai misurata sul vulcano.
Il materiale lavico accumulato con le ultime eruzioni ha fatto crescere l’Etna.
Che oggi ha una nuova cima record, il cratere Voragine: risvegliatosi dopo anni di inattività, ha superato il cratere di Sud-Est, arrivando a 3369 metri.
Ben 107 in più rispetto a un mese fa.
Il risveglio del Cratere Voragine
Come spiega INGV, il Cratere Voragine, silente da tre anni, dallo scorso 14 giugno ha iniziato a crescere con una progressiva intensificazione del fenomeno nelle successive tre settimane.
A partire dal 28 giugno si è anche aggiunta l’emissione di piccole colate di lava che si sono riversate nell’adiacente cratere Bocca Nuova.
Un nuovo cono è cresciuto intorno alle bocche in attività esplosiva e, in pochi giorni, ha raggiunto un’altezza di diverse decine di metri. Lo slancio più significativo verso l’alto si deve soprattutto al parossismo dello scorso 4 luglio che è durato oltre sette ore.
Una crescita repentina che ha mutato la morfologia della vetta
L’attività si è intensificata rapidamente fino a produrre fontane di lava con formazione di una colonna eruttiva di alcuni chilometri. Un fenomeno che ha mutato profondamente la morfologia della vetta. Il conetto piroclastico cresciuto prima del parossismo è stato distrutto, mentre sugli orli della Voragine si è verificato un notevole accumulo di materiali piroclastico. Dai rilievi di INGV Osservatorio etneo è risultato che il cratere Voragine si è innalzato di 107 metri rispetto al mese precedente, prima che iniziasse la nuova fase eruttiva. Il risveglio dell’Etna dunque non solo ha prodotto nubi di fumo estese per parecchi chilometri, ma lo ha anche fatto crescere.
L’Etna, sempre più alto e in trasformazione
Se già l’Etna deteneva il primato come il più grande vulcano attivo d’Europa, ora sta diventando sempre più alto. Ed è anche un organismo in continua trasformazione con le sue eruzioni, i suoi parossismi le fontane di lava che di fatto cambiano la morfologia dell’ambiente.
L’attività stromboliana, che consiste nell’espulsione con cadenza spesso ritmica di brandelli di magma incandescente quali bombe, lapilli e ceneri che vanno da pochi a centinaia di metri, prende il nome dal vulcano Stromboli, dove si verifica quasi ininterrottamente dall’epoca romana. E’ la più comune attività esplosiva sia dell’Etna che degli altri vulcani basaltici del mondo, per esempio Hawaii. Quando l’attività stromboliana aumenta possono formarsi fontane di lava durante le quali copiosi getti di materiale incandescente raggiungono altezze di centinaia di metri.
Durante gli episodi di fontane di lava più violenti, una colonna eruttiva formata da gas e piroclastiti può arrivare ad alcuni chilometri di altezza. Lo stesso fenomeno si può verificare anche in occasione di attività esplosiva prolungata per giorni o settimane come è avvenuto durante le eruzione del 2001, 2002-03.