Con un minor numero di disoccupati e con inattivi e occupati sostanzialmente stabili (ma con un aumento della componente femminile che ha un posto di lavoro), il tasso di disoccupazione complessivo in Italia, a dicembre 2021, è sceso al 9% (-0,1 punti percentuali su base mensile, -0,6% nel biennio).
L’occupazione si è dunque riportata al 59%, ovvero sui livelli precedenti all’inizio dell’emergenza sanitaria Covid 19 di febbraio 2020.
Gli incoraggianti dati per la nostra economia arrivano dal periodico rapporto dell’Istat sulla base dei dati provvisori raccolti.
Scendendo nel dettaglio, l’occupazione femminile è salita dello 0,6%, toccando il 50,5%, pari a 9 milioni e 650 mila donne occupate (tasso di occupazione al +0,3% se confrontato con i dati del mese precedente e al +2,5 nell’arco dei 12 mesi).
Il saldo è di 54 mila donne occupate in più a dicembre 2021 rispetto a novembre dello scorso anno e 377 mila in più (+4,1%) sui 12 mesi.
In un anno, sono complessivamente scese di 184 mila unità (-7,6%) le persone in cerca di lavoro.
Per quanto riguarda la componente femminile, il calo è quantificabile nell’1,3% (29 mila unità) rispetto a novembre, con un dato sostanzialmente riscontrabile per tutte le fasce d’età, esclusa quella tra 35 e 49 anni.
Gli uomini occupati sono invece 13,1 milioni (il 67,6%), con un calo di 52 mila unità (-0,4%) rispetto a novembre, ma un aumento di 540 mila unità (+2,4%) nei confronti di dicembre 2020. Frena comunque solo leggermente il dato su base annua.
La sostanziale stabilità registrata a dicembre, seguita al lieve calo dell’occupazione a novembre dopo 9 mesi di continua crescita, da febbraio 2021 (con l’eccezione di agosto), ha portato, rispetto a gennaio, una crescita di oltre 650 mila occupati (+2,2%).
Il tasso di disoccupazione è infine sceso da novembre a dicembre dello scorso anno di 0,7 punti tra i giovani, anche se resta elevato (al 26,8%) nella fascia tra 15 e 24 anni.
Un dato che rimane in leggera crescita, rispetto al periodo precedente al Covid, è quello degli inattivi tra 15 e 64 anni.
Pur sostanzialmente stabile su base mensile, sul lungo periodo si è infatti passati dal 34,6% al 35,1%.
Nello specifico, il dato complessivo deriva da un aumento del tasso tra uomini e ultracinquantenni, mentre è in calo la quota di inattivi tra gli under 50 e le donne.