La delibera fissa le norme di comportamento, con pesanti sanzioni. Ma non soddisfa il Codacons
Anche gli influencer, d’ora in poi, sarnno obbligati a rispettare le norme contenute nel Testo unico sui servizi di media audiovisivi.
Una responsabilità editoriale sui contenuti che parte da trasparenza e correttezza dell’informazione (compresa la verifica delle fonti), tutela dei minori (non potendo pubblicare contenuti potenzialmente dannosi per il loro sviluppo fisico, psichico e morale) e dei diritti della persona (compresa la corretta rappresentazione dell’immagine della donna).
Vanno evitate anche le tecniche subliminali, tanto nei contenuti informativi, quanto in quelli di intrattenimento o commerciali.
Nessuna pubblicità occulta
Ma, tra le nuove norme, rientrano anche i divieti di violenza, odio, discriminazione, vittimizzazione secondaria, lesione della dignità umana, apologia e istigazione ai reati.
Riconoscendo inoltre lo svolgimento di “attività economica” da parte di questi soggetti, dal momento che il servizio fornito ha “un legame stabile ed effettivo con l’economia italiana” e “ha un impatto rilevante su una porzione significativa di pubblico”, sono previsti anche obblighi di trasparenza in materia di comunicazioni commerciali, televendite, sponsorizzazioni, inserimento di prodotti e pubblicità occulta, oltre che il rispetto di diritto d’autore e proprietà intellettuale.
Sanzioni dai 10 mila ai 600 mila euro
Oltre alla previsione di un meccanismo di richiami e ordini volti alla rimozione o adeguamento dei contenuti, in caso di inosservanza, sono previste pesanti multe, che, partendo da 10 mila euro per le più lievi violazioni di trasparenza pubblicitaria potranno raggiungere i 600 mila euro in caso di mancata osservanza degli obblighi fissati a tutela dei minori. È questo, in sostanza, il contenuto delle linee guida per influencer e content creator approvate all’unanimità a seguito di una partecipata consultazione pubblica e poi pubblicate online nei giorni scorsi dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni Agcom.
Il Codacons: non basta
Un “primo importante passo”, come l’ha definito la stessa Agcom, annunciando anche l’avvio di un tavolo tecnico per l’adozione di un codice di condotta.
La novità non è stata però accolta positivamente dall’associazione a tutela dei consumatori Codacons, che ritiene che le linee guida “non sembrano andare nella direzione di limitarne lo strapotere né di tutelare adeguatamente i minori”. Sotto accusa in particolare la previsione che le norme si applichino ai soli influencer operanti in Italia che raggiungono, tra l’altro, almeno un milione di follower sulle varie piattaforme o social media su cui operano e hanno superato su almeno una piattaforma o social media un valore di engagement rate medio (ovvero reazioni degli utenti tramite commenti o like) pari o superiore al 2% dei contenuti pubblicati.
L’ipotesi di impugnare la delibera al Tar
Inoltre, sottolinea il Codacons, manca completamente la previsione di un “divieto totale per gli influencer di ledere la privacy dei minori attraverso la pubblicazione di foto e immagini di bambini sui social”.
“Se non sarà vietata la pubblicazione di foto dei bambini sui social da parte degli influencer, se non oscurando il volto e solo per fini sociali – ha quindi annunciato il presidente, Carlo Rienzi – impugneremo la delibera dell’Agcom al Tar del Lazio chiedendone l’annullamento”.
Alberto Minazzi