Società +

Italia: sempre meno residenti, calo irreversibile?

Italia: sempre meno residenti, calo irreversibile?

Le previsioni di Istat: 4 milioni in meno entro il 2050. Aumentano intanto i connazionali all’estero (anche se parliamo poco le lingue straniere)

I residenti in Italia continuano a diminuire. E, pur ammettendo gli statistici che non mancano elementi di incertezza, la tendenza pare confermarsi irreversibile, non sembrando al momento ipotizzabile un cambio di direzione.

A dipingere il fosco quadro per il nostro avvenire, con dati in calo proiettati fino al 2080, è l’Istat, che ha pubblicato le nuove previsioni sul futuro demografico nel Paese.

Lo stesso istituto di statistica ha appena pubblicato anche il nuovo rapporto sugli italiani residenti all’estero. Che, al contrario, sono in crescita.

Eppure, evidenzia un sondaggio della piattaforma di apprendimento Preply, quasi 1 italiano su 2 sa esprimersi solo nella propria lingua madre, anche se le nuove generazioni stanno iniziando a invertire la tendenza.

L’Italia che si spopola

Al 1° gennaio 2023, fa il punto l’Istat, i residenti in Italia erano poco meno di 59 milioni, con una discesa di circa 1,350 milioni di persone, a causa di dinamiche demografiche recessive, rispetto ai 60,3 milioni del 2014. In uno scenario “mediano”, con un tasso di variazione annuo attorno al -1,1%, la previsione, di qui al 2030, è di una ulteriore perdita di 439 mila unità, portando il totale a 58,6 milioni.

Con una proiezione nel medio termine, continua l’analisi, il calo si potrebbe fare più accelerato: tra il 2030 e il 2050 la variazione negativa rischia di essere mediamente pari al -3,3%, portando il totale della popolazione residente in Italia a metà secolo a quota 54,8 milioni, con un intervallo di confidenza al 90% e dunque una forbice che oscilla tra 52,7 e 57 milioni.

Se poi si manifestassero le ipotesi demografiche, il tasso si farebbe ancor più marcato (-5,8% su base annua) nel trentennio successivo, con una diminuzione di altri 8,8 milioni e appena 46,1 milioni di residenti nel 2080, con un’ipotesi più ottimistica di 53,1 milioni, ma la peggiore addirittura di 39,3 milioni. Già nello scenario mediano, si tratterebbe in ogni caso di 12,9 milioni di abitanti in meno del 2023.

Gli squilibri tra generazioni e le differenze territoriali

Dinamiche come quelle prospettate dall’Istat pongono una serie di interrogativi non solo dal punto di vista demografico, ma anche sugli impatti sociali ed economici. Per esempio, relativamente al rapporto tra individui in età lavorativa, cioè quelli nella fascia tra 15-64 anni, e non (under 14 e over 65), ora attestato a circa 3 a 2, sarà attorno a 1 a 1 nel 2050. E l’età media dei residenti, a metà secolo, sarà di 50,8 anni.

Il processo di invecchiamento sarà più marcato nel Sud Italia, dove l’età media potrebbe essere di 51,5 anni nel 2050. E le regioni meridionali sembrano destinate a essere maggiormente colpite anche dal progressivo spopolamento. Se, nel breve termine, al Nord si registrerà un lieve ma significativo incremento di popolazione (+1,5% annuo fino al 2030), nello stesso periodo il Centro perderà uno -0,9% di residenti e il Mezzogiorno addirittura il -4,8%.

Il calo di popolazione sarà invece generalizzato già a partire dal periodo 2030-2050, accelerando ulteriormente fino al 2080, ma confermando le differenze territoriali. Al Settentrione (dove non si esclude nemmeno un percorso di costante crescita demografica fino a 28,7 milioni entro il 2080), la perdita potrebbe essere pari a 50 mila abitanti a metà secolo e a 2,6 milioni dopo altri 30 anni; al Meridione, il calo sembra inevitabile e si potrebbe attestare a 3,4 milioni già nel 2050, arrivando a 7,9 milioni di abitanti nel 2080.

Sempre più italiani vivono all’estero

Una lettura non di prospettiva, ma su dati consolidati, attestati al 31 dicembre 2022, è invece quella fornita dall’Istat relativamente agli italiani residenti all’estero. Il totale, a quella data, ha superato i 5,94 milioni di persone, con un incremento nel corso dell’ultimo anno preso in considerazione di circa 97 mila individui. Gli italiani che vivono fuori dai confini sono divisi principalmente tra Europa (3,246 milioni) e America (2,384 milioni).

La statistica viene spiegata con il saldo tra rimpatri ed espatri (i secondi superano i primi di oltre 25 mila unità), ma anche con i riconoscimenti di cittadinanza italiana all’estero, che nel 2022 hanno superato quota 85 mila, soprattutto per effetto dei riconoscimenti “iure sanguinis” (49%), ma anche per matrimoni (13%) e trasmissione al minore convivente (38%).

Tra i Paesi esteri, è l’Argentina con oltre 924 mila persone a ospitare il maggior numero di cittadini italiani residenti, seguita dalla Germania (più di 822 mila sui quasi 2,1 milioni di concittadini che vivono in uno Stato dell’Unione Europea). Molto gettonati anche la Svizzera (637.417 italiani) e il Regno Unito (oltre 456 mila), con il consolato di Londra (quasi 375 mila italiani) che registra la maggioranza di residenti davanti a Buenos Aires (poco più di 322 mila).

Gli italiani e le lingue: un rapporto difficile

Inglese (42%) e spagnolo (9%), con il francese (12%), sono del resto le lingue più popolari nel nostro Paese dopo l’italiano, come rivela il sondaggio svolto da Censuswide per la piattaforma di apprendimento Preply. Dall’indagine, però, emerge anche che il 48% dei 1000 intervistati afferma di non parlare alcuna lingua straniera. Sono in particolare le generazioni più anziane ad avere una conoscenza molto limitata delle altre lingue, mentre il 46% degli under 35 parla almeno 2 lingue.

(@Preply)

Anche all’interno della “Generazione Z”, evidenzia però il sondaggio, un quarto del campione parla solo nella propria lingua madre. Tra i dati che stupiscono c’è anche il fatto che la conoscenza delle lingue straniere risulta meno diffusa nelle regioni turistiche, con un 60% in Puglia e Sicilia, superate però in negativo dall’Umbria. Al contrario, circa il 20% della popolazione parla 3 o più lingue in Lombardia, Veneto e Piemonte.

(@Preply)

Alberto Minazzi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Il campo nome è richiesto.
Il campo email è richiesto o non è corretto.
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.