Lo studio della banca online N26: nel nostro Paese, ridotta del 78%, tra gennaio e agosto, la quota di reddito accantonata
Meno spese per tempo libero e intrattenimento, ma anche meno risparmio.
L’inflazione ha cambiato significativamente, nel 2022, le abitudini su come utilizzare il denaro guadagnato. E se la perdita di valore d’acquisto della moneta è un fenomeno ormai globale, i consumatori italiani sono tra quelli che ne hanno risentito maggiormente.
Lo evidenzia lo studio, realizzato dalla banca online N26 in occasione della Giornata mondiale del risparmio, che ha posto a confronto i dati aggregati relativi alla spesa e al risparmio di oltre 380 mila clienti di Austria, Francia, Germania, Italia e Spagna tra gennaio e agosto di quest’anno.
In questo periodo, il tasso d’inflazione annuo dell’Eurozona è passato dal 5% di fine 2021 al 9,1% di agosto.
Una crescita che ha subito l’impennata più significativa, passando dal 5,9% al 7,4%, tra febbraio e marzo, con l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina.
Da allora, la corsa è proseguita, fino a toccare, a settembre, quota 10%.
Gli effetti dell’inflazione sul risparmio in Italia
Non tutti i Paesi, però, hanno reagito alla stessa maniera.
Riguardo alla quota di risparmio medio rispetto al reddito, la diminuzione più marcata degli importi, pari al -78%, è stata rilevata in Italia, dove anche le abitudini di risparmio hanno registrato le fluttuazioni più marcate. “Nei mesi di aprile, maggio e agosto – evidenzia lo studio – i clienti italiani hanno speso più di quanto non abbiano guadagnato”.
Se, tra gennaio e febbraio, la quota media di reddito risparmiata era del 4%, tra marzo e agosto si è scesi allo 0,6%, con una variazione relativa del -84,2%.
Nello stesso periodo, comunque, i redditi medi del campione italiano preso in considerazione sono aumentati del +14,7% rispetto al primo bimestre 2022.
La grande città in cui si è risparmiato di più è Bologna (33 euro al mese), quella di meno Roma (13 euro). Napoli, con 26 euro, è seconda. Milano si ferma a 19 euro.
Come l’inflazione ha cambiato la spesa degli italiani
A cambiare, comunque, non è stata solo la propensione al risparmio.
Se c’è stato da parte degli italiani un sostanziale contenimento delle spese dedicate al tempo libero e all’intrattenimento (-15,1%), alla tendenza si sono sottratti i viaggi.
Tra marzo e agosto, per viaggiare sono stati destinati mediamente 75,95 euro al mese, il 5,6% del reddito complessivo, con un incremento del +107% rispetto ai primi due mesi dell’anno.
Assieme a quella per l’acquisto degli alimenti, con il +15,6%, una spesa privilegiata, a partire da marzo, è stata poi quella destinata alla manutenzione dell’auto e ai trasporti.
Nel periodo, l’Italia ha fatto registrare, tra i Paesi esaminati, l’aumento più marcato della quota di reddito consumata in questo settore: l’incremento, rispetto a gennaio e febbraio 2022, è arrivato al +53,3%.
Il risparmio di donne e uomini
Lo studio non si è soffermato solo sulle differenze tra Paesi e all’interno degli stessi.
Un interessante riscontro è emerso anche per quanto riguarda la propensione al risparmio di uomini e donne.
Che i primi, mediamente, abbiano un reddito più elevato delle colleghe è confermato e quantificato, nel rapporto, in una differenza attorno al 39%.
Le donne, però, tra gennaio e agosto hanno confermando, in linea col 2021, una propensione al risparmio più elevata.
La media mensile è stata rispettivamente di 112,20 e 95,20 euro, pari a una percentuale media del 5,9% per le donne e al 3,7% per gli uomini.
È stato marzo, per entrambi i sessi, il mese in cui si è risparmiato di più: 222,36 euro tra le donne e 202,57 tra gli uomini. Maggio e agosto, sono stati invece i mesi con il minor risparmio, con una quota del 3,2% del reddito femminile e appena dello 0,1% di quello maschile.
Gli effetti negli altri Paesi
Tra gennaio e agosto, la maggior percentuale di reddito risparmiata (il 6,6% in media) è stata, nonostante i tassi di inflazione più alti tra i 5 Paesi, quella degli spagnoli, che hanno aumentato mediamente i risparmi da marzo ad agosto dal 4,6% al 7,2% del reddito, con il picco dell’11,1% nel terzo mese dell’anno.
Seguono i tedeschi col 5,1%, mentre i francesi, dopo un iniziale tentennamento (-2%), sono tornati attorno allo 0,1% (circa 3,55 euro). Nel periodo marzo-agosto, la quota di risparmio degli austriaci è stata invece del 5,8%.
Quanto alla spesa, in Austria è aumentata mediamente dell’8,6%, tra marzo e agosto, la spesa per gli alimentari, con un incremento ancora maggiore (+9,2%) in Germania.
Segno contrario in Spagna (-1%) e soprattutto in Francia, con un -8,5% nel confronto con i primi due mesi dell’anno.
In tutti i Paesi è aumentata la spesa per auto e trasporto.
In Germania, la quota destinata alla frequentazione di bar e ristoranti è cresciuta dal 3,2% al 4,3%, in Austria dal 3,6% al 4,6%.
In Spagna e Italia, invece, si è puntato soprattutto sui viaggi: +68,8% nel confronto tra gennaio-febbraio e marzo-agosto per gli spagnoli, +5,6% per gli italiani.
Alberto Minazzi