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Il Veneto in bicicletta

Il Veneto in bicicletta

140 km di viaggio, da est a ovest, toccando le principali località venete. Tra laguna, fiumi e colli, tanti capolavori architettonici e panorami naturalistici mozzafiato

Non solo città d’arte, o spiagge o le Dolomiti.
Negli ultimi anni il Veneto ha sviluppato una nuova forma di turismo “green” che sta coinvolgendo sempre di più i giovani e gli amanti dello sport all’aria aperta: quello ciclistico.
Con numeri in aumento e la possibilità di sfruttare una considerevole rete fatta di strade sterrate e asfaltate, che segue vecchie linee ferroviarie riconvertite e argini di fiume, capace di collegare tutto il Veneto in sicurezza e di andare oltre i confini regionali, addirittura fino a Monaco di Baviera.
Il progetto regionale “Green Tour – verde in movimento” coinvolge centinaia di migliaia di chilometri proponendo percorsi naturali mozzafiato, idee enogastronomiche, una vasta scelta artistica e culturale. Un viaggio lungo un Veneto inedito, ancora poco conosciuto ma di rilevante spessore.
In questo articolo attraverseremo la regione da est verso ovest toccando le principali città, seguendo il tratto veneto della AIDA (Alta Italia Da Visitare), una lunghissima arteria che ciclopedonale capace di unire la Francia alla Slovenia. La speranza è che quello che abbiamo vissuto lo possiate praticare in strada. Facciamolo insieme con leggerezza, con la voglia di esplorare. In musica: “E con la bici fuggiamo e chi lo sa…partiamo alla grande, partiamo da star”!

Veneto in bicicletta

Il Veneto in bicicletta: prima tappa: Venezia – Padova

E partiamo alla grande, sì, da Venezia, con prima destinazione Padova, la Città del Santo.
Un viaggio di 46 km che, dopo aver lasciato la laguna, Mestre e di Marghera, si immerge subito nella splendida Riviera del Brenta.
Da Oriago fino a Stra si passa davanti a tante, piccole regge di Versailles, i luoghi di villeggiatura dei nobili veneziani. Incontrando anche gruppi che pagaiano lungo il fiume, oppure il famoso Burchiello con i turisti, avvicinandoci a Mira, incontriamo le ville Mocenigo, Widmann e Valmarana; dopo il passaggio per il polo di Mira Porte, è inevitabile fare i conti con il passato industriale della MiraLanza. Dopo aver superato il Municipio di Mira, sia sul lato destro del Naviglio, quello che si sta percorrendo, sia sull’altro, si incontrano altri edifici sei- e settecenteschi: le ville Alberti, Venier, Ducale, Velluti, Tito e Badoer Fattoretto, quasi tutte provviste di un ampio giardino e alcune visitabili previa prenotazione.
Siamo ormai a metà percorso e si percepisce un certo languorino. Entrando nel territorio comunale di Dolo, se stiamo viaggiando nel pomeriggio, una tappa al caratteristico Squero che si trova in centro e al vecchio Mulino, dove lo scorrere dell’acqua garantisce un momento di pace prima di riprendere la pedalata verso Padova può essere una buona scelta. Troverete numerosi pub e ristorantini dove concedervi una rilassante pausa.

L’antico squero di Dolo @Mion

Raggiungendo Stra, ancora lungo la riva destra del Naviglio, potete scorgere un mix di panorami arricchiti di campanili, di campagne, di capannoni industriali appartenenti al polo calzaturiero più famoso al mondo e di nuove ville, per lo più private. Fino a quando non si sbuca davanti a quel capolavoro del Settecento veneziano, Villa Pisani, che tra i suoi ospiti illustri ha visto Napoleone. Attraversando la riva al ponte successivo, è d’obbligo la visita al giardino con labirinto e al salone da ballo affrescato dal Tiepolo.
Da Stra imbocchiamo la strada lungo il Piovego, un lungo e dolce rettilineo, sia sterrato che asfaltato. Ogni tanto capita di incontrare un simpatico e numeroso gregge di pecore.
Il suo passaggio permette un attimo di sosta. Padova viene introdotta da retro di Villa Giovanelli Colonna e dal sacrario dell’Internato Ignoto di Terranegra, dedicato agli internati militari italiani in Germania. E infine, eccoci alla Città del Santo. Sta a voi decidere se proseguire lungo i navigli e le vecchie mura, oppure in Prato della Valle, tra gelaterie e terrazze. C’è solo l’imbarazzo della scelta per concludere degnamente la prima tappa del nostro viaggio lungo AIDA.

