Grande successo, all’Arsenale di Venezia, per la seconda edizione del Salone che già guarda all’appuntamento del 2025
L’alto artigianato rappresenta “il vero e proprio modello italiano di produzione del Made in Italy”.
Così il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha definito uno dei punti di forza della nostra economia, che ha vissuto all’Arsenale di Venezia la seconda edizione del Salone dedicato.
E Vela spa, che ha organizzato l’iniziativa promossa dal Comune lagunare nell’ambito del progetto finanziato dal Ministero del Turismo “Venezia e la sua Laguna: gestione e valorizzazione dei flussi turistici”, ha sottolineato lo “straordinario successo di pubblico”: oltre 12 mila visitatori in 4 giorni.
Con grande soddisfazione per l’interesse manifestato dal pubblico verso l’artigianato, il saper fare manuale e le tradizioni secolari degli artigiani italiani, la macchina organizzativa si è dunque già messa in moto per la 3^ edizione, che si terrà, sempre all’Arsenale, dal 2 al 5 ottobre 2025, puntando a consolidare sempre più l’evento come appuntamento d’eccellenza per la città.
L’alto artigianato italiano si è mostrato a Venezia
Tra tessuti pregiati e lavori in ceramica, gioielli e mobili d’arte e di design, strumenti musicali e pelletteria, gli artigiani hanno portato in Arsenale sempre più esempi di mestieri caratteristici di tutta Italia, arricchendo anche la varietà merceologica.
A intervenire in questa seconda edizione sono stati oltre 140 espositori, con una crescita del +30% dal primo anno. È stata di conseguenza ampliata la superficie espositiva, arrivata a 7 mila metri quadrati tra le “Tese” e le “Nappe” di San Cristoforo, cuore dell’esposizione.
Un ampio spazio, ovviamente, è stato dedicato ai mestieri tipici veneziani e alla loro produzione di oggetti di qualità: dal vetro di Murano all’arte orafa, dal merletto alle barche tradizionali per la navigazione in Laguna, da tessuti pregiati e ceramica alla lavorazione di legno e ferro.
Una “selezione di volti e di storie” che “rappresentano l’identità stessa del territorio”, per mettere in evidenza la passione, la cura e tutto il resto che c’è alle spalle del lavoro artigiano, come ha sottolineato il sindaco Brugnaro.
Cosa si è visto al Salone 2024
Negli spazi dell’Arsenale, il Salone dell’alto artigianato ha così organizzato iniziative per offrire visibilità a realtà più o meno conosciute dell’artigianato di qualità. Nel “Glass Bateo”, ormeggiato negli spazi acquei per l’intera durata dell’evento, sono state per esempio esposte circa 50 opere create da 17 aziende concessionarie del marchio “Vetro Artistico Murano”, una delle eccellenze della realtà lagunare veneziana, che ha visto anche la partecipazione dell’Its “Abate Zanetti”.
Ma anche i Musei Civici, alla Tesa 113, hanno potuto mettere in luce l’importanza delle arti decorative nello spazio chiamato “I mestieri dell’arte”. Ancora, hanno partecipato tra gli altri al Salone la Scuola mosaicisti del Friuli o, per il merletto, l’associazione “Murazzo” di Pellestrina, l’associazione “Marcello” di Burano, l’associazione “Il merletto di Chioggia” e il Centro studi storici di Mestre con “Sacolà… e ciacola ad ago”. E poi la fondazione “Zavrel” di Sarmede (Treviso, illustrazione per l’infanzia), il Politecnico calzaturiero del Brenta, il liceo “Guggenheim” per il tessile e il liceo “De Fabris” per la ceramica di Nove (VI).
Alto artigianato: non solo celebrazione, ma anche futuro
Gli artigiani, è il messaggio lanciato nel contesto unico dell’Arsenale dal Salone di Venezia, riconosciuto fin dall’inizio dalla Regione Veneto come fiera di rilevanza internazionale gestita all’insegna della sostenibilità, vanno insomma visti come dei veri e propri ambasciatori dei rispettivi mestieri attraverso le proprie imprese. Che, sottolinea ancora il sindaco di Venezia, “creano valore economico e sociale, garantiscono l’unicità del prodotto, sono uno dei punti di forza di questo Paese nonché motore della crescita economica”.
In particolare, attraverso il fitto calendario di dimostrazioni, dibattiti, esposizioni e attività didattiche, il Salone ha offerto l’occasione di discutere di opportunità di sviluppo e di futuro con i giovani che si avvicinano a questo settore produttivo. Pur partendo dal sapere tramandato di generazione in generazione e senza snaturare mai l’anima dei prodotti, il mondo artigianale è del resto sempre attento, accanto alla formazione, alle nuove prospettive che si aprono con lo sviluppo di tecnologie e strumenti digitali, come l’Ai.
Alberto Minazzi