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“Il sole è mio, pagatemi!”

“Il sole è mio, pagatemi!”

La curiosa vicenda di una messicana, che ha depositato la richiesta di essere riconosciuta proprietaria della nostra stella

Sono diverse le versioni sulla frase effettivamente pronunciata dal filosofo greco Diogene di Sinope in risposta all’invito del re macedone Alessandro Magno a “chiedermi quello che vuoi”.
È chiaro però il senso della risposta del saggio, passato alla storia anche per la sua “ricerca dell’uomo” che era steso a prendere il sole: “Non togliermi quello che non puoi darmi”.
Da allora sono passati circa 400 anni fino alla nascita di Cristo e altri 2 mila per arrivare ai giorni nostri, ma c’è chi, guardando alla stella del nostro sistema, è riuscito a spingersi oltre.
E’ il caso di Maria Angeles Duran, perito legale di origine messicana, già passata agli onori delle cronache nel 2008 per aver fatto sapere al mondo di aver registrato i diritti sull’urlo di Tarzan, che nel 2010 ha depositato presso un notaio spagnolo i documenti con cui richiedeva un risarcimento da parte di tutti gli abitanti del nostro pianeta per l’uso dei raggi solari.

sole
La donna, infatti, rivendica la sua proprietà sull’astro: un diritto maturato sulla base di una “usucapione per apprensione elettromagnetica radioattiva per più di 30 anni”.
Un’appropriazione, secondo la sua tesi, possibile visto che la convenzione che proibisce agli Stati di dichiararsi proprietari di corpi celesti non si applicherebbe ai privati.

La proprietaria maggioritaria del sole

A tal fine, nell’atto, Duran, autodefinitasi precisamente “proprietaria maggioritaria” della stella citava un’identica appropriazione della Luna e della maggior parte dei pianeti da parte di un cittadino americano, aggiungendo, a sostegno del proprio diritto, il fatto che nessuno, dalla comparsa dell’uomo sulla Terra, ne abbia rivendicato la proprietà e che il possesso sia basato sul diritto romano, che sarebbe ancora valido in tutti i Paesi. Una teoria discutibile, quest’ultima, ma che non ha impedito al notaio di registrare la proprietà visto che, dopo diversi mesi di ricerche, è stato appurato che la richiesta della proprietaria maggioritaria del sole non viola alcuna legge o norma e quindi l’atto è giuridicamente fondato. Come anche l’ironica sottolineatura dello stesso notaio il quale ha rilevato che il catasto spagnolo, dove andrebbe iscritto il Sole, non ha però nessuna giurisdizione sul sistema solare.
Il legale Maria Angeles Duran ha definito anche come andrebbero distribuiti i proventi derivanti dalla sua proprietà: la metà andrebbe al fisco, il 20% all’ente pensionistico spagnolo e il restante 30% diviso in parti uguali tra la ricerca, la lotta alla fame del mondo e la stessa Duran, come ricompensa per la sua idea.
Dall’atto sono oramai passati quasi 15 anni e non risulta che qualcuno abbia minimamente pensato di pagare per il beneficio ricevuto dal sole. Né hanno avuto miglior esito gli altri tentativi della donna messicana di vendere alcuni lotti del Sole su E-bay (l’annuncio sarebbe stato rimosso per il mancato rispetto delle regole del sito), con la seguente creazione di un sito dedicato specificamente a questa vendita, che non ha però trovato acquirenti.

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