Maggior vulnerabilità al contagio con i nuovi ceppi influenzali. Covid: regioni allertate perché i reparti ospedalieri siano adeguati a fronteggiare un incremento della richiesta di assistenza sanitaria
Due anni passati sotto la campana di vetro delle prevenzioni anticovid ci hanno preservati anche dal contagio delle nuove forme di influenza.
Le “frontiere chiuse” e la limitazione anche dei viaggi interni, la distanza interpersonale, l’uso delle mascherine e del gel sanificante hanno impedito alle infezioni respiratorie di diffondersi.
Ora, però, gli italiani dovranno affrontare l’arrivo inevitabile delle influenze e lo faranno con una maggior vulnerabilità, perché con alcuni nuovi ceppi non sono mai venuti a contatto.
E’ per questo che una circolare dei direttori generali del ministero della Salute, della Prevenzione Giovanni Rezza, e della Programmazione sanitaria Giovanni Leonardi allerta su “possibili rilevanti focolai” dell’influenza per la stagione 2022-2023.
Influenza tra le prime 10 cause di morte in Italia
“L’immunità della popolazione potrebbe essere diminuita – si legge nella circolare – La prosecuzione della vaccinazione annuale contro l’influenza è ancora fondamentale. E’ necessario inoltre continuare a monitorare e prepararsi alla prossima epidemia di influenza stagionale e a pandemie influenzali future: sorveglianza e test continui, indagini rapide sui focolai, sequenziamento tempestivo e condivisione dei dati”.
L’influenza e la polmonite a essa associata sono classificate tra le prime 10 principali cause di morte in Italia.
I gruppi maggiormente a rischio, per i quali dunque dal Ministero della Sanità è consigliata la vaccinazione, sono gli operatori sanitari, gli anziani, le donne in gravidanza e le persone con patologie di base. Anche i bambini.
“Poiché permane una situazione pandemica COVID-19 – recita la circolare- si rappresenta l’opportunità di raccomandare la vaccinazione antinfluenzale nella fascia di età 6 mesi – 6 anni, anche al fine di ridurre la circolazione del virus influenzale fra gli adulti e gli anziani”.
Le campagne vaccinali
L’influenza normalmente si diffonde in autunno, raggiungendo il picco nei mesi invernali.
La conosciamo tutti: provoca generalmente febbre alta, tosse, dolori muscolari e a volte mal di gola. Specie nei bambini, spesso anche vomito e diarrea.
Per la maggior parte delle persone si supera nell’arco di una settimana ma per molte altre richiede il ricovero ospedaliero e può provocare anche la morte.
La campagna vaccinale contro l’influenza si affianca dunque a quella contro Sars-Cov 2.
Il monitoraggio Iss e l’allerta per le regioni
Secondo i dati resi noti dal monitoraggio settimanale dell’Istituto Superior della Sanità, l’incidenza settimanale a livello nazionale dei casi Covid è in netto aumento.
Sono ora 1.071 ogni 100.000 abitanti (1-7 luglio) rispetto ai 763 ogni 100.000 abitanti registrati nella settimana precedente, quella tra il 24 e il 30 giugno.
Il tasso di occupazione in terapia intensiva è salito al 3,5% contro il 2,6% del 30 giugno e quello di occupazione in aree mediche al 13,3% rispetto al 10,3% del 30 giugno.
Il Ministero della Salute ha così allertato le regioni, affinché, considerato il consistente aumento dei contagi, attivino le «misure organizzative atte a fronteggiare nelle prossime settimane un incremento nella domanda di assistenza sanitaria legata all’infezione, sia a livello ospedaliero che territoriale, garantendo l’adeguato ampliamento dei posti letto di Area medica e di Terapia intensiva dedicati al Covid».
Il ministro della Salute, Roberto Speranza, ha invitato quanti ancora non hanno fatto la terza dose a provvedere e “anziani e fragili a fare il secondo booster”.
La quarta dose è consigliata, oltre che ai fragili, anche agli ultrasessantenni entro luglio, mentre si resta in attesa, probabilmente in autunno, dell’arrivo dei nuovi vaccini efficaci anche contro Omicron.
Consuelo Terrin