La curva dei contagi è in discesa, ma il virologo Pregliasco avverte: “non abbassare la guardia”. Il boom di polmoniti si lega alla compresenza di più virus
E’ arrivata in ritardo, ma si è avvicinata ai numeri dello scorso inverno.
Anche la stagione influenzale 2024/25 sembra però essersi messa alle spalle il picco.
“Sembra proprio di sì – conferma il virologo Fabrizio Pregliasco, professore di Igiene all’Università di Milano – visto che la curva dei contagi è in discesa da due settimane. E, in particolare, si sta confermando la riduzione dell’incidenza tra i più piccoli, che sono i principali diffusori del virus”.
In ogni caso, si entra ora in una fase probabilmente ancor più delicata, in cui sarebbe sbagliato ritenersi al sicuro.
“Più che il troppo freddo o il troppo caldo – ammonisce – il principale elemento di rischio sono gli sbalzi termici. Abbassare adesso l’attenzione sarebbe quindi un grave errore”.
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Influenza: a che punto siamo
L’ultimo rapporto Respivirnet dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato il 14 febbraio e relativo alla settimana dal 3 al 9 di questo mese (la sesta del 2025), mostra un’incidenza di casi ogni 1.000 assistiti ai minimi livelli dal picco massimo.
Questo è stato toccato nella 4^ settimana, sia in numeri assoluti che per fasce d’età, tranne che per gli over 65, tra i quali la discesa è iniziata dalla 2^.
In queste 2 settimane, l’incidenza totale è così scesa da 17,56 a 14,78 e quella nei bambini tra 0 e 4 anni da 43,23 a 37,28. Salendo d’età, nella fascia 5-14 anni si è passati da 23,38 a 19,57 e tra 15 e 64 anni si è registrato un calo da 17,06 a 14,28. In un mese, infine, gli anziani colpiti da influenza sono diminuiti da 9,64 a 7,23 ogni 1.000 assistiti.
Guardando sempre alla 6^ settimana, i casi stimati di sindrome simil-influenzale rapportati all’intera popolazione italiana sono stati 871.700, portando il totale dall’inizio della sorveglianza a 10.742.300 casi, di cui 1.035.500 nella 4^ settimana. “L’incidenza – commenta l’Iss – è in diminuzione e si attesta a un livello di media intensità”.
Una stagione influenzale spostata ma tosta
Il rapporto ricorda quindi che “nella scorsa stagione, in questa settimana, l’incidenza era vicina ai livelli basali”.
In tutte le Regioni e Province autonome che hanno attivato la sorveglianza (escluse cioè Basilicata e Calabria), invece, si è ancora oltre la soglia di 5,65 casi per 1.000 assistiti. “E’ stata – conferma Pregliasco – una stagione più tardiva del solito, anche se ogni anno il periodo cambia”.
Come l’influenza, anche il freddo intenso, del resto, è arrivato in ritardo. Ma questo ha inciso solo relativamente, se si pensa che non è lontano il picco di incidenza di 18,4 toccato nel precedente inverno. “Questa stagione influenzale – riprende il virologo – è stata bella intensa, confermando le previsioni di inizio stagione. E sono convinto che si chiuderà sicuramente con almeno 14 milioni di casi”.
Le polmoniti e il mix di agenti infettivi
Uno dei principali problemi segnalati in queste settimane è stato il boom delle complicazioni polmonari, soprattutto tra soggetti fragili, anziani, bambini, malati cronici o con alterazioni del sistema immunitario, con correlati problemi anche a livello di sovraccarico per l’assistenza ospedaliera.
“Questo si spiega – evidenzia Pregliasco – con la stagione influenzale “florida””.
“La polmonite – prosegue – va a braccetto con i vari virus che stanno circolando. Oltre all’H3N2 australiana, all’H1N1, al metapneumovirus e al virus respiratorio sinciziale, c’è anche il norovirus, che si trasmette per via respiratoria. Questo apre a possibili sovrainfezioni batteriche, in particolare da pneumococco, contro cui ci si può vaccinare in ogni momento, anche se pochi anziani lo fanno”.
L’impatto dei vari virus e i picchi regionali
Tornando al rapporto Iss, la percentuale dei 3.471 campioni analizzati nella 5^ settimana è risultata positiva all’influenza nel 34% dei casi (era la 39,3% la precedente), con 818 campioni in cui sono stati riscontrati virus di tipo “A” e 364 di tipo “B”, 336 con virus sinciziale, 57 con Sars-Cov-2 e 396 positivi per altri virus respiratori.
Quanto all’incidenza delle sindromi simil-influenzali a livello regionale, nella 6^ settimana i numeri più alti si sono registrati in Sardegna per il dato generale (20,32) e per le fasce di bambini e ragazzi (78,74 e 38,01). La Campania ha invece i numeri più alti tra gli adulti (21,06) e la Puglia tra gli anziani (13,43).
In coda, Trento (6,15 totale e 0,93 tra gli over 65) e Molise (5,71 tra 0 e 4 anni e 6,55 nella fascia 15-64).
Alberto Minazzi