Il Porto di Liverpool è stato escluso dalla lista dei patrimoni dell’Unesco.
Il titolo era stato dato alla città inglese nel 2004 come riconoscimento del suo impatto storico e architettonico. La scelta effettuata dall’Unesco si era basata sul fatto che la città durante l’impero britannico è stata un grande e importante centro commerciale e con un’architettura di rilievo.
Nonostante l’importante ruolo svolto nel periodo di dominazione britannica, a giugno scorso, in un report pubblicato da parte della commissione del Patrimonio Mondiale, era stato segnalato che, a causa degli innumerevoli sviluppi effettuati sul porto, questi avrebbero fatto perdere quella caratteristica autenticità che aveva permesso alla città di inserire il porto tra i patrimoni mondiali dell’Unesco.
Ciò su cui punta il dito l’agenzia delle Nazioni Unite è da un lato il Liverpool Waters, un progetto da 5,5 miliardi di sterline, e, dall’altro, il nuovo stadio, che è in costruzione a Bramley Moore Dock.
Dura la reazione degli inglesi che, dalla politica, al calcio al mondo accademico, hanno scritto una lettera al quotidiano Times proprio lo scorso giugno, chiedendo all’Unesco di non privare la città del titolo.
Ma a nulla sono valse le parole degli Inglesi: l’agenzia, durante la seduta del Comitato a presidenza Cina, ha fatto passare il l’estromissione del porto di Liverpool dall’elenco globale dei siti patrimonio Unesco. I voti a favore sono stati 13, quelli contrari 5, uno in più rispetto alla maggioranza di due terzi richiesta.
Non si è fatta attendere la reazione contrariata del Governo britannico, che, tramite un portavoce, ha fatto sapere che la Gran Bretagna è “estremamente delusa” dalla decisione dell’Unesco. “Crediamo – ha aggiunto il portavoce – che Liverpool meriti ancora il suo status di patrimonio mondiale dato il ruolo significativo che i moli storici e la città in generale hanno svolto nel corso della storia”.
Ma Il porto di Liverpool non è il solo sito ad esser stato eliminato dalla lista da quando è stata avviata nel 1978. Prima di esso altri due hanno perso lo status di Patrimonio dell’Umanità: il Santuario dell’Orice d’Arabia e la Valle dell’Elba a Dresda, in Germania.