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Il ritorno della Primula "fatata": la rarità botanica a Bibione

Il ritorno della Primula "fatata": la rarità botanica a Bibione

Dopo vent’anni, la primula farinosa rinasce a Val Grande: un fragile miracolo tra acqua, silenzio e rispetto della natura

E’ una pianta erbacea spontanea con delicati fiori rosa che cresce in prati umidi e in montagna il cui nome fa riferimento ad alcune sue parti che si presentano cosparse di una delicata e bianca “farina”.
La primula farinosa è un fiore raro, con fusti che raggiungono anche 50 cm di altezza, legato ad habitat incontaminati molto particolari, quali appunto prati umidi e torbiere con suoli poveri di elementi nutritivi e ricchi di acqua.
La natura però mai smette di meravigliare. Proprio in questi giorni infatti, nell’Oasi Naturalistica Val Grande di Bibione, nel veneziano, ne sono stati trovati alcuni esemplari.

Il ritorno di una rarità botanica

La primula farinosa non si osservava nella zona da oltre vent’anni.
Come spiega il naturalista Giosuè Cuccurullo, che ogni giorno accompagna i visitatori nelle escursioni alla scoperta dell’area, la sua presenza a pochi metri sopra il livello del mare è già di per sé un evento eccezionale che diventa maggiormente significativo se si considera che in tutto il Nord Est, a sud della linea delle risorgive, Val Grande è oggi l’unico sito naturale in cui la specie è ancora presente. A favorire il ritorno di questo bellissimo fiore è il progetto di riconversione ambientale avviato dall’Oasi nell’estate 2024. In particolare, la primula farinosa è stata avvistata in un’area di circa sette ettari dove si è scelto di abbandonare la gestione agricola intensiva, riducendo gli sfalci meccanici e introducendo pratiche più compatibili con l’ecosistema naturale.

 

Val Grande cresce in biodiversità

Proprio con lo sfalcio di fine stagione con asportazione della biomassa, divieto di calpestio e posizionamento di arnie per l’apicoltura, si punta a creare un prato stabile, che sia capace di favorire la naturale ricrescita di specie rare, come in questo caso. A meno di un anno dall’inizio dei lavori di apertura al pubblico il metodo ha dimostrato di funzionare portando beneficio alla biodiversità del luogo e sottolineando ancora una volta l’importanza di preservare gli ambienti naturali come Val Grande. Sono veri e propri scrigni naturali nascosti, capaci di dare il meglio di sé quando l’uomo sceglie di rispettarli.

Bibione non è solo una rinomata località balneare.
L’Oasi Val Grande si trova a soli 5 km dalla spiaggia, frequentatissima in estate da turisti di tutto il mondo.
Riconosciuta e certificata dall’Unione Europea a partire dal 2012, si estende lungo 360 ettari che offrono l’opportunità di immergersi nella natura incontaminata dove prosperano una ricca flora e fauna e sono presenti laghi salmastri, stagni, prati stabili e boschi e una vasta area di canali e zone umide.

Un’immersione nella natura

Sono possibili escursioni guidate o in autonomia, anche in canoa, alla scoperta delle sue meraviglie. Si possono osservare diverse specie di uccelli acquatici come cigni, fischioni, germani reali, aironi, cormorani e fenicotteri.
Non mancano uccelli rapaci e mammiferi quali scoiattoli, caprioli, daini e talvolta volpi. La flora offre un variegato paesaggio fatto di prati, boschi di lecci, canneti, pineti e una rara prateria con fiori di particolare importanza botanica.

All’interno dell’Oasi si trova un sito di importanza storica e culturale con la presenza di una villa romana di Mutteron dei Frati, risalente al I secolo d.C. Gli scavi hanno portato alla luce resti importanti, tra cui pavimenti, muri e oggetti quotidiani che testimoniano la vita e le attività economiche dell’epoca.
300 anni fa Val Grande era una grande palude, diventata nel tempo adatta all’allevamento del pesce, cefali, branzini, anguille e orate e oggi un’Oasi Naturalistica definita Zona di protezione Speciale e Sito di Importanza Comunitaria.

 

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