Più “verde”, meno burocraticamente rigida nei confronti dei miglioramenti degli edifici (di modo da favorire anche la nuova residenzialità). E più sicura, in particolare nei confronti delle acque alte. È la Venezia “ridisegnata” dal nuovo regolamento edilizio. Che è stato approvato dal Consiglio comunale e, una volta integrato con gli emendamenti che hanno superato l’esame dell’aula, dovrebbe entrare in vigore prima della fine di gennaio.
Piani terra difesi dalle maree
A proposito di modifiche al testo, è stato proprio un emendamento di Giunta a introdurre una delle novità più signficative. L’articolo 37 comma 12, aggiunto al testo originario, è la risposta che l’Amministrazione ha inteso dare dopo il novembre drammatico sul fronte delle acque alte. Con questa norma si introducono alcuni obblighi in caso di nuove costruzioni, ampliamenti, ristrutturazioni o cambi d’uso dei piani terra in centro storico.
In particolare, i negozi dovranno essere protetti da paratie non solo davanti agli ingressi, ma anche in corrispondenza delle vetrine. Gli edifici dovranno essere dotati di pompa ad immersione e gruppo di continuità che ne assicuri il funzionamento per almeno 6 ore in caso di black out. E, per evitare eventi mortali come quello verificatosi a Pellestrina lo scorso 12 novembre, gli impianti elettrici dovranno essere rialzati ad almeno 110 cm dal pavimento.
I temi “green”
Il testo, frutto di 4 anni di lavoro (e tre mesi di discussione nelle varie Commissioni), contiene numerose disposizioni mirate alla tutela dell’ambiente, promuovendo efficienza energetica e comfort abitativo. Si intende sostenere il contenimento dei consumi energetici, l’utilizzo di fonti rinnovabili, energie alternative e materiali ecocompatibili, la riduzione delle emissioni inquinanti. E i mezzi per ottenere questo risultato sono molteplici. Le nuove edificazioni o ristrutturazioni integrali che facciano ricadere l’immobile in “classe A” godranno di riduzioni di costi (50% per l’uso residenziale e 25% per le altre destinazioni).
Per contenere la dispersione termica, anche in centro storico, si introduce la possibilità di predisporre cappotti termici o impianti fotovoltaici. Almeno, dopo l’accordo sui singoli interventi con la Soprintendenza, per gli edifici privi di particolare valore storico documentale realizzati dopo il 31 dicembre 1945. Per ridurre la temperatura negli edifici durante i mesi più caldi, verranno favorite le realizzazioni di pareti verticali conformi agli standard più moderni, le trasformazioni di tetti orizzontali in “tetti verdi” e l’utilizzo di piante rampicanti o ricadenti sulle pareti esterne degli immobili in terraferma.
Fognature in centro storico
Il tema degli scarichi “neri” in centro storico è da decenni in attesa di una soluzione. Un problema serio che l’assessore comunale all’Urbanistica, Massimiliano De Martin, ha definito “la nuova sfida, a cui bisogna lavorare da subito, in modo unito e compatto”. Per la Venezia insulare va dunque progettato un sistema di fognature da realizzare al più presto. E, nel frattempo, la raccolta fognaria va arginata, perché tutto quello che viene scaricato dagli edifici poi confluisce in Laguna.
Il nuovo regolamento prevede dunque l’obbligo di fosse settiche, in particolare per gli edifici in locazione. In caso di ristrutturazioni consistenti di un edificio, così, tali fosse vanno obbligatoriamente predisposte. “Siamo consapevoli – riprende De Martin – che realizzare una vasca all’interno di un palazzo sia complesso. Ci sono però dei principi cardine in materia di scarichi da rispettare”.
Meno burocrazia, più elasticità
Una norma fondamentale, nel nuovo regolamento edilizio, è contenuta nell’articolo 37. E riguarda i lavori di manutenzione straordinaria su immobili legittimati che non rispettino gli standard previsti dalle disposizioni in vigore. A differenza di quanto avvenuto finora, la disposizione stabilisce che gli uffici comunali possano autorizzare l’intervento, purché la ristrutturazione non comporti maggiori difformità rispetto all’esistente. Una concezione del tutto innovativa, che opera nel senso di facilitare al massimo gli interventi di riqualificazione del patrimonio immobiliare.
Ma non è l’unica sburocratizzazione introdotta dal nuovo testo. Dal punto di vista procedurale, migrano ad esempio in modalità telematica tutte le procedure edilizie. I professionisti, inoltre, potranno richiedere al Comune un parere preventivo ai progetti, velocizzando l’iter dei permessi a costruire. Meno formalità anche per il recupero dei sottotetti con gli abbaini degli immobili non vincolati a Burano. E, in terraferma, è stata disposta la deroga all’arretramento dei nuovi passi carrai a 5 metri dal ciglio della strada. Questo consentirà, laddove l’asse stradale è particolarmente ridotto (come Carpenedo, Bissuola, Favaro o via Piave), di togliere numerose auto dalla strada.
Si torna dunque al concetto “green” alla base del regolamento. Così come nei pochi casi in cui, al contrario, si sono introdotti nuovi vincoli. La previsione dell’obbligo, per i gestori di telefonia, di presentare il programma di installazione di nuove antenne ogni sei mesi si sposa infatti con il favorire il cosiddetto “co-siting” (più operatori in un unico sito), a tutela della salute dei residenti.