La staffetta per il progetto “Diabetes no limits”è iniziata in Messico il 10 aprile
“Un rettilineo immerso in una foresta di pini fittissima, da cui immagini possa saltar fuori ogni tipo di animale selvatico. Notiamo numerosi cartelli che segnalano la presenza di alci e di cerbiatti, di cui abbiamo visto un paio di famigliole fuggenti…..distese infinite, automezzi enormi che spesso trainano altri mezzi pesanti, caravan e motor home che ci sorpassano. Qui tutto è esagerato, a dire il vero anche il vento, e noi ci sentiamo dei lillipuziani con i nostri fragili mezzi.”
Dal giorno della partenza da Calgary, in Canada, lo scorso 15 giugno, sono decine i fan che ogni giorno seguono via Facebook l’avventura dei veneziani Alberto Fiorin e Dino Facchinetti, rispettivamente presidente e segretario della società Pedale Veneziano.
In Viaggio verso l’Alaska
I due ciclisti sono impegnati a percorrere l’ultimo tratto della staffetta di 9.430 chilometri “In viaggio verso l’Alaska“, iniziata lo scorso 10 aprile da Trincheras, in Messico, dove Mauro Tadini, ciclista di Viareggio diabetico insulino dipendente, aveva perso la vita investito da un camion il 13 maggio del 2013.
“Complessivamente sono 25 le tappe del nostro viaggio, ben 4109 chilometri che andranno a completare il percorso a staffetta intrapreso dalle 4 coppie di ciclisti che ci hanno preceduti scambiandosi il “testimone” secondo percorsi e tappe prestabilite – spiega Alberto Fiorin -. Un viaggio verso l’estremità nord occidentale del continente nord americano, fino a Prudhoe Bay. Il nostro obiettivo è portare a termine il progetto ideato da Mauro Talini che, con lo slogan “Diabetes no limits”, voleva testimoniare come questa malattia non fosse un limite bensì uno stimolo per migliorarsi. Impresa drammaticamente interrotta a causa dell’incidente stradale in Messico”.
Diabetes no limits e Povertà no limits
A distanza di anni la sfida è ripartita, nel ricordo di Talini, grazie all’Associazione “Ancora in viaggio Diabetes no limits e Povertà no limits”, in collaborazione con l’Associazione Nazionale Italiana Atleti Diabetici e con il patrocinio di diverse istituzioni sul territorio nazionale, tra cui la Città Metropolitana di Venezia.
“In Viaggio… Verso l’Alaska” non è solo un’impresa sportiva importante, portata avanti da semplici ciclisti amatori non professionisti, ma anche, e soprattutto, un progetto di sensibilizzazione su tre tematiche d’attualità e dal forte impatto sociale: la diffusione di modelli educativi per la prevenzione del diabete, l’incremento della sicurezza stradale per coloro che risultano maggiormente vulnerabili, ovvero pedoni e ciclisti, e la salvaguardia dell’ambiente.
Per quanto riguarda quest’ultimo tema, inquinamento, cambiamenti climatici, esaurimento delle risorse naturali, deforestazione, sono solo alcuni problemi sui quali occorre intervenire, anche singolarmente, per ridurne gli effetti negativi.
Sfatare i pregiudizi sulla malattia
“Alcuni dei protagonisti di questa impresa sono persone affette da diabete di tipo 1, esattamente come lo era Mauro. Con la loro presenza e partecipazione contribuiscono a sfatare falsi miti e pregiudizi che ancora esistono sulla patologia, consolidando l’idea che il diabete non è un limite a prescindere, ma che se si è capaci di sviluppare adeguate conoscenze e competenze, la malattia può essere assolutamente ben gestita, e non impedire la realizzazione dei propri sogni e delle proprie passioni. Ciò che occorre inoltre è un accesso alle cure coerente ed adeguato, visto il persistere di grandi e gravi difficoltà nelle regioni più povere del mondo per approvvigionarsi dei quantitativi di insulina necessari”, spiega Marcello Grussu, Presidente dell’ANIAD.
La partecipazione della popolazione locale
E durante le prime tappe del loro percorso, che si concluderà il 12 luglio, Fiorin e Facchinetti hanno già avuto modo di interagire con la popolazione locale, come racconta Fiorin nella sua cronaca quotidiana via social: “ci è apparso improvvisamente un piccolo store, collegato a una pompa di benzina, dove entriamo per comprare due bibite. La padrona ci vede, guarda le nostre maglie e vuole informazioni: in poche parole, commossa dal progetto, ci offre le bibite. Piccoli grandi gesti che ci accomunano”, oppure “per la prima volta troviamo un locale a gestione familiare dove ci propongono una zuppa della casa. Bollente e squisita, veramente quello di cui avevamo bisogno. Clima cordiale, casalingo, con famiglie che mangiano il pasto domenicale, ci sentiamo a nostro agio. Poi si avvicina la padrona, Joanne, ci chiede dove stiamo andando, noi le spieghiamo il progetto, le parliamo di Mauro, del diabete, dei nostri messaggi. Lei vuole farsi assolutamente una foto con noi, ci abbraccia e… ci offre il pranzo”.
Tra forature (già quattro le gomme sostituite), piogge scroscianti e salite impervie su strade difficili, l’impresa dei due ciclisti veneziani è contrassegnata da paesaggi magnifici e da incontri ricchi di pathos: “quando si è rotto il raggio della ruota posteriore Dino era seriamente preoccupato, già meditava di comprare una ruota nuova, ma il padrone del negozio Griffin Source for Sports si è portato in officina il cerchione che dopo 5 minuti era perfetto, come nuovo. Costo? Una stretta di mano e tanti auguri per l’Alaska”.
110 anni di Pedale Veneziano
Pedale Veneziano, la società ciclistica di Fiorin e Facchinetti, dopo la pandemia è tornata in sella lo scorso maggio per compiere un viaggio di 720 chilometri in Peloponneso, l’antica Morea dei tempi della Serenissima.
“Un viaggio di conoscenza ricco e diversificato da un punto di vista sia naturalistico che storico che abbiamo percorso in 7 tappe – racconta Fiorin – Per il prossimo anno è già in cantiere un viaggio speciale per festeggiare degnamente i 110 anni di Pedale Veneziano, società fondata nel 1913”.
ll club ciclistico, tra i più antichi d’Italia, conta una cinquantina di iscritti che nei weekend si allenano lungo le strade del Veneto, alternando uscite di allenamento a piccole avventure sulle Dolomiti. Tra i soci spiccano i nomi di Bepi Schiavon “Bufalo” (80 anni), olimpionico di canottaggio a Tokyo 1964 e vincitore della Regata Storica, e di Candido Vignotto “Arsenico” (77 anni), di Sant’Erasmo, regatante e padre del campione del remo Rudi Vignotto.
La “Carretera Austral”, la strada di 1240 chilometri che attraversa i magnifici e verdi paesaggi della Patagonia Cilena, è protagonista dell’ultimo libro pubblicato da Fiorin, autore di oltre 30 volumi tra guide di percorsi ciclabili in Italia e in Europa e libri di letteratura di viaggio.
Di prossima uscita “La via Silente”, un percorso nell’entroterra del Cilento, una zona della Campania meridionale conosciuta soprattutto per le sue coste ed il suo mare.
Claudia Meschini