L’undicesimo rapporto della Fondazione Symbola evidenzia un’accelerazione del sistema imprenditoriale italiano verso la “green economy”
Un’economia più a misura d’uomo è la migliore risposta alla crisi che stiamo attraversando. Lo dice l’undicesimo rapporto “GreenItaly” di Fondazione Symbola e Unioncamere. Dall’analisi emerge infatti che le imprese che hanno effettuato investimenti nel green e nell’innovazione registrano nel 2020 migliori fatturati e impatto occupazionale, un aumento delle esportazioni e delle capacità competitive aziendali.
Tra le imprese che hanno effettuato investimenti per la sostenibilità il 16% è riuscito ad aumentare le entrate, contro il 9% delle imprese non green. Un vantaggio che si conferma anche in termini occupazionali con una percentuale del 9% di aziende che assumono a fronte di un 7% di quelle non eco-investitrici e nell’export che vede le prime a una crescita del 16% contro il 12%.
Imprese “green” più resilienti e innovative
Negli ultimi 5 anni, 432 mila imprese hanno investito sulla “green economy” e sulla sostenibilità per affrontare il futuro. In particolare il 2019 ha fatto registrare un picco con quasi 300 mila aziende che hanno investito sulla sostenibilità e l’efficienza. Il dato più alto registrato da quando Symbola e Unioncamere hanno iniziato a misurare gli investimenti per la sostenibilità.
Un dato interessante che emerge dall’indagine è anche che “green” e digitale insieme rafforzano la capacità competitiva delle aziende. A confermarlo nel 2020 il dato sull’incremento di fatturato che risulta appartenere nel 20% dei casi alle imprese eco – investitrici, mentre solo al 9% a quelle non “green”.
Sempre secondo i numeri del rapporto, il sistema italiano è leader in Europa, attestandosi al terzo posto dopo Lussemburgo e Irlanda per eco-efficienza, vale a dire per le materie impiegate, l’energia utilizzata, la produzione di rifiuti e le emissioni atmosferiche. Molte imprese italiane, nonostante la crisi prodotta dall’emergenza sanitaria non hanno rinunciato a innovare e scommettere sulla sostenibilità ambientale.
Da “GreenItaly 2020” emerge che un quarto delle imprese italiane intende investire nella sostenibilità anche nel prossimo triennio. Le imprese della “green economy” si dimostrano più resilienti, hanno registrato nel 2020 perdite di fatturato inferiori alle altre e ritengono di recuperare entro 1-2 anni i livelli di attività precedenti alla crisi.
Le imprese giovanili in direzione “green” e primato italiano nell’economia circolare
La nuova generazione guarda sempre maggiormente al “green”. Il 47% delle imprese di under 35 nel passato triennio ha investito nella “green economy”. L’Italia vanta anche il primato di giovani e donne in agricoltura: gli under 35 alla guida di un’impresa agricola sono oltre 56 mila, mentre un’azienda agricola su quattro è guidata da donne, quasi 210 mila imprenditrici.
Per quanto riguarda i rifiuti, In Europa il nostro Paese, secondo Eurostat, risulta al primo posto con il 79% di riciclo, il doppio rispetto alla media. Non solo. Complessivamente la sostituzione di materia seconda nell’economia italiana comporta un risparmio potenziale pari a 23 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio e a 63 milioni di tonnellate di CO2. Si tratta di valori pari al 14,6% della domanda interna di energia e al 14,8% delle emissioni climalteranti (2018).
Si registra anche un sempre crescente utilizzo dall’agroalimentare al tessile di chimica verde e sostenibile e bioplastiche soprattutto per quanto riguarda la ricerca e l’innovazione.
Nel 2018 inoltre nel nostro Paese il numero dei “green jobs” ha superato la soglia dei tre milioni, il 14% del totale dell’occupazione complessiva. Una importante spinta al nostro sistema manifatturiero verso la sostenibilità ambientale è data dai giovani al di sotto dei 35 anni, basta considerare che il 47% delle imprese da loro guidate ha fatti eco – investimenti.
Il Veneto “green”
Con 42.963 imprese “green”, il Veneto è al secondo posto in Italia per numero di imprese che hanno investito in tecnologie e prodotti sostenibili. La regione vede ben 5 delle sue province – Padova, Vicenza, Verona, Venezia, Treviso – nelle prime 20 posizioni a livello nazionale per numero di aziende che effettuano eco – investimenti.
Un altro primato riguarda i “green jobs”. Con 45.990 nuovi contratti stipulati per il 2019, il 8,8% del totale nazionale, il Veneto risulta la quarta regione nella graduatoria nazionale per numero di contratti programmati entro l’anno. A tale risultato contribuiscono le province di Verona (11.039), Padova (10.203), Treviso (9.848), Vicenza (8.972), Venezia (8.048).