Tanti giovani sono morti nel 1942 nel deserto egiziano. Alla celebrazione dell’81° anniversario della battaglia di El Alamein, i parà a ricordarli
El Alamein.
In questa località del deserto egiziano, nel corso del 1942 si svolse una delle battaglie più cruente ma determinanti della Seconda Guerra Mondiale.
Da un lato, l’esercito italo-tedesco di Erwin Rommel; dall’altro, quello alleato guidato da Bernard Montgomery.
Quei sanguinosi venti giorni di battaglia hanno dato una svolta all’intero conflitto a favore delle forze britanniche che, completata l’occupazione del Nord Africa, sono passate all’invasione della Sicilia nell’estate del 1943.
L’81° anniversario della battaglia di El Alamein
El Alamein ospita oggi uno dei sacrari militari italiani più celebrati fuori dai confini nazionali.
E ricorda tutti i caduti di quella battaglia, inclusi quelli della Divisione Folgore che ha scritto alcune delle pagine più indelebili della storia militare italiana: i suoi “leoni”, giovani ventenni, hanno infatti sfidato gli inglesi a viso aperto infliggendo loro un altissimo numero di perdite.
Nell’occasione dell’81° anniversario della battaglia, il “Progetto El Alamein” – una joint-venture tra Università di Padova e Società Italiana e Geologia Militare fondata con l’intento di valorizzare il campo di battaglia e modernizzare il sacrario -, con la collaborazione della “congedatifolgore.com” e la Brigata Paracadutisti egiziana ha organizzato un lancio commemorativo il 23 ottobre proprio sui cieli di El Alamein.
Il lancio dei parà in ricordo dei giovani “leoni” del 1942
I 57 partecipanti, diversi tra i quali veneti, tutti con esperienza di paracadutismo alle spalle, si sono offerti volontari rispondendo a un appello lanciato sui social proprio dai fondatori del “Progetto El Alamein”.
Dopo una preparazione sul campo avvenuto con la partecipazione dei colleghi egiziani, i parà si sono quindi lanciati in due fasi: il gruppo più corposo di 50 parà si è lanciato da 800 metri, mentre l’altro si è gettato da un’altezza di 4000 metri.
Una volta atterrati, i partecipanti hanno svolto una celebrazione a ricordo di tutti quei giovani “leoni” che avevano fatto paura all’esercito nemico.
Ivan Zabeo