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Istruzione: il Politecnico di Milano prima università italiana

Istruzione: il Politecnico di Milano prima università italiana

Lo rileva la ventunesima edizione Qs Worl University Rankings 2025, ma tasse alle stelle per laurearsi

Se in vetta alla graduatoria internazionale dei migliori atenei primeggia da 13 anni il Massachusetts Institute of Technology, le università italiane si difendono bene annoverando 42 posti i in classifica, il 35% dei quali ha ottenuto un posizionamento migliore rispetto allo scorso anno.
Ben 41 su 42 sono tra le prime 700 al mondo per “Citations per Faculty”, un indicatore che misura l’impatto e l’influenza della ricerca prodotta in relazione alla dimensione della facoltà, mentre 34 lo sono per “International Research Network” che misura il volume e la diversità delle collaborazioni di ricerca internazionali. E ancora 28 selle 42 si sono posizionate tra le prime 700 per il fattore sostenibilità.
Quest’anno ha conquistato il podio come prima università italiana il Politecnico di Milano, che ha scalato ben 12 posizioni piazzandosi al 111° posto in classifica generale Qs 2025.

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Le università top in Italia

All’ateneo del capoluogo lombardo segue La Sapienza di Roma, che ha guadagnato due posti e si attesta alla 132esima posizione, il suo secondo migliore risultato assoluto, dopo il 125esimo posto ottenuto nel 2006. Medaglia di bronzo per l’Alma Mater di Bologna, terza in Italia e 133esima nel mondo.
Anche questo ateneo arriva quest’anno al suo miglior risultato nella storia della classifica.
Le tre migliori università in Italia sono le uniche tra le prime 150 al mondo. Il record per il più grande avanzamento di posizione nel nostro Paese va all’Università Vita-Salute San Raffaele, seconda a livello mondiale grazie all’impatto della sua ricerca scientifica. Anche l’Università di Roma Tor Vergata ha fatto un balzo in avanti di quasi cento posti.
Ha inoltre registrato un notevole miglioramento in quattro dei nove indicatori utilizzati da Qs in particolare per quanto riguarda l’occupabilità dei suoi laureati, la stima dei datori di lavoro e l’influenza delle citazioni e della ricerca scientifica prodotta. Un insieme di elementi che l’ha portata tra le prime 400 università.

Con una rimonta di 63 posizioni tra le prime 450 troviamo l’Università cattolica del Sacro Cuore, mentre quella di Pavia mostra una crescita per la reputazione che gode tra i datori di lavoro e all’impatto delle ricerche che produce. Bene anche il Politecnico di Torino che si colloca tra le prime 250 al mondo.
Tra i primi cinque atenei ci sono l’Università di Padova al quarto posto e il Politecnico di Torino.

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Palazzo Bo, sede dell’Università di Padova

Mia cara università italiana, nel mondo miglior posizione per il MIT

Nonostante la qualità delle università in Italia, il rovescio della medaglia riguarda i costi per gli studi.
Secondo una ricerca dell’Udu – Unione degli universitari, la tassazione italiana risulta più elevata rispetto agli altri Stati europei e uno studente italiano arriva a pagare in media tra 900 e mille euro all’anno per gli atenei pubblici. Il paese si colloca così tra quelli con le tasse più alte insieme a Paesi Bassi e Spagna, ma con sistemi di diritto allo studio meno efficaci.

Alcuni esempi sulle differenze di spese? Come si legge nel report, in Germania non esistono tasse universitarie, ma solo contributi semestrali tra 100 e 350 euro compresi i trasporti pubblici. In Francia le tasse vanno da 170 euro per una laurea triennale a 380 per un dottorato; in Spagna sono variabili con una triennale che può costare tra 150 e 3.500 euro all’anno e un master tra 300 e 3.500 a seconda dei crediti. In Svezia, Danimarca e Finlandia laurea e master sono gratuiti, in Scozia solo per gli studenti locali. Nei Paesi Bassi si va da 700 a 2,100 euro all’anno.

 

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