Il 29 settembre è il “World Heart Day”, per sensibilizzare alla prevenzione delle malattie cardio-cerebro vascolari. L’indagine di Sanofi su Italiani e colesterolo
Si stima che ogni anno, nel mondo, oltre 18,6 milioni di persone muoiano a causa di malattie cardiovascolari. E si prevede che, entro il 2030, saranno 24 milioni: in media più di 66 mila al giorno.
In Italia, il 44% dei decessi totali, come sottolinea l’Istituto Superiore della Sanità, è legato a queste malattie, a partire dalla cardiopatia ischemica, che causa il 28% delle morti, e dagli accidenti cerebrovascolari, che si collocano al terzo posto con il 13%, alle spalle dei tumori.
Minori, ma comunque preoccupanti, i dati della Fondazione Italiana per il cuore, secondo cui le patologie cardiovascolari sono la prima causa di morte sia per gli uomini (31,7%) che per le donne (37,7%).
Ma, di attacchi cardiaci, non soltanto si muore. Chi riesce a sopravvivere, diventa un malato cronico, con un peggioramento della qualità di vita e notevoli costi economici per la collettività.
Secondo i dati Istat riportati dall’Iss, i cittadini affetti da invalidità cardiovascolare sono il 4,4 per mille. E già nel 2000 il 23,5% della spesa farmaceutica italiana (pari all’1,34% del pil) era destinata a farmaci per il sistema cardiovascolare.
La Giornata Mondiale del Cuore 2022
Bastano questi dati per capire il senso di istituire il “World Heart Day”, la Giornata mondiale per il cuore, che, come ogni anno, anche nel 2022 viene riproposta nella data del 29 settembre.
Si tratta di una campagna mondiale di informazione e sensibilizzazione sulla prevenzione delle malattie cardio-cerebro vascolari, promossa in tutto il mondo dalla World Heart Federation attraverso una comunità di oltre 200 organizzazioni nazionali che, insieme, sostengono l’impegno della società medica e delle fondazioni per il cuore in oltre 100 Paesi.
Tra gli obiettivi, il primo riguarda la connessione tra attività e salute. Si mira cioè a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di prendersi cura del proprio cuore attraverso la prevenzione primaria. Ovvero adottando corretti stili di vita, svolgendo attività fisica costante, smettendo di fumare e diminuendo l’assunzione di sostanze alcoliche.
Non meno importante è la prevenzione delle malattie cardiovascolari, riguardo a cui viene promossa la cultura delle visite cardiologiche per controllare colesterolo, peso e indice della massa corporea (BMI), partendo dai ragazzi delle scuole ma guardando all’intera cittadinanza. Sul fronte della sensibilizzazione, infine, si punta sulla diffusione della cultura della defibrillazione cardiaca precoce con defibrillatori semiautomatici esterni.
I 3 pilastri del World Heart Day 2022
Sono dunque molto più che semplici slogan quelli che sono stati coniati per l’edizione 2022 della Giornata.
“Usa il cuore per l’umanità” intende ricordare che l’accesso al trattamento e al supporto delle malattie cardiovascolari varia moltissimo da Paese a Paese. E più del 75% dei decessi dovuti a queste malattie avvengono in paesi a basso-medio reddito. Senza dimenticare che l’accesso alle cure può però essere un problema ovunque.
“Usa il cuore per l’ambiente” si riferisce invece all’inquinamento, ritenuto responsabile del 25% di tutti i decessi da malattie cardiovascolari, “portandosi via ogni anno la vita di 7 milioni di persone”. “Ognuno di noi – sottolineano gli organizzatori – può contribuire con un comportamento adeguato ad un pianeta più sano”.
E poi “Usa il cuore per te”. Perché, viene ricordato sul sito ufficiale della Giornata mondiale del cuore, “lo stress psicologico può raddoppiare il rischio di un attacco di cuore”. E “l’esercizio fisico, la meditazione e una miglior qualità del sonno possono aiutare a diminuire i livelli di stress”.
Gli Italiani e il colesterolo
In occasione della Giornata 2022, il gruppo farmaceutico Sanofi ha pubblicato i risultati di un’indagine svolta da Swg su un campione di oltre 1.200 intervistati tra i 45 e i 74 anni per capire qual è, dopo 3 anni di pandemia, la percezione degli Italiani riguardo alle patologie cardiovascolari e, in particolare, al colesterolo.
È emerso che oltre il 40% degli intervistati sottovaluta i rischi legati ad alti livelli di colesterolo, mentre circa 1 su 3 ritiene che il rischio di mortalità legato all’ipercolesterolemia debba preoccupare solo chi ha problemi cardiaci pregressi.
Inoltre, solo il 43% del campione sa che è a essere dannoso per la nostra salute è esclusivamente un tipo di colesterolo, chiamato Ldl, che evidenze scientifiche dimostrano essere causa di queste patologie. Va comunque superato un preconcetto: l’ipercolestemia, e la collegata aterosclerosi, è una patologia a tutti gli effetti, da trattare con l’aiuto di uno specialista e non solo attraverso la dieta.
Però, pur essendo conscio il 92% del campione che i problemi cardiocircolatori possono essere evitati attraverso la prevenzione, solo il 17% ritiene opportuno eseguire periodicamente visite di controllo e appena il 31% si è sottoposto ad una valutazione del rischio cardiovascolare negli ultimi 12 mesi.
Alberto Minazzi