Dopo 5 secoli, l’opera si può nuovamente ammirare nel suo originario splendore alle Gallerie dell’Accademia di Venezia
Lo sguardo si perde nella magnificenza delle 9 tavole che lo compongono. Le 5 principali raffigurano le allegorie delle virtù, ovvero Carità, Fede, Speranza, Giustizia e Pazienza, mentre sui 4 comparti angolari l’artista ha dipinto dei putti.
E’ il restaurato e ricomposto soffitto ligneo dipinto da Giorgio Vasari che, dopo ben 5 secoli, è ritornato a far bella mostra di sé alle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove chiunque potrà ora ammirarlo.
Il capolavoro visibile nella sua completezza
Nel 450° anniversario della morte del pittore, architetto, scrittore e biografo aretino Giorgio Vasari (Arezzo 1511 – Firenze, 1574) è arrivata a conclusione la ricomposizione del soffitto ligneo commissionato all’artista per palazzo Corner Spinelli, sul Canal Grande.
Realizzata nel 1542 e successivamente smembrata nel Settecento, l’opera è stata oggetto di una campagna di acquisizione avviata negli anni Ottanta dello scorso secolo da Ministero della Cultura, Gallerie dell’Accademia di Venezia e altre istituzioni pubbliche e private che l’hanno sostenuta economicamente, che ha permesso di riportarla al suo originario splendore.
Il capolavoro, che si pensava perduto, è stato ricostruito tassello dopo tassello come un grande, magnifico puzzle. Per farlo ci sono voluti una quarantina di anni. Il soffitto, rara testimonianza dell’opera del pittore toscano nel capoluogo lagunare, è una ricca composizione costituita da 9 scomparti per un totale di 12 metri quadrati di tavole dipinte.
Al centro, nel comparto rettangolare, si erge la Carità cui guardano le altre Virtù: la Speranza e la Fede sui lati più lunghi, la Pazienza e la Giustizia su quelli più corti. Il soffitto ricostruito e ritrovato trova posto in una sala interamente dedicata lungo la loggia palladiana in un ambiente immersivo che ripropone con cura la camera di palazzo Corner cui era destinata, riportando il visitatore indietro nel tempo.
La ricostruzione del soffitto ligneo nella storia
Come è emerso dagli studi sull’opera, Vasari introdusse delle varianti rispetto al tema classico del Trionfo delle Virtù, accostando al soggetto centrale nelle 5 tavole un esempio positivo, che rafforza ed esprime il concetto della virtù in questione, e uno negativo che contrasta e si oppone al soggetto stesso.
Un dettaglio non secondario in quanto è proprio la corretta attribuzione di un esempio negativo (il Giuda che si toglie la vita per anni ritenuto un brano indipendente dell’opera del Vasari per palazzo Corner Spinelli) all’apparato decorativo del soffitto ad aver fornito la chiave interpretativa dell’iconologia dei singoli comparti, attribuendo un nuovo significato all’unità della composizione.
Se intorno alla metà del Settecento i vari comparti vennero rimossi dalla loro collocazione originaria e trasferiti altrove è sul finire del XVIII secolo che comincia la vera e propria dispersione, con i vari comparti che vengono divisi in collezioni private italiane ed estere.
Nel 1987 inizia la lenta ma continua acquisizione dei comparti, a partire dall’Allegoria della Giustizia e della Pazienza e due putti con tabella, che vengono acquistati dallo Stato e destinati al patrimonio delle Gallerie dell’Accademia.
Nel 2002 è la volta di un ulteriore putto con tabella e il comparto con l’Allegoria della Carità. Successivamente nel 2013 viene acquistata a Londra l’Allegoria della Fede e nel 2017 si perfeziona l’acquisto dell’ultimo frammento, l’Allegoria della Speranza. Gli unici frammenti al momento dispersi sono il quarto putto con tabella e due frammenti resecati dal comparto con l’Allegoria della Fede. Ma la meravigliosa opera è comunque finalmente visibile a tutti.