Il 23 marzo, al Centro culturale Candiani di Mestre, a Venezia, apre al pubblico la mostra di uno dei fotografi di maggior fama internazionale
Ci sono immagini che raccontano più delle parole.
E fotografi in grado di raccontare con i loro scatti le più grandi sfide dei nostri tempi.
Per James Whitlow Delano è quella ambientale, che ha documentato nelle sue varie sfaccettature.
Tra queste, la sua incarnazione nella plastica, uno dei materiali creati dall’uomo tra i più versatili, utilizzati e abbandonati ma anche tra i più difficili da smaltire.
Primeggia come nemico della natura essendo tra gli imballaggi più resistenti: basti ad esempio pensare che una bottiglia in plastica per decomporsi impiega da 100 a mille anni e al riparo dalla luce può durare secoli; un sacchetto non biodegradabile invece circa 20 anni.
Insomma, l’inquinamento da plastica è diventato uno dei problemi ambientali più urgenti da affrontare sia sulla terra sia in mare.
Viviamo in un mondo di plastica
Delano vive in Giappone ma in questi giorni è pronto a presentare in Italia, nel Centro Candiani di Mestre, in provincia di Venezia, uno dei comuni ai primi posti nel nostro Paese per indice di raccolta differenziata e il primo ad aver aderito all’iniziativa “Plastic Smart Cities” promossa dal WWF con l’obiettivo di contrastare la dispersione di plastica in natura, la sua mostra “Inghiottiti dalla Plastica“, che sarà inaugurata il 23 marzo e sarà visitabile fino al 12 maggio 2024.
Il fotografo americano è uno dei reporter più apprezzati a livello internazionale e alcuni dei suoi lavori, esposti nel tempo in gallerie e musei di tutto il mondo, sono conservati nelle collezioni permanenti del Museo d’Arte La Triennale, del Museo Fotografia Contemporanea di Milano e del Museo di Belle Arti di Houston, nel Texas.
“Una visita in un centro commerciale di Tokyo, dove vivo, è un’immersione completa in uno spettro di plastica: fibra di carbonio, scaffali pieni di erba sintetica, pavimenti di finto legno in plastica, cuoci riso in plastica lucida e caffettiere, piante e pentole di plastica; shampoo, sapone, lozioni per la pelle e trucchi confezionati in tutti i colori dell’arcobaleno di plastica. Anche il 60% dei nostri vestiti sono realizzati in fibre sintetiche (plastica): corsie e corsie di Lycra a buon mercato, poliestere e abiti acrilici per tutte le età …- scrive l’artista nella sua presentazione -. Ora, dopo decenni di uso eccessivo di materiale monouso, il pianeta sta letteralmente annegando nella plastica che abbiamo buttato via”.
Sono queste le conseguenze della comodità. Ma il prezzo che stiamo pagando è molto caro.
La plastica nel nostro quotidiano attraverso gli scatti di Delano
Gli scatti di Delano sono una denuncia del mondo e del modo in cui viviamo. E un invito alla riflessione che, nella mostra, è corredato anche da una serie di pannelli, allestiti in uno spazio limitrofo all’area espositiva da WWF, Gruppo Veritas e AVM, che illustrano gli effetti della dispersione della plastica in natura, sull’ambiente e sugli esseri umani.
La plastica è stata infatti ritrovata ovunque, anche nel suolo, nei fiumi, nell’aria e nelle isole più remote.
Il suo uso diffuso è la principale causa di inquinamento di tutti i mari del mondo, negli oceani esistono grandi zone di accumulo di plastica causate dalle correnti e il Mar Mediterraneo è considerato la sesta “isola di plastica” superando il limite massimo tollerabile di presenza di microplastiche oltre il quale si verificano significativi rischi ecologici.
Le materie plastiche, infatti, quando si trovano in mare, alla luce solare si degradano in particelle inferiori al mezzo centimetro e si diffondono su tutta la colonna dell’acqua quindi nelle catene alimentari degli organismi marini e, risalendola, possono arrivare fino a noi. Continuando a degradarsi in particelle sempre più minute, restano anche sospese nell’aria.
Con il suo obiettivo sensibile James Whitlow Delano testimonia dunque quanto la plastica sia presente nelle nostre vite. Non solo nel centro commerciale di Tokyo, in ogni dove.
L’impegno per l’ambiente
Nel 2019 i ricercatori hanno scoperto microplastica anche nel ghiaccio artico e plastica nella Fossa delle Marianne, il punto più profondo del pianeta.
Ma l’impegno per l’ambiente di Delano è iniziato molto prima, tanto che già nel 2015 su Instagram aveva lanciato un progetto al quale aveva chiamato a partecipare i fotografi di sei continenti: #Everydayclimatechange. Da qui era arrivata poi una mostra e in seguito a quella molte altre in cui denunciava cosa sta accadendo nel mondo.
La svolta, per lui, è arrivata proprio con il suo trasferimento in Asia dove, ha dichiarato in un’intervista, “ho iniziato a osservare il più grande processo di distruzione del pianeta: una deforestazione che dura da più di due decenni. Qui i miei valori si sono rafforzati -ha detto -. Qui i diritti umani, i diritti del territorio e del paesaggio e l’ambiente nel suo complesso sono sotto attacco. La gente ha bisogno di testimoni che mostrino che cosa sta realmente accadendo”.
L’esposizione, a ingresso libero, sarà aperta dal martedì alla domenica dalle 15 alle 19; chiusure 31 marzo e 1 aprile; aperture straordinarie 25 aprile e 1 maggio.