Il conto alla rovescia per un’Italia finalmente tutta “bianca” per quanto riguarda le fasce-Covid è partito. Da oggi, 21 giugno, solo la Valle d’Aosta rimane “gialla”, ma anche la più piccola regione d’Italia è destinata al passaggio alla zona di rischio più bassa a partire dal 28 giugno.
In bianco, in sostanza, vengono meno praticamente tutte le limitazioni per contenere il contagio, tranne mascherina (anche se dovrebbero essere imminenti novità pure su questo fronte) e distanziamento. E si riavvicinano alla normalità, adesso è ufficiale, anche i mezzi di trasporto pubblico, che possono riportare la capienza dal 50% all’80%.
Capienza all’80%: l’ok dei Ministeri
È stata la Conferenza Stato-Regioni, alla fine della scorsa settimana, a confermare la correttezza dell’interpretazione data dalla Commissione Infrastrutture della Conferenza delle Regioni alle norme sul trasporto pubblico stabilite dal Dpcm dello scorso 2 marzo. La tesi, accolta ufficialmente dai Ministeri delle Infrastrutture e della Salute nella riunione con i rappresentanti territoriali, è che le condizioni per il passaggio alla fascia bianca siano tali da consentire anche l’aumento della capacità di carico dei mezzi pubblici fino all’80%.
Con il venire meno delle misure anti-contagio, insomma, decade anche il limite imposto alla capienza per evitare assembramenti. L’unico possibile problema legato al passaggio automatico all’80% di posti occupabili è legato ai treni interregionali che si spostano da una regione bianca a una gialla. Con tutto il territorio nazionale ora praticamente inserito nella zona di rischio più bassa, anche questo aspetto è dunque superato.
Da Venezia al resto d’Italia
Ad onor del vero, in alcune realtà i mezzi pubblici sono in servizio già da qualche settimana con una capienza superiore alla metà consentita dalla carta di circolazione. La prima a elevare il limite è stata Actv, la società di trasporto pubblico di Venezia, che ha riportato l’occupazione dei mezzi all’80% già dalla mezzanotte tra il 6 e il 7 giugno, con il passaggio del Veneto in bianco. Con la ripresa, sia pur parziale, dei flussi turistici, in particolare per i mezzi acquei si erano infatti create pericolose situazioni di affollamento nei pontili di imbarco.
Sulla base della lettura poi confermata da Regioni e Governo, comunque, anche in altre parti d’Italia la capienza era successivamente già stata elevata all’80%: a Torino e Trento, ad esempio, questo era avvenuto da lunedì 14 giugno; Friuli Venezia Giulia, Lombardia ed Emilia Romagna avevano dato il via libera, attraverso i rispettivi assessori alle Infrastrutture e ai Trasporti il 19 giugno. Non è ancora il 100% e restano in vigore alcune misure, come il divieto di entrare dalle porte anteriori dei bus, ma è comunque un passo avanti verso la normalità.
Mascherine all’aperto: giornata decisiva
A bordo dei mezzi pubblici, inoltre, si deve continuare a indossare la mascherina. Un obbligo che rimarrà in piedi anche se, come sembra, il Governo deciderà di rimuoverlo a breve negli spazi aperti. In tale prospettiva, è atteso per oggi pomeriggio il decisivo parere richiesto al Comitato Tecnico Scientifico dal premier, Mario Draghi, e dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
Se il Cts darà il via libera, sarà in ogni caso l’Esecutivo a stabilire, in settimana, la data in cui la misura sarà allentata, come del resto già avvenuto in altri Paesi europei. Le ipotesi attualmente oggetto di riflessione vanno dal 28 giugno al 5 luglio. L’obbligo della mascherina, in ogni caso, non sarà cancellato. Fuori di casa, infatti, dovremo sempre avere con noi il dispositivo di protezione individuale, da indossare in situazioni in cui vi sia rischio di assembramenti, oltre che nei luoghi pubblici al chiuso e durante gli eventi, come quelli sportivi o musicali.
Alberto Minazzi