Il nostro Paese nella top ten mondiale della spesa per la transizione energetica. Ma ancora non basta per azzerare le emissioni a metà secolo
Anche l’Italia, con un investimento di 29,7 miliardi di dollari destinati all’energia pulita, sta dando il suo contributo nel cammino che il Mondo ha provato a intraprendere nel tentativo di azzerare le emissioni in atmosfera entro il 2050. Anzi, il nostro Paese è il decimo in assoluto per le risorse stanziate a tal fine.
Il nuovo rapporto appena pubblicato da BloombergNEF sui trend di investimento nella transizione energetica sottolinea però che “l’attuale livello di investimenti nelle tecnologie energetiche pulite non è nemmeno lontanamente sufficiente per riportare il mondo sulla buona strada”.
Per allinearsi allo scenario “Net Zero” e all’accordo di Parigi del 2022, infatti, secondo il rapporto “gli investimenti nella transizione energetica dovrebbero raggiungere una media di 4,8 trilioni di dollari all’anno dal 2024 al 2030”. E si tratta, aggiunge, di quasi 3 volte l’investimento totale osservato nel 2023, quando ha raggiunto 1,8 trilioni di dollari.
La spesa mondiale per la transizione energetica nel 2023
“Il nostro rapporto – commenta Albert Cheung, vice amministratore delegato di BloombergNef – mostra quanto velocemente stanno crescendo le opportunità legate all’energia pulita, e tuttavia quanto siamo ancora lontani dalla strada giusta. La spesa per gli investimenti nella transizione energetica è cresciuta del 17% lo scorso anno, ma deve crescere di oltre il 170% se vogliamo raggiungere lo zero netto nei prossimi anni”.
A guidare la transizione energetica, rileva il rapporto, è la Cina, con investimenti che lo scorso anno sono stati pari a quasi 676 miliardi di dollari, il 38% del totale. Mettendo insieme Stati Uniti (303,1 miliardi. +22%), Unione Europea (341 miliardi) e Regno Unito (con 73,9 miliardi quarto assoluto alle spalle della Germania, che ha investito 95,4 miliardi di dollari), si fa notare, si supera però l’investimento cinese, come invece non si era verificato l’anno precedente.
I settori di investimento per la transizione energetica
A guidare la crescita degli investimenti sono soprattutto l’energia rinnovabile e il trasporto elettrificato.
Lo scorso anno, gli investimenti per i veicoli elettrici sono diventati il settore più importante di spesa, con 634 miliardi (+36%). È stato così superato il settore delle energie rinnovabili, pur cresciuto del +8%, ma attestatosi a 623 miliardi. Al terzo posto, gli investimenti nella rete elettrica, a 310 miliardi, nonostante il -11% in Cina nelle rinnovabili.
Quanto all’idrogeno, si conferma un’area emergente, con investimenti che triplicano di anno in anno, insieme alla cattura e allo stoccaggio del carbonio, che ha visto quasi raddoppiare gli investimenti, e allo stoccaggio dell’energia (+76%). Un altro dato significativo rilevato è il nuovo record, a 135 miliardi, degli investimenti nella catena di approvvigionamento globale di energia pulita, comprese le fabbriche di attrezzature e la produzione di metalli per batterie per le tecnologie energetiche.
La crescita delle catene di fornitura e i suoi effetti
Una crescita esponenziale, se si pensa che nel 2020 le risorse a tal fine erano di appena 46 miliardi, e destinata secondo gli esperti ad aumentare ulteriormente nei prossimi 2 anni: BloombergNEF prevede infatti che, entro il 2025, si arriverà a 259 miliardi. “Solo il settore eolico – si spiega – dovrà aumentare gli investimenti nella catena di approvvigionamento per avviarsi verso una traiettoria a zero emissioni nette: le altre aree stanno investendo a un ritmo sufficiente”.
“Gli abbondanti investimenti nella catena di fornitura – illustra Antoine Vagneur-Jones, responsabile del commercio e delle catene di fornitura presso BloombergNEF – dovrebbero continuare a ridurre i prezzi delle attrezzature nella maggior parte dei settori, il che è una buona notizia per la transizione energetica. Ma il conseguente eccesso di offerta preannuncia un’era di margini ridotti per i produttori di energia solare e batterie”.
Alberto Minazzi