L’età biologica sta nell’azione epigenetica delle strutture molecolari che regolano il DNA
Quanti anni hai? La risposta sembra banale ma in realtà non è proprio così. Chissà quante volte molti di noi, facendo fatica a salire una scala o a portare un peso, avranno pensato “ho solo 50 anni e sembra ne abbia 80”. Oppure è esattamente il contrario e capita di incontrare arzilli 85enni che portano senza problemi pesanti borse della spesa, fanno corsette al parco e vanno a ballare. Perché accade questo?
Ce lo spiega un test brevettato dall’Istituto di ricerca scientifica Altamedica, da effettuare sul sangue o sulle mucose, per valutare l’età biologica,che nulla ha a che vedere con quella anagrafica calcolando il ritmo di invecchiamento.
Tutto dipende dal DNA
Quanti anni abbiamo realmente, al di là di quello che rivela la carta d’identità, ce lo dice l’azione epigenetica delle strutture molecolari che regolano il DNA.
E’ in pratica un esame della porzione influenzabile del Dna, il metiloma, basato sull’orologio epigenetico, il vero orologio del nostro organismo.
L’epigenoma è l’insieme di tutte le modifiche chimiche che si trovano sul DNA e sugli istoni di una cellula in uno specifico momento e è fondamentale durante i processi vitali. “Highlandertest”, che calcola i livelli di metilazione del DNA, è il primo passo per arrivare a rallentare l’invecchiamento.
La correzione dell’andamento epigenetico
«Oggi sofisticati algoritmi come Highlandetest recentemente brevettato – spiega il direttore scientifico di Altamedica Claudio Giorlandino – sono in grado di associare all’età cronologica i fattori che la influenzano in un soggetto rispetto all’altro, permettendo di correggere l’andamento epigenetico della singola persona al fine di rallentarne l’invecchiamento. L’orologio biologico è superiore a qualsiasi altro metodo anche statistico ed epidemiologico per stabilire, in assenza di problematiche esterne intercorrenti, addirittura l’epoca di fine vita di una persona».
Come è stato dimostrato su campioni di soggetti ai quali rimaneva ancora poco da vivere. Gli studiosi hanno d’altra parte osservato come l’orologio epigenetico non presenti differenze con l’età cronologica nei soggetti molto giovani e sani ma che con l’avanzare degli anni differiscono. «Confrontando l’età di metilazione del DNA (età stimata) – dice l’esperto – con l’età cronologica si possono definire misure di accelerazione dell’età che può essere definita come la differenza tra l’età di metilazione del DNAe l’età cronologica».
L’analisi del metiloma
Lo studio epigenetico basato sull’analisi del metiloma non solo può dunque fornire preziose informazioni per conoscere la propria vera età, quella biologica ma rinviare la data di invecchiamento prevista agendo sul metiloma attraverso le indicazioni fornite, con farmaci o integratori specifici per ognuno e intervenendo sullo stile di vita delle persone.
Silvia Bolognini