“Ci stiamo attivando in via preventiva per riaprire i Covid hospital, dando l’ok a monte per il benestare all’attivazione”.
Lo ha annunciato il presidente del Veneto, Luca Zaia, sottolineando che “sono scelte dolorose ma non ci sono alternative: il virus ci sta mettendo nuovamente sotto pressione” e aggiungendo che “il Covid hospital di Schiavonia riaprirà già oggi (7 dicembre ndr) e quello del San Camillo di Treviso il 9 dicembre”.
Il Veneto e i Covid hospital
La strada della comunicazione preventiva, ha spiegato il presidente, è stata decisa in quanto “la situazione è diversa da quella dell’anno scorso, con una situazione eterogenea di fasce”. “Ci sarà – ha quindi aggiunto – chi aprirà prima, chi dopo. E ci sarà una gradualità, nelle riaperture. Noi dobbiamo soltanto, come del resto abbiamo sempre fatto in tutti questi mesi, prepararci al peggio, se dovesse arrivare. Anche perché non dimentichiamo che siamo letteralmente invasi da malati di malattie respiratorie per influenza, soprattutto anziani, con una pressione non da poco. E siamo terra di frontiera rispetto all’infezione europea”.
La riduzione dell’attività ospedaliera ordinaria
Come ha ricordato l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, l’ingresso nella terza fascia regionale, che vede al momento solo l’Ulss 6, porta alla concentrazione delle attività nei soli ospedali-hub, diminuendo negli spoke per gli interventi “day” e “week”, con una contrazione anche dell’attività specialistica a 30 e 60 giorni. Con i Covid-hospital, poi, non viene più garantita l’attività di pronto soccorso, ma solo un punto di primo intervento, con le emergenze dirottate su altri ospedali.
Natale in giallo?
Zaia è quindi passato ad analizzare le prospettive nell’ottica delle fasce nazionali: “Gli indicatori ci fanno ipotizzare che la prossima settimana saremo ancora in zona bianca, ma quella dopo, ovvero quella di Natale, probabilmente passeremo in giallo”. Il tutto dipenderà dall’occupazione in area non critica, stamattina all’11% su una soglia del 15%. Le terapie intensive, al 13%, hanno infatti già abbondantemente superato il 10%, così come l’incidenza è abbondantemente oltre i limiti, con ad esempio l’Asolano vicino a 600 e Treviso oltre 400, pur con tanti asintomatici.
Variante Omicron: un nuovo caso
In Veneto, è stato intanto individuato un nuovo caso di variante Omicron. Riguarda una paziente di 77 anni, di Padova, la cui situazione, ha assicurato Zaia dopo aver sentito il direttore generale dell’Ulss Dal Ben, è “assolutamente gestita”. Si aggiunge al paziente vicentino infettatosi in Sudafrica.
In questi giorni, l’’Istituto Zooprofilattico del Veneto ha completato i primi sequenziamenti dei campioni dei parenti di quest’ultimo.
La moglie e il figlio più grande sono risultati positivi, ma alla Delta.
Fatto ritenuto “non particolarmente strano”, dal direttore Antonia Ricci, in quanto i sintomi sono emersi prima dei rientro del padre. Il campione della figlia più piccola, positiva ma anche lei, come gli altri componenti della famiglia, con sintomi molto blandi, è intanto in corso di sequenziamento.
Bollettino e vaccini
I dati delle ultime 24 ore, in Veneto, parlano di altri 2.960 positivi, con un’incidenza del 2,42% su 122.097 tamponi effettuati.
I ricoveri sono saliti a 904 (+82), di cui 133 (+10) in terapia intensiva e i decessi a 12.014 (+9).
Il tasso di ricoverati non vaccinati è ora a 191,8 su 100 mila abitanti (a 31,8 per i vaccinati).
Quanto alla vaccinazione, la media con i prenotati è ora all’86,3% degli over 12, con oltre 8 milioni di dosi somministrate. Ieri le somministrazioni sono state 47.463, di cui 3.702 prime dosi (numero triplicato rispetto al minimo toccato qualche settimana fa) e quasi 42 mila terze dosi, che hanno portato il totale a 746 mila. Restano da vaccinare circa 630 mila Veneti sopra i 12 anni.