One Health: il nuovo approccio contro le epidemie nell’equilibrio tra Uomo, animali e natura
Il Nord-Est ha dovuto affrontare nell’ultimo anno non una ma tre epidemie: il Covid, come tutto il resto del Paese, ma anche Aviaria e West Nile.
Temperature, densità di popolazione e movimenti migratori della fauna che caratterizzano l’area hanno infatti contribuito alla diffusione di queste patologie.
E’ così a partire dalla convivenza tra umanità e natura che le epidemie vanno affrontate.
Partono da questo assunto i 4 progetti di ricerca ai quali sta lavorando l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe) e riassunti nella formula “One Health”: la buona salute delle persone attraverso la salute di animali e ambiente.
Lo spillover: il “salto di specie” tra animali e uomini
Ciò che accomuna infatti queste malattie virali (o meglio, la maggior parte di queste) è il “salto di specie” tra esseri umani e animali. I cambiamenti climatici che stiamo vivendo portano a migliori condizioni ambientali per i virus; specie animali mai viste prima in determinate zone trovano condizioni favorevoli per migrarvi, portando con sé nuovi rischi infettivi.
Affrontare le possibili pandemie mediante l’approccio One Health, a fronte dei cambiamenti climatici e delle interazioni uomo-ambiente che possono creare casi di spillover è l’obiettivo della neo costituita associazione INF-ACT, di cui l’Associazione Istituti Zooprofilattici Sperimentali, (Antonia Ricci, Dirigente Generale dell’IZSVe, ne è presidente) fa parte. Il progetto dedicato al contrasto delle malattie emergenti è sostenuto dai fondi del PNRR per 114,5 milioni di euro. Capofila dell’iniziativa è l’Università di Pavia, in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità e il Centro Nazionale di Ricerca.
L’Aviaria
Soprattutto nell’ultimo biennio, l’Aviaria non ha visto un decremento di casi, nei volatili domestici e selvatici durante il periodo estivo; una consuetudine invece negli altri periodi registrati.
La più grande epidemia di HPAI mai osservata in Europa (37 i Paesi colpiti, 2.520 i focolai nel pollame,
50 milioni gli uccelli abbattuti, 227 i focolai nei volatili in cattività e 3.867 i rilevamenti in uccelli selvatici) ha portato a riunire i maggiori esperti nel progetto internazionale K-FLU: sette partner internazionali (tra cui l’IZSVe) coordinati all’Istituto Friedrich-Loeffler (DE) e l’Erasmus Medical Center (NL) e finanziato dalla Commissione Europea per 7 milioni di euro.
Direttore del Centro referenza nazionale Influenza aviaria IZSVe è Calogero Terregino.
La West Nile nella regione Veneto
Un decorso simile ha avuto nell’anno appena trascorso la West Nile, malattia neurodegenerativa dove le zanzare notturne ‘autoctone’ (e non le zanzare tigre) veicolano dal 2008 questo virus che continua a ‘saltare’ dagli animali (uccelli e cavalli) all’uomo.
Proprio il 2022 è stato particolarmente insidioso, con circa 500 casi umani registrati solo nella provincia di Padova dovuti alla rilevazione del lineaggio 1, che non si vedeva dal 2008.
L’IZSVe, in collaborazione con il Dipartimento di medicina molecolare di Padova e l’ISS, sta portando avanti diversi progetti di ricerca. L’importante nel frattempo, come ha ricordato Gioia Capelli, Direttore sanitario dell’Istituto, è la prevenzione: usare zanzariere, evitare di esporsi alle punture di zanzara, soprattutto se anziani o deboli, ridurre le fonti d’acqua esterne che possono far proliferare l’insetto.
Il monitoraggio di Sars-CoV-2
Nel frattempo, la pandemia dovuta al Covid continua.
Sicuramente meno violento rispetto a un anno fa o due, grazie ai vaccini e all’immunità di gregge, il virus continua a mutare nelle sue sottovarianti di Omicron, come ha spiegato Alice Fusaro, dirigente del Laboratorio genomica e trascrittomica: in Italia si attesta al 100% della circolazione.
Ci sono stati comunque degli incrementi di alcuni di questi sub-lineaggi, come per la variante ‘Cerberus’, oggi al 58%, e alla variante Centaurus, che ha registrato negli ultimi 15 giorni un +6%.
La situazione è comunque sotto controllo e anche le notizie che giungono dalla Cina non destano preoccupazioni, fermo restando la scarsità di informazioni che dalla Cina sono fornite.
I progetti Plasti@Risk e STOPTTXs
Gli altri due progetti che vedono impegnato l’Istituto Zooprofilattico sperimentale delle Venezie riguardano in maniera più diretta l’ambiente.
L’istituto si è aggiudicato 900 mila euro dal Ministero della Salute per occuparsi dei rischi microbiologici dovuti all’ingestione di molluschi, i quali potrebbero veicolare microplastiche (ciò riguarda il progetto Plasti@Risk), e per la riduzione di rischi da contaminazioni tetrodotossiniche (STOPTTXs), potenti neurotossine che possono causare gravi danni al sistema nervoso centrale.
Damiano Martin