Secondo studi scientifici esistono sostanze chimiche capaci di alterare le nostre strutture mataboliche
Il loro nome è obesogeni.
Sono sostanze praticamente presenti ovunque, in particolare nelle zone a maggior inquinamento e possono causare aumenti significativi di peso.
Pur se al momento non c’è un’evidenza clinica incontestabile della correlazione tra inquinamento e obesità, una recente analisi ha raccolto i risultati di 15 studi rilevando in 12 di questi un effettivo legame tra i livelli degli obesogeni presenti nell’organismo e il sovrappeso.
Lo studio del 2020, dunque, andrebbe a confermare quanto, già nel 2006, fu rilevato da due biologi dello sviluppo dell’Università della California, i primi a correlare l’aumento dell‘inquinamento con l’aumento delle persone con problemi metabolici.
Che cosa sono e come agiscono gli obesogeni
Gli obesogeni, che non a caso così sono stati chiamati, sono dei composti estranei al nostro corpo, all’interno del quale possono compromettere l’equilibrio del metabolismo.
Tre ricerche realizzate da 40 scienziati e pubblicate sulla rivista Biochemical Pharmacology indicano che sono presenti nell’acqua, nella polvere, negli imballaggi alimentari, nei mobili, nell’elettronica, nella plastica, nei pesticidi e nelle vernici. Addirittura nei prodotti per l’igiene personale e nei detergenti per la casa.
A oggi se ne sono contati un migliaio e molti sono in fase di valutazione.
Tra questi, i bisfenoli (abbreviati con la sigla Bpa) presenti nei prodotti plastici come le bottigliette d’acqua e gli imballaggi nell’ortofrutta; i pesticidi (in termine tecnico gli organofosfati) e gli ftalati utilizzati in vari beni di consumo perché sono i plastificanti più diffusi al mondo e in forma liquida e inodore hanno molte proprietà. Per dirne una, nello smalto per unghie evitano che si disgreghi. E poi il glutammato monosodico (il sale di sodio) che tutti conosciamo.
Inquinamento e obesogeni
Secondo uno studio pubblicato su Environmental Health, più l’aria è inquinata, più la concentrazione di queste sostanze è elevata.
Un altro studio del 2021 va oltre, ipotizzando che ci possa essere un legame genetico tra esposizione alle sostanze inquinanti e obesità.
L’esposizione prolungata agli obesogeni riprogrammerebbe i geni in modo da poter sopravvivere anche in condizioni di scarsità di cibo.
Se si mangia in maniera normale ma il nostro corpo “pensa” di dover immagazzinare più energia, l’effetto è un aumento di peso.
Un boost all’assunzione di grassi e zuccheri
Attualmente i dati rilevati dagli studiosi ci dicono che nel mondo 2 miliardi di adulti e 40 milioni di bambini sotto i cinque anni sono obesi o in sovrappeso.
Numeri che dal 1975 ad oggi sono praticamente triplicati.
Secondo gli studi più recenti questo perché gli obesogeni, anch’essi sempre più presenti, darebbero un incremento (boost) agli effetti dell’assunzione di grassi e zuccheri.
Il loro effetto altererebbe lo stoccaggio del grasso e aumenterebbe le dimensioni e il numero delle cellule adipose, modificando così l’appetito e interferendo con il consumo di calorie.
Silvia Bolognini