Lo studio dell’Università Ca’ Foscari: nel 2022, evitate oltre 61 mila tonnellate di emissioni inquinanti
L’utilizzo del Telepass da parte di chi usa l’autostrada per i propri spostamenti non si traduce solo in un risparmio di code e stress e nell’ottimizzazione dei flussi di traffico, ma aiuta anche l’ambiente.
Sono infatti 61.258 le tonnellate di anidride carbonica che non sono state immesse lo scorso anno in atmosfera grazie alla sola installazione a bordo dei veicoli del dispositivo elettronico per il pagamento automatico del pedaggio, introdotto in Italia per la prima volta nel 1990.
Un quantitativo, spiega il Sustainability Lab dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, che ha condotto lo studio in collaborazione con l’azienda che gestisce il servizio di telepedaggio, che può essere paragonato, in termini di inquinamento derivante dagli spostamenti, a quello prodotto in 958 viaggi dalla Terra alla Luna, in 9.190 viaggi intorno alla Terra o, più semplicemente, in oltre 642 mila viaggi da Roma a Milano.
2022: ritorno al traffico
Lo “Studio sulle emissioni inquinanti evitate con il telepedaggio. Il fattore Telepass nella smart mobility”, guidato da Raffaele Pesenti e Giovanni Vaia del Dipartimento di Management dell’Ateneo veneziano, si è concentrato su tutte le tratte autostradali nazionali in gestione alle diverse concessionarie in un anno significativo. Nel 2022, infatti, dopo le restrizioni pandemiche, il traffico si è nuovamente assestato sui livelli del 2019.
Lo scorso anno sono stati oltre 367 milioni i km percorsi sulla rete autostradale italiana da mezzi dotati del dispositivo Telepass, con una media di transiti giornalieri pari a circa 2,4 milioni di veicoli. La stima complessiva sull’intero anno è pari a circa 870 milioni di veicoli per la sola classe A, ovvero auto e moto che, secondo le classi di pedaggio autostradale, hanno 2 assi e altezza inferiore o uguale a 1,30 metri.
Le emissioni inquinanti evitate
Sui dati numerici è stata quindi effettuata, attraverso un apposito algoritmo, un’analisi in cui sono state presi in considerazione la stima e il numero di veicoli (come categoria, alimentazione, fascia di cilindrata/peso/uso, classe di inquinamento e di pedaggio), i tempi di permanenza nelle code, le emissioni nell’unità di tempo e quelle nell’unità di spazio percorso.
Le emissioni inquinanti ridotte grazie alla semplice mancata fermata per ritirare il biglietto in entrata ed effettuare il pagamento in uscita dall’autostrada non hanno riguardato solo la CO2, ma anche il monossido di carbonio (236 tonnellate), il protossido di azoto (2 t), altri composti organici volatili (34 t) e pure l’ammoniaca (84 t) e gli ossidi di azoto (130 t), sostanze inquinanti emesse in prevalenza dagli automezzi pesanti.
Alberto Minazzi