L’Arabia Saudita prosegue il percorso nell’emancipazione delle donne e cerca donne italiane per la formazione al volante. Il compenso? 3700 euro al mese, alloggio e rimborso spese per il viaggio.
Il più grande stato Arabo dell’Asia occidentale ha avviato un percorso formativo dedicato alle donne dando vita al primo corso per diventare istruttrici di guida.
Un progetto che riveste un’importanza ancor maggiore vista la recente liberazione, dopo mille giorni in prigione, di Loujain al-Hathloul, la giovane attivista per i diritti umani nota in tutto il mondo proprio per la sua campagna a favore del diritto delle donne a guidare l’automobile in Arabia Saudita.
Il diritto alla guida è divenuto realtà dal giugno del 2018 e da allora altri passi in avanti sono stati fatti. L’ultimo, nel 2019, la conquista del permesso di entrare allo stadio.
Il progetto in sintesi
Il progetto vede coinvolta la Federazione europea delle autoscuole, che svolge il ruolo di formazione e reclutamento attingendo risorse da tutta Europa.
In Italia è affidato all’Unione Nazionale Autoscuole e Studi di consulenza automobilistica (Unasca), già attiva nella selezione delle istruttrici di guida italiane che avranno il compito di formare le colleghe saudite.
“Saranno selezionate le candidate migliori, in possesso di tutti i requisiti e che vogliano mettersi in gioco per formare le donne saudite nella professione” ha detto Manuel Picardi, segretario generale dell’Unasca e coordinatore del progetto.
I requisiti e l’offerta
I requisiti per partecipare sono innanzitutto l’esperienza di cinque anni come istruttrice di guida pratica, di tre anni come teorica, la conoscenza della lingua inglese e possibilmente di quella araba, la sana e robusta costituzione, l’età non superiore ai 55 anni, la conoscenza del pacchetto Office base e la disponibilità a passare un periodo all’estero.
La durata è di tre mesi, che è anche il limite temporale del visto in Arabia Saudita. Sono già presenti in loco formatrici dall’Olanda e dalla Francia e a breve sarà la volta dell’Italia.
L’alloggio e le spese di viaggio sono a carico degli organizzatori e lo stipendio è decisamente elevato: 4500 dollari, circa 3700 euro, una retribuzione che non corrisponde a quella reale nel Paese, ma che in questo caso considera il ruolo importante della formazione.
Prime guide in un autodromo
Questa, come ci ha raccontato Picardi, avverrà nelle strutture appositamente dedicate al cui interno c’è un piccolo autodromo per le esercitazioni di guida e le prove pratiche. Le autoscuole del Regno interessate sono 63 dislocate in tutto il Paese.
“Le domande pervenute sinora sono state davvero moltissime e questo ci fa molto piacere. Ne abbiamo selezionate una decina, perché sono le uniche ad avere tutti i requisiti richiesti-commenta Picardi- le partenze sono verosimilmente previste per marzo, anche perché in questo preciso momento l’Arabia Saudita ha chiuso le proprie frontiere ai paesi che abbiano casi di variante inglese accertata come ad esempio l’Italia”.
Il progetto, come ci ha anticipato Picardi, non si fermerà nella sola Arabia Saudita: è infatti previsto nei prossimi mesi anche nell’emirato del Qatar.
Valentina Rossi