cicloturismo
La ciclovia Aida

Seconda tappa: Padova – Vicenza

Nel corso della prima tappa abbiamo scorto orizzonti tipicamente pianeggianti lungo il Naviglio del Brenta.
Lo scenario per raggiungere Vicenza è diverso perché ci perderemo nello spettacolo dei Colli Euganei prima e di quelli Berici poi.
Il percorso è lungo quanto quello da Venezia a Padova e il nostro compagno di viaggio per l’occasione si chiama Fiume Bacchiglione.
Lo seguiremo attraverso un lungo rettilineo reso vario da un continuo zigzagare tra i ponti che lo attraversano in più punti.
Partiamo quindi dalla Basilica di Sant’Antonio, procediamo per il quartiere Bassanello e ci colleghiamo proprio con il Bacchiglione e il suo percorso ciclopedonale che ci conduce subito al verde dei Colli Euganei e al parco fluviale.
Entrando nel territorio di Cervarese Santa Croce, incontriamo il castello di San Martino della Veneza, una rocca costruita lungo il vecchio confine tra Padova e Vicenza ma che nel corso degli anni aveva assunto connotati più commerciali. Il percorso incrocia altre due vie ciclabili.
La prima, è quella che porta a iniziare l’Anello degli Euganei, quel lungo tour naturalistico che lambisce le colline padovane toccando l’Abbazia di Praglia, il polo termale di Abano e Montegrotto e il suggestivo borgo di Arquà Petrarca; la seconda, invece, è l’intersezione della Treviso-Ostiglia, la vecchia linea ferroviaria dismessa che collega la zona del Piave al Po e quindi a Mantova e alla Lombardia.

Ma prima di questa intersezione, dopo aver scorto San Martino della Veneza, superiamo i confini con Vicenza e incontriamo un altro edificio tipicamente medievale: il castello Grimani Sorlini, un elegante e ambito bastione dell’XI secolo, elevato in mezzo a un bosco sopra la collina che sovrasta il territorio di Montegalda.
Siamo ormai giunti a metà della nostra tappa e qui abbiamo superato un confine immaginario, siamo passati da una bellezza all’altra: dai Colli Euganei ai Colli Berici.
Ed entriamo in un territorio inedito, spesso trascurato dai grandi tour organizzati in Veneto, ma capace di regalare moltissima gioia agli occhi.
Arriviamo nel territorio comunale di Longare e consigliamo di passare il fiume per vedere il borgo di Costozza, ai piedi delle cave.
Anche qui è facile comprendere l’origine medievale di questa borgata, immersa tra i primi vigneti e la natura. Costozza è rinomata proprio per via delle sue ex cave, dalle quali si estraeva la Pietra di Vicenza e delle case rupestri. Raggiungendo appunto la grotta, da cui il nome francesizzato della struttura ricettiva che la coccola, è possibile scattare incredibili foto del panorama circostante e respirare tranquillità e libertà. Ritorniamo così al nostro percorso originario, la nostra tappa sta ormai per concludersi: da Longare imbocchiamo la Riviera Berica e a 7 km dalla ripartenza giungiamo alla splendida villa Rotonda, il capolavoro di quel genio ispiratore di Palladio. Vicenza, il nostro capolinea, è a un passo.

