È Collodi, creatore letterario del burattino di legno, l’autore italiano più tradotto al mondo
Pinocchio batte Dante 59-42.
Così come le favole di Gianni Rodari e il “Principe” di Niccolò Machiavelli superano di misura il “Decameron” di Boccaccio 46-43.
Non è un insolito “campionato della letteratura”, ma la classifica degli autori italiani tradotti in più lingue stilata da Preply, piattaforma online per l’apprendimento delle lingue.
Un’analisi che muove da un solido fondamento: i dati raccolti dall’Unesco nella piattaforma “Index Translationum”, che raccoglie le traduzioni ufficiali di libri in tutto il mondo.
L’exploit della letteratura per ragazzi
Le storie del burattino di legno uscito dalla fantasia di Carlo Collodi, dunque, si possono trovare stampate in ben 59 idiomi.
Tra le lingue più curiose in cui sono disponibili le avventure di Pinocchio, anche l’esperanto, la lingua mongola meridionale e il persiano.
Insieme allo storico e filosofo fiorentino Niccolò Macchiavelli (il cui “Principe” è stato tradotto anche in francese antico), sul secondo gradino del podio, con 46 lingue, c’è un altro autore di letteratura per ragazzi: Gianni Rodari.
Le sue “Favole al telefono” riscuotono grande successo ad esempio tra chi legge in russo, ucraino e moldavo.
Nella top 20, in ogni caso, si possono riscontrare altri autori resi famosi da opere dedicate ai più giovani.
Nel periodo “fantastico” della sua ricca produzione, Italo Calvino (7° con 41 lingue) ha prodotto ad esempio i racconti di “Marcovaldo” e vere e proprie fiabe (“Il visconte dimezzato”, “Il barone rampante”).
E poi Edmondo de Amicis (10° con 33 lingue come Alessandro Baricco di “Oceano mare”), reso famoso dal libro “Cuore”, o Emilio Salgari (17°, 25 lingue) e le sue avventure, da “Sandokan” al “Corsaro nero”.
Fino a Geronimo Stilton, nome d’arte di Elisabetta Dami, ben noto ai bambini moderni per i suoi “gialli” con al centro l’omonimo topo-fumetto.
Gli altri “big” della letteratura italiana
Prima di Dante Alighieri, 6° con 42 lingue, si posizionano ai piedi del podio, a pari merito con 43 traduzioni diversi, un classico e un contemporaneo.
Uno è Giovanni Boccaccio, il cui “Decameron” è arrivato fino all’estremo Oriente, con versioni cinesi, coreane e giapponesi.
L’altro, il romanziere Alberto Moravia, autore tra gli altri di “La noia” e “La ciociara”, tradotto anche in bengali, oriya e lingua singalese.
Il drammaturgo e premio Nobel siciliano Luigi Pirandello, 8° con 40 lingue, è il primo degli scrittori nati nel Sud Italia.
Nella top 20 ne figura solo un altro, sempre dalla Sicilia: il giallista Andrea Camilleri, creatore del commissario Montalbano.
Famoso per un giallo (“Il nome della rosa”), ma prima ancora grande filosofo e saggista, è anche Umberto Eco, 9° con 38 lingue.
Scorrendo la classifica si possono trovare solo altre 2 donne: Susanna Tamaro (“Va’ dove ti porta il cuore”), 12^ con 32 lingue, e Chiara Lubich (20^, 21 lingue”, mistica nota per aver fondato il Movimento dei focolari). E, insieme ad Antonio Tabucchi (“Sostiene Pereira”, 13°, 31 lingue) e Primo Levi (“Se questo è un uomo”, 15°, 29 lingue), tra gli altri autori della letteratura italiana nella classifica di Preply figurano altri 2 religiosi: il cardinale teologo Carlo Maria Martini (18°, 23 lingue) e soprattutto il polacco Karol Wojtyla (14°, 30 lingue), più conosciuto come Papa Giovanni Paolo II.
Alberto Minazzi