Noi italiani siamo pieni di sorprese. Viviamo con appiccicati addosso fior fior di stereotipi e riusciamo alla fine quasi sempre a smentirli. Almeno in parte.
Uno fra tutti: siamo amanti della bella vita (e sì, è vero) e del buon cibo (anche su questo possiamo sottoscrivere), ci piace quindi mangiar bene (assolutamente) e godercela.
Ma su una cosa non si può concordare: non siamo per natura spreconi.
A dirlo, non è l’italiano medio ma il primo Rapporto G8 dello spreco alimentare promosso dall’Università di Bologna e dall’istituto Ipsos e realizzato dall’Osservatorio Waste International.
E’ così che scopriamo che, tra Stati Uniti, Cina, Canada, UK, Russia, Germania e Spagna, l’Italia è il Paese più virtuoso.
Gli sprechi alimentari: la classifica
Ognuno di noi, ogni settimana, spreca infatti circa mezzo Kg di cibo: 529 grammi per l’esattezza.
Molto meno di quanto, settimanalmente, ne sprechino tutti gli altri: un chilo e mezzo gli americani, poco più di un Kg i tedeschi (1081) e i cinesi (1153).
Dopo gli italiani, tra i meno spreconi ci sono i russi (672 grammi), gli spagnoli (836 grammi) e gli inglesi (949 grammi).
Sarà la cucina mediterranea che aiuta a non buttare più del necessario o, come ha spiegato Andrea Segrè, direttore scientifico dell’Osservatorio Waste, la cucina domestica.
“Lo dimostra il caso Italia – ha detto- Chi è abituato a mangiare fuori, spreca di più in casa. Sono questioni che le governance del pianeta devono affrontare subito e in modo strutturale”.
La Giornata mondiale di consalpevolezza degli sprechi alimentari
Il rapporto, infatti, è stato voluto per sensibilizzare i cittadini sui temi dello spreco alimentare in occasione della Giornata mondiale di consapevolezza delle perdite e degli sprechi alimentari, istituita e celebrata ogni 29 settembre.
Nonostante ci siano differenze sugli sprechi, soprattutto tra i Paesi nordamericani e la Cina da una parte e i Paesi europei dall’altra, nessuno spreca il cibo volutamente.
Spesso, a determinare lo spreco, sono la scarsa attenzione alle date di scadenza degli alimenti (44%) la tendenza a comprare troppo (40%) o a cucinare troppo cibo (33%).
Paese che vai, usanze che trovi
Tra gli italiani, a dimenticare le date di scadenza sono mediamente 1 su 2.
Sono quindi soprattutto prodotti freschi e deperibili quelli che andiamo a sprecare: frutta e verdura, ma anche molto pane.
Anche in questo caso, le differenze spesso le fanno le abitudini.
E in questo, il primo Rapporto G8 dello spreco alimentare indica nelle consuetudini cinesi le più sprecone.
Il 72 % dei cinesi, infatti, non ricicla gli avanzi del giorno prima creando magari piatti diversi, il 61% acquista troppo e il 64% riconosce di acquistare inutilmente generi alimentari.
Obiettivo “Fame Zero”
La strada per raggiungere l’obiettivo “Fame zero”, conclude il rapporto, è un percorso ancora un po’ da costruire per tutti.
“La sostenibilità delle produzioni alimentari va implementata non solo dal punto di vista ambientale, ma anche da quello economico e sociale – ha commentato il ministro alle Politiche agricole, alimentari e forestali Stefano Patuanelli -. Accanto alle attività di riuso, riciclo, economia circolare e donazione agli indigenti delle derrate agroalimentari, le ricerche sono fondamentali per verificare se le politiche attuate funzionano, specie nell’ottica di raggiungere l’obiettivo Fame Zero”, il primo obiettivo di sviluppo sostenibile dell’agenda Onu per il 2030.