L’economia, in Italia, è in piena ripresa.
Scende il tasso di disoccupazione e aumenta il Pil.
Più di quanto sta accadendo in altri Paesi europei.
Più di quanto registra anche la Germania, la nota “locomotiva” tedesca.
A fornire un quadro incoraggiante sono i dati resi noti dall’Istat in base alle stime preliminari.
E’ vero che c’è anche una crescita dell’inflazione, legata soprattutto all’aumento dei beni energetici, che grava sulla collettività e che l’aumento dei contagi crea timore per ulteriori rallentamenti ma in generale l’economia italiana, nel trimestre aprile-giugno è cresciuta dello 0,2% contro il +0,1% stimato a giugno e il -0,4% della stima delle scorso aprile.
Nuove previsioni di crescita
“Le prime stime Eurostat sul secondo trimestre danno una crescita superiore alle previsioni e trainata da Spagna e Italia”, ha commentato soddisfatto il commissario Ue Paolo Gentiloni.
Il Governo aveva stimato una crescita per il 2021 del 5%. Se nel terzo e quarto trimestre si registrasse una “variazione congiunturale nulla”, si arriverà al 4,8%.
Ma è ancor più ottimista il ministro per la pubblica istruzione e commercialista Renato Brunetta.
“L’Italia sta vivendo una vera e propria fase di boom economico – ha detto – Le stime di crescita annuale dovranno essere necessariamente riviste tutte al rialzo. E’ possibile – ha concluso – che la crescita si attesti verso il +6%, un risultato che nessun previsore osava nemmeno sperare all’inizio dell’anno”.
Tra salite e stazionamenti
Il recupero ha riguardato in modo particolare il settore dei servizi (che durante la prima fase della crisi sanitaria era risultato quello maggiormente danneggiato) e l’industria.
Risulta stazionario, invece, il settore agricolo.
Scende il tasso di disoccupazione
Il tasso di disoccupazione, a fronte di questo nuovo panorama economico, è sceso invece sotto il 10%.
Non accadeva da cinque mesi.
La stagione estiva notoriamente fa segnare un segno positivo rispetto al numero di nuovi occupati ma la crescita di giugno risulta secondo Istat pari a +166 mila unità rispetto al mese precedente e di 223 mila unità rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Non si registra disparità tra uomini e donne, né tra lavoratori dipendenti e autonomi.
“Rispetto a giugno 2020 – rileva sempre Istat – è cresciuto anche il numero di persone in cerca di lavoro (+3,5%, pari a +81mila unità) e risulta in forte diminuzione quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-4,2%, pari a -592mila), che era aumentato in misura eccezionale all’inizio dell’emergenza sanitaria”.
Sale il costo della vita
La nota dolente riguarda invece la crescita dell’indice nazionale dei prezzi al consumo.
L’aumento registrato è dello 0,3% su base mensile e dell’1,8% su base annua.
“La forte accelerazione dell’inflazione a luglio – spiega Istat – è di nuovo dovuta ai prezzi dei beni energetici, in particolare di quelli regolamentati”.
Luce e gas, per esempio, hanno avuto “la crescita più alta dal 1996” passando dal 16,9% al 29,0%.
Rincari si sono registrati anche sui prodotti ad alta frequenza d’acquisto (da +1,6% a +2,0%), sui beni alimentari e su quelli per la cura della persona e della casa, passati da -0,7% a +2,0%.
Consuelo Terrin