“Arena del Futuro”: la mobilità elettrica del futuro sperimentata sulla Brescia-Milano
Benvenuti nel futuro della mobilità. Ricaricare il motore elettrico della propria auto finché si viaggia non è un sogno utopistico, ma un progetto concreto e già avviato che potrebbe presto diventare realtà. O, meglio, che almeno in parte è già realtà, perché la sperimentazione della nuova tecnologia di ricarica a induzione è già entrata nel vivo.
Insieme ad altri Paesi del Mondo anche l’Italia, esattamente lungo l’autostrada A35 Brebemi, tra Brescia e Milano, ha avviato i test per verificarne la concreta applicabilità. Così è stato realizzato un apposito circuito sperimentale, non a caso chiamato “Arena del Futuro”, in cui nei prossimi mesi si conta di raccogliere importanti indicazioni.
L’Arena del Futuro
La tecnologia presentata a Chiari, nel Bresciano, si chiama Dynamic Wireless Power Transfer, riassunta nell’acronimo DWPT. Si tratta di un sistema che, sfruttando l’induzione, permette ai veicoli elettrici di ricaricare gli accumulatori viaggiando su apposite corsie dedicate.
L’elettricità viene direttamente trasferita ai veicoli in movimento, siano essi automobili, autobus o camion, attraverso un innovativo sistema di spire posizionate circa 12 cm sotto l’asfalto.
Il DWPT : la conversione dell’elettricità e il wireless
Il progetto pilota italiano, coordinato dalla società di gestione autostradale A35 Brebemi e da Aleatica, operatore globale di infrastrutture di trasporto specializzato in soluzioni di mobilità sostenibili e innovative, è attualmente quello allo stadio più avanzato di sperimentazione.
Sfruttando l’area di sua proprietà in cui sorgeva un’area di servizio dismessa, Brebemi ha infatti realizzato un circuito di sperimentazione per procedere con i test sulla nuova tecnologia.
Il Dynamic Wireless Power Transfer si connette alla rete di distribuzione elettrica a media tensione in un impianto fotovoltaico. Da qui la corrente raggiunge una cabina in cui avviene la conversione dell’elettricità da media a bassa tensione e da alternata a continua.
Attraverso il passaggio in una management unit, la stessa corrente viene quindi nuovamente convertita da continua ad alternata, ma con una frequenza di 86,5 kilohertz, adatta per il wireless.
Il trasferimento di energia alla macchina per induzione
È infatti questo il sistema con cui l’elettricità viene trasmessa dalla bobina primaria, quella inserita nella strada, a quella secondaria, presente sui veicoli.
Ad attivare le spire è lo stesso passaggio dei mezzi, che generano un campo magnetico attraverso cui avviene la ricarica attraverso un trasferimento di energia per induzione.
Il ricevitore installato nel veicolo è così in grado di utilizzare l’elettricità ricevuta o per alimentare direttamente il motore, o accumulandola nella batteria.
Auto elettriche: le novità europee
Il progetto pilota, inserito all’interno del percorso di transizione ecologica verso la decarbonizzazione dei trasporti, è è stato presentato giusto un paio di settimane prima della conferma, arrivata nella notte tra il 28 e il 29 giugno, da parte del Consiglio Ambiente dell’Unione Europea al divieto di vendere nuovi veicoli alimentati con motori termici a combustione a partire dal 2035.Entro quella data, l’obiettivo della Ue è quello di arrivare all’abbattimento totale delle emissioni di anidride carbonica, con una tappa intermedia di valutazione dei progressi fissata per il 2026.
Pur aprendo ai biocarburanti e ad altri motori green, l’accordo raggiunto in sede continentale chiaramente punta in primis sull’elettrico. Sarà quindi fondamentale, in tale prospettiva, non perdere tempo sul fronte dell’infrastrutturazione.
La ricarica a induzione e la decarbonizzazione dei trasporti
Nel documento “Decarbonizzare i trasporti, evidenze scientifiche e proposte di policy”, presentato di recente dagli esperti coinvolti dal Ministero, la ricarica a induzione è stata individuata come una delle possibili soluzioni concrete verso gli obiettivi prefissati dal Pacchetto “Fit for 55”, presentato dalla Commissione europea in attuazione della strategia del Green Deal.
E i test già effettuati sulla tecnologia DWPT hanno evidenziato tra i vantaggi della ricarica a induzione una maggior efficienza energetica del veicolo, una riduzione del volume delle batterie nei veicoli senza impattare sulla capacità di carico merci e persone, un aumento della vita media della batteria stessa grazie al fatto che si eviterebbero picchi di ricarica perché verrebbe alimentata ad intervalli durante il giorno. Inoltre, una volta a regime, il sistema potrà ridurre i tempi di sosta per ricarica.
Ad autunno i primi dati: prospettive già per il 2023
A rendere possibili questi risultati sono le più innovative tecnologie offerte dal 5G e dalle soluzioni applicative basate sull’intelligenza artificiale. Non a caso, il progetto vede tra i partner realtà leader nei rispettivi settori come Abb, Electreon, Iveco, Iveco Bus, Mapei, Pizzarotti, Politecnico di Milano, Prysmian, Stellantis, Tim, Fiamm Energy Technology, Università Roma Tre, Università di Parma, Vigili del Fuoco e Ministero dell’Interno-Polizia Stradale.
Il prossimo step per il progetto pilota italiano è fissato per l’autunno 2022, quando saranno valutati i risultati raccolti in 3-4 mesi di sperimentazione sul tratto di autostrada in cui è stato realizzato il circuito.
L’obiettivo è poi quello di riuscire a passare all’avvio della fase di una prima concreta realizzazione del sistema di mobilità a zero emissioni già nel 2023. In parallelo, si proseguirà anche sul piano dei possibili sviluppi commerciali, in Italia e all’estero, trattandosi di una tecnologia adatta anche a infrastrutture come aeroporti, porti o parcheggi. Non a caso, tra le più recenti manifestazioni di interesse vi è anche quella dell’aeroporto bergamasco di Orio al Serio, per una sperimentazione sui propri bus.
Alberto Minazzi
avete pensato alla massa? Chi non potrà permettersi di acquistare un’auto elettrica come dovrà viaggiare? L’elettrico non è una tecnologia sostenibile.