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IO SONO ZERO

IO SONO ZERO


Si chiama Max Pianta ed è uno dei più celebri imitatori di Renato Zero. Questa è la sua storia iniziata con i concerti nei locali e arrivata fino alla notorietà nazionale grazie alla Tv
Nasce da molto lontano per Massimo Pianta la passione per il canto, ma soprattutto la capacità di intrattenere un pubblico. A sei anni in prima elementare già faceva i suoi primi spettacolini e i compagni di classe saltavano la ricreazione per poter vedere le sue esibizioni e gli “scimiottamenti” di Alberto Camerini, che al tempo spopolava col suo rock’n’roll robotico. L’occasione di fare concerti veri e propri però arriva diverso tempo dopo, quando gli viene proposto di far parte di una tribute band di Vasco Rossi: i “Vascondios”. La cosa funziona ma dopo un po’ di tempo i panni del cantautore di Zocca cominciano ad andar stretti a Max, che cerca qualcosa di più eclettico, che dia maggiore spazio al suo istrionismo. Un giorno i Vascondios si propongono ad un locale di Marcon e la risposta del gestore fa scattare la scintilla: “Di tributi a Vasco ne abbiamo già, però mi piacete, non è che riuscite a mettere su qualcos’altro?”.
Max ha sempre avuto la passione per Renato Zero e conosce praticamente tutte le sue canzoni, visto che la sua musica era la colonna sonora di quando girava con la sua compagnia da ragazzo. Assieme al tastierista Gianni Latrofa in poche settimane allestiscono il repertorio per un concerto e la notte del 26 dicembre 2008 nasce il tributo a Renato Zero. La sua compagna Anna lo incoraggia e lo aiuta a recuperare costumi e parrucche, che sono uno dei tratti caratteristici degli spettacoli di Pianta, anche se sono ancora molto semplici e improvvisati, tanto che Max deve indossare una tutina due taglie più piccola. Ma il dado è tratto e il passaparola fa crescere l’attenzione sullo spettacolo, le occasioni per esibirsi crescono a vista d’occhio e nel 2009 si aggiunge una band di ottimi musicisti che sempre più spesso prende parte allo spettacolo. Il tributo a Renato Zero è una realtà che travalica i confini locali e che permette di esibirsi in tutta la penisola.
«È stato un costante crescendo – spiega Max – abbiamo il sito, facebook, ma non abbiamo mai cercato concerti, ha funzionato il passaparola di organizzatori soddisfatti e di un pubblico festoso e appassionato. Ci sono amici come Antonio Gugliotto che, solo per il piacere di dare una mano, ci ha trovato un sacco di concerti interessanti, tra cui quello al teatro Da Vinci di San Donà, in cui ogni anno registriamo un sold- out, oppure Fabiola che ha creato un fan club su facebook molto attivo, che ci segue sempre, organizza cene, crea striscioni. Hanno addirittura preparato un piccolo smoking bianco uguale al mio per mio figlio Filippo di un anno e mezzo. Oppure c’è Luca Dolce, che fotografa ogni mio spettacolo e che in questo modo ha iniziato una nuova professione. Devo dire che anche il rapporto con i miei genitori è cambiato. All’inizio osteggiavano la mia passione per il canto, volevano che mi concentrassi più su un lavoro normale e non perdessi tempo con certe cose. Quando arrivavano le lettere per partecipare ai concorsi me le nascondevano. Ora invece sono molto orgogliosi di quello che faccio, seguono tutti i concerti, mi aiutano ad attaccare i manifesti e ci ritroviamo a far colazione insieme la notte dopo uno spettacolo, che è una cosa molto particolare e bella».

Oltre che degli organizzatori di concerti il tributo ha attratto l’attenzione anche dei media: «Giorgio Panariello voleva dare l’addio all’imitazione di Renato Zero con un video girato a Verona dal titolo “Clonato Zero” parafrasando il testo del “Triangolo” con altri cinque sosia, tra cui il sottoscritto. Fu una cosa molto divertente, anche se probabilmente non ha portato il riscontro che ci si aspettava. Poi nel Gennaio 2011 arriva la chiamata per partecipare ai provini del programma “Attenti a quei due” in prima serata su Rai Uno. Mi chiamano e mi dicono di presentarmi due giorni dopo a Roma. Arrivo e ci sono una decina di sosia, vestiti di tutto punto. Io sono “in borghese”, con la mia “pelata” e tutti mi guardano un po’ sorridendo di sottecchi. Poi piano piano comincio a prepararmi e tutti si incuriosiscono. Finisce che mi chiedono di provare sei o sette canzoni invece di fare solo due pezzi come gli altri, che però cominciano anche loro a sostenermi ed applaudirmi. Quindici giorni dopo sono a Napoli in diretta con Frizzi, Max Giusti e la Venier».
Che tipo di esperienza è stata? «È stata senz’altro una bellissima esperienza, che mi ha dato grande visibilità, però non me la sono goduta appieno. Tutto era un po’ troppo “preparato”, non ho potuto usare i miei costumi, ma quelli delle produzione, un po’ troppo “esagerati” per i miei gusti. La mia non è un’emulazione pura e semplice, a me piace entrare ed uscire dal personaggio, è un’interpretazione della musica di Renato Zero e credo che questo sia ciò che contraddistingue il mio spettacolo».
DI ANDREA MANZO
 

4 commenti su “IO SONO ZERO

  1. Ciao Max sei sempre troppo forte, un bacio da Sergio e Eliana


  2. buongiorno,michiamo roberta,gestisco un bar a filo,un piccolo paesino del comune di argenta,fe, sarei interessata per fare una serata estiva un concerto di renato zero….mi interesserebbe sapere intanto se è possibile,poi quanto mi costerebbe…sperando di essere contattata 340 0779021 porgo i miei saluti grazie roberta.


  3. ho visto Max per la prima volta in una serata a Cessalto in una situazione non molto felice, ma devo dire che sia a me che a mio marito ha fatto trascorrere una serata felice. per un paio d’ore non abbiamo pensato alle nostre disgrazie. Premetto che da sempre sono una sorcina e vedere il mio personaggio preferito imitato in un modo sublime sono rimasta entusiasta. un saluto


  4. Grande!
    Fabio ( Eraclea mare fine giugno)…


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