Terza tappa: Vicenza – Verona

Zaino in spalla e pedalare, tocca adesso alla tappa più lunga, ben 70 km, quella che da Vicenza arriva a Verona, la nostra destinazione finale di questo tour che collega il Veneto da est a ovest. Questo viaggio tocca più corde perché guarda più all’urbanizzazione e alle arterie stradali provinciali e autostradali.
Tuttavia, quanto vedrete sarà una sagra per la vista, per il gusto e l’olfatto.
A Vicenza si segue il fiume Retrone, un affluente del Bacchiglione, addentrandosi per l’omonimo parco.
Attraversiamo quindi Creazzo e Sovizzo e giungiamo poi nel territorio di Montecchio Maggiore.


Ci accoglie villa Cordellina Lombardi, un capolavoro architettonico settecentesco di stile palladiano che ha ricevuto il tocco artistico del Tiepolo.
Un luogo del cuore aperto al pubblico. Il centro di Montecchio Maggiore è ormai lì, a una pedalata.
Il nostro prossimo obiettivo è raggiungere una delle perle del Veronese, Soave, dove ci aspetta una bella visita di quello che è stato premiato come “Borgo dei Borghi” 2022 ai piedi dei monti Lessini.

Tra la braccia di Soave

Ma prima di arrivarci ci sono ancora un bel po’ di chilometri da fare, si devono attraversare Montebello Vicentino, Sorio di Gambellara e Monteforte d’Alpone, un primo antipasto che fa comprendere la bellezza delle colline veronesi, impreziosite da lunghi vigneti e le relative cantine. E finalmente arriviamo a Soave, siamo ormai a metà del nostro percorso.
Dalla rocca in cima partono le mura, sembrano due braccia aperte pronte ad accogliervi e a proteggere il caseggiato sottostante.
La sosta non solo è meritata, ma soprattutto doverosa, un omaggio a questa perla del Veneto.
Soave è sovrastata proprio da una fortezza medievale capace di controllare tutti gli spostamenti sottostanti e offriva protezione ai commerci. Gli occhi dei visitatori in cima alla torre cadono inevitabilmente sulla distesa di vigne e sulle cantine. Una di queste la vedrete proprio sotto i vostri occhi: qui e in altre situazioni si produce il Soave DOC con tutte le altre varianti come, ad esempio, il Recioto. L’incontro tra storia e tradizione è visibile passando sotto a una delle porte murate.

Veneto in bicicletta
Soave

Le bottiglie vuote appese al soffitto ci salutano prima di proseguire il nostro viaggio verso Verona. Il paesaggio che stiamo vivendo è stupendo, continuiamo a vedere dolci colline e distese di vigneti che fan venire tanta sete. Ma non è l’unica tentazione: a chi non verrebbe voglia, dopo oltre 140 chilometri di viaggio in pochi giorni lungo il Veneto, di  buttarsi in una delle vasche delle terme di Giunone a Caldiero? Infatti, la piscina è una delle attrazioni del territorio, capace di richiamare moltissimi turisti da altre province. Ma Verona ci aspetta, ormai ci siamo! Passiamo attraverso paesi rurali, come Mariona, sviluppatisi lungo canali e arricchiti da mulini ad acqua. Case Nuove di San Martino Buon Albergo ci dice che stiamo entrando nel polo industriale scaligero. Il passato e il futuro, dove il comune denominatore è la profonda laboriosità del territorio, sono evidenziati dalla presenza di un intreccio di arterie stradali urbane ed extraurbane. Verona rappresenta uno degli snodi strategici più importanti del Nord Italia, tra Milano e la Baviera. Ma noi ci avviciniamo alla città lungo l’argine dell’Adige. La nostra vittoria è giungere a Piazza Bra: ci saluta l’Arena di Verona, degna conclusione del nostro lungo viaggio lungo la AIDA.

Ivan Zabeo

Un commento su “Il Veneto in bicicletta

  1. Bellissimo giro fatto di storia. È possibile avere la traccia del percorso gpx? Grazie mille e buoni km.


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Tag:  ciclabili, Veneto