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Il Veneto pronto all'accelerata: confermati i suoi punti di forza

Il Veneto pronto all'accelerata: confermati i suoi punti di forza

Dopo la pandemia, un super 2021 per il recupero in tutti i settori. Crescita anche nel 2022

Dopo Lombardia e Lazio, il Veneto si conferma terza regione italiana per la produzione di ricchezza e quarta per numero di imprese attive: 22,9 per kmq  contro le 15,6 della media italiana, con 36,4 addetti ogni 100 abitanti contro i 29,2 in Italia.
E’ qui che viene realizzato il 9,2% del Prodotto interno lordo nazionale ed è qui che, nel 2021, c’è stata una capacità di reazione alle conseguenze della pandemia superiore alla media del Paese.
Bastano questi numeri, tratti dal Rapporto statistico interattivo della Regione Veneto aggiornato a dicembre 2022, per capire che l’andamento della congiuntura economica, nella regione, offre segnali ampiamente positivi.
Pur nella consapevolezza che il cammino di ripresa sarà chiamato quest’anno a fronteggiare nuovi ostacoli, si stima che la variazione degli investimenti potrà essere pari al +16,7%, affiancata da una crescita dei consumi delle famiglie del 4,6%.

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L’andamento del Pil

La crescita raccontata dal Rapporto si lega al forte recupero dell’attività produttiva, ma anche all’effetto statistico di rimbalzo dopo gli effetti dell’emergenza sanitaria e all’importante risposta messa in campo con le politiche economiche. E se, nel 2021, l’incremento del Pil globale è stato stimato al +6%, quello dell’Unione economica e monetaria europea al +5,2%, quello italiano al +6,7%, il Veneto ha toccato un +7,1%.
La perdita di circa 2.800 euro di Pil pro capite registrata nel 2020 a causa del Covid potrebbe essere stata nel 2022 quasi colmata e nonostante un’evoluzione congiunturale con rischi di ribasso per l’aumento del disavanzo della bilancia commerciale, la diffusione dell’inflazione (con una media annua attesa ai massimi storici) e il marcato peggioramento della fiducia dei consumatori, la crescita del Pil veneto è attesa al +4,2%.
L’Italia, invece, si dovrebbe fermare al +3,8%, il mondo, la Cina e l’Europa al +3,2% e gli Stati Uniti al +1,8%.

I principali driver della ripresa del Veneto: le imprese

La reazione alla frenata del 2020 del manifatturiero di una regione come il Veneto, che ha confermato la vocazione fortemente industriale, è stata importante in tutti i settori.
Nel 2021, la crescita è stata del +12,8% per l’industria, del +18,5% per il settore delle costruzioni, del +4,4% del terziario, anche se quello dei servizi già nel 2020 aveva prodotto oltre 85 miliardi di euro di valore aggiunto in termini reali: circa i due terzi del totale.

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I tre punti di forza del Veneto

Il Rapporto statistico della Regione individua comunque soprattutto 3 punti di forza in grado di fungere da principali driver per la ripresa del Veneto, che hanno confermato l’evoluzione positiva anche nel primo semestre del 2022, nonostante le incertezze legate alla situazione internazionale. Il primo driver è quello delle imprese, che non hanno fatto registrare variazioni percentuali in termini numerici tra il primo semestre 2019 e l’analogo periodo del 2022.
Oltre un’impresa veneta su 5 (il 22,3%), in questo comparto, appartiene al settore del commercio. In valori assoluti, tra le imprese manifatturiere la maggior parte, il 21,5%, è legata ai metalli, con un ulteriore 16,7% che opera nel campo della moda. Nel confronto con le medie nazionali, la manifattura veneta evidenzia però un peso relativo più elevato per quanto concerne le industrie legate all’arredamento, alle apparecchiature elettriche e ai macchinari.

 

L’interscambio commerciale

Il secondo punto di forza del Veneto è la vocazione all’interscambio commerciale con l’estero, che nel 2021 ha fatto segnare una crescita positiva in tutti i comparti.
Quasi la metà del Pil, esattamente il 43%, è stato destinato all’esportazione, facendo del Veneto la terza regione, dopo Lombardia ed Emilia Romagna, per valore di merci esportate. E la variazione percentuale dell’export, nel confronto tra prima metà del 2019 e del 2022, è stata del +18,6%.

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Tra i settori dell’export veneto guida la meccanica strumentale, che supera i 13 miliardi di fatturato, recuperando il +12,6% rispetto al 2020 e tornando così ai livelli precedenti alla pandemia. Tra le performance da sottolineare, il +30,5% delle vendite di prodotti metallurgici e la crescita di quasi un miliardo di euro di quelle di apparecchiature elettroniche.
Bene (+14,2%) anche il secondo settore per esportazioni, il comparto moda, con un fatturato estero di 10,9 miliardi di euro nel 2021.

Il turismo

Il Veneto, poi, può riprendere a puntare sul turismo, uno dei settori più penalizzati dalle restrizioni agli spostamenti legati all’emergenza sanitaria. I livelli di quella che resta la prima regione turistica d’Italia sono lontani da quelli raggiunti nel 2019, prima del Covid.
Allora si contavano oltre 71 milioni di presenze (per il 67,6% straniere) e più di 20 milioni di arrivi. La ripresa dei flussi, nel 2021, è comunque comprovata dagli oltre 50,5 milioni di presenze e quasi 12 milioni di arrivi.

Un trend comune a tutti e 5 i comprensori turistici del Veneto, con un traino derivante principalmente dal turismo domestico. Il forte aumento degli italiani, in ogni caso, si è unito al raddoppio dei tedeschi riportando le cifre ai livelli pre-pandemia sopratutto per quel che riguarda le località balneari. Gli arrivi da Germania e Olanda hanno determinato un agosto 2021 da record anche sul Lago di Garda.
Pur avendo in pratica perso un’altra stagione sciistica, anche la montagna si è rifatta in estate, quando i pernottamenti hanno superato quelli registrati prima del Covid.

L’occupazione

La ripresa economica in Veneto si è tradotta infine in dati positivi anche riguardo all’occupazione, con il mercato del lavoro che ha iniziato a mostrare una ripresa da metà 2021. Il tasso di occupazione, dopo la discesa al 65,2% del 2020, è tornato al 65,7%: un dato molto superiore a quello medio italiano (58,2%), ma ancora inferiore al 2019 (67,5%). Il processo di ripartenza, però, non si è fermato e, nel secondo trimestre 2022, l’Istat mostra un ritorno al 67,7%.

Restano sostanziali differenze, quanto all’occupazione, tra uomini e donne. I primi, al 73,5% nel 2021, sono ancora sotto il 76% del 2019; le seconde sono salite dal 55,8% del 2020 al 57,7% del 2021. Ma è evidente che il gap di genere rimane elevato. Quanto ai giovani, i disoccupati tra 15 e 24 anni sono il 18,2%, molto al di sotto della media nazionale del 29,7%. Per le nuove generazioni, però, pesa molto l’aumento degli inattivi: +7% in due anni, con una successiva inversione di tendenza ancora non sufficiente.

Anche le assunzioni, documenta Veneto Lavoro, sono intanto tornate a crescere: nel primo semestre 2022, sono state 335.500: +30% rispetto al 2021 e sopra i dati del 2019. Sono i settori dei servizi (+41%) e soprattutto del turismo (+65,5%) a far segnare le performance migliori. Il tasso di disoccupazione complessivo, nel 2021, si è così attestato al 5,3%: il secondo più basso d’Italia.

Alberto Minazzi

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Tag:  Pil, Veneto

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