Firmato a Palazzo Balbi l’accordo tra Regione, Ministero della Difesa e Trenitalia per garantire la gratuità del viaggio a chi si metterà a disposizione del capotreno
Insieme a quelle nei confronti del personale sanitario, sono purtroppo sempre più al centro delle cronache le altrettanto aggressioni di cui sono fatti oggetto nello svolgimento delle loro funzioni i capitreno e i controllori a bordo dei convogli ferroviari.
Limitandosi solo ai casi più recenti, c’è stato l’accoltellamento di Genova, l’aggressione a suon di schiaffi a Milano, il pugno e l’utilizzo dello spray al peperoncino di Arezzo.
Un’escalation che ha fatto scattare anche uno sciopero nazionale per chiedere più sicurezza.
Obiettivo che il Veneto proverà adesso a perseguire attraverso una soluzione di semplice attuabilità: puntare sui militari che già utilizzano il treno per i propri spostamenti pendolari. Che, su base volontaria, saliranno a bordo indossando la divisa e mettendosi a disposizione dei capitreno.
In cambio, sulla base dell’accordo siglato a Palazzo Balbi da Regione, Ministero della Difesa e Trenitalia, a chi darà la propria disponibilità, sottoscrivendo un apposito modulo da consegnare al personale del convoglio, sarà garantita la gratuità del viaggio, di cui si farà carico la Regione.
L’effetto-deterrenza per garantire più sicurezza
Come ha chiarito il comandante delle Forze operative Nord dell’Esercito, Maurizio Riccò, a differenza di quelli impegnati per esempio nella missione “Strade sicure”, ai militari che parteciperanno all’iniziativa non sarà attribuita la posizione giuridica di ufficiale di pubblica sicurezza e dunque autorizzazione all’intervento. Di fatto saranno cioè comuni cittadini, ma in divisa, a disposizione del capotreno per offrire il proprio supporto.
Quello a cui si mira, del resto, è soprattutto l’“effetto-deterrenza”.
In altri termini, si punta a far sì che, sapendo che a bordo c’è un militare, rappresentante di Stato e figura altamente specializzata a gestire situazioni di questo tipo, chi sale senza biglietto sia disincentivato ad aggredire il capotreno per evitare l’applicazione delle relative sanzioni.
“È un modo – ha sottolineato Riccò – per garantire anche agli altri viaggiatori più sicurezza e un viaggio più tranquillo”.
Si tratta, è stato evidenziato sia dagli esponenti della Regione che dal direttore regionale veneto di Trenitalia, Ivan Aggazio, di un ulteriore tassello della collaborazione mirata all’obiettivo-sicurezza del trasporto ferroviario che va ad aggiungersi al rinnovamento della flotta, ora dotata di videosorveglianza, e alla realizzazione di un’app che da circa un anno rende prontamente reperibili dal capotreno le forze dell’ordine presenti a bordo semplicemente schiacciando un pulsante.
La sperimentazione dell’iniziativa
L’app in questione sarà resa disponibile quanto prima anche ai rappresentanti delle forze armate, all’interno della sperimentazione prevista dall’accordo, che partirà al massimo entro 15 giorni e durerà fino al 31 dicembre 2025.
Questa fase servirà anche per capire quanti dei potenziali 9 mila militari che hanno diritto a farlo aderiranno effettivamente all’iniziativa. “Il singolo – ha chiarito il presidente del Veneto, Luca Zaia – potrà sempre recarsi al lavoro in abiti civili pagando il biglietto”.
In caso di adesione, ha aggiunto Zaia, la tratta ferroviaria su cui sarà la Regione a versare a Trenitalia il corrispettivo del biglietto coprirà l‘intero territorio regionale, a partire da tutte le stazioni di confine, coprendo dunque le missioni in Veneto. Per partecipare, sarà richiesta ai militari la compilazione di un modulo, di cui è già iniziata la distribuzione da parte dell’Esercito, della Marina e dell’Aeronautica.
Nel modulo, insieme a nome, cognome ed estremi del documento militare, andranno indicati anche ente e unità di appartenenza, per evitare possibili abusi e consentire i necessari accertamenti all’interno dell’apposita anagrafe che sarà costruita. Il modulo compilato dovrà quindi essere consegnato al capotreno al momento della salita a bordo, insieme all’indicazione del posto che sarà occupato, proprio per favorire la pronta reperibilità.
Alberto Minazzi