È un giorno importante, nella storia della pandemia da Covid-19. Con l’ingresso effettivo della Valle d’Aosta nella fascia di rischio più basso, tutta l’Italia è ora in “zona bianca”. E, sulla base delle più recenti precisazioni di Governo e autorità sanitarie, questo significa tra l’altro che scompare l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto che ha contrassegnato per lungo tempo la nostra quotidianità. «È un bel giorno – ha commentato il ministro della Salute, Roberto Speranza – e possiamo permetterci qualche libertà in più».
Speranza: entro settembre almeno una dose a tutti
In occasione della sua visita al centro Pegaso di Prato, il ministro si è mostrato ottimista anche sul fronte delle vaccinazioni. Con riferimento ai numeri sulle forniture di dosi forniti dal commissario Figliuolo, Speranza ha sottolineato che «ci consentono di continuare questa campagna». L’obiettivo rimane dunque quello di «provare ad arrivare, com’era previsto nel mese di settembre, al risultato che tutti aspettiamo: aver somministrato almeno una dose a chiunque l’abbia richiesta».
Entro la fine dell’estate, insomma, l’Italia potrebbe aver raggiunto quell’obiettivo che la continua ottima adesione da parte dei cittadini alla campagna vaccinale lascia sperare. Come ha ricordato il ministro, giovedì e venerdì scorso è stata toccata quota 590 mila somministrazioni, con dati molto alti anche nel weekend. «Il vaccino – ha concluso Speranza – è e resta l’arma essenziale per chiudere questa stagione».
Il nodo green pass
Anche il “green pass”, il documento che attesta l’avvenuta vaccinazione, il superamento della malattia o un tampone negativo, sta facendo registrare una massiccia adesione. Sempre Speranza ha reso noto che, alla mattina del 28 giugno, 13 milioni e 700 mila persone lo hanno scaricato. «C’è una grande attenzione e questo meccanismo che abbiamo costruito anche a livello europeo sta funzionando» ha commentato.
Il diffondersi della variante Delta, però, potrebbe suggerire di rimodulare la strategia per la concessione del documento. E se il ministro si è tenuto sul vago («tutte le altre valutazioni andranno fatte passo dopo passo»), in questo caso è il sottosegretario a Salute, Pierpaolo Sileri, a essersi espresso più direttamente: «È verosimile – ha affermato a Radio 24 – che saremo costretti a rilasciarlo dopo la seconda dose di vaccino. Ma è presto per dirlo: aspettiamo ancora i dati di una o due settimane».