Progettato per durare cent’anni, è in grado di rispondere con efficacia a un innalzamento del livello dei mari fino a 60 centimetri. Siamo andati in profondità: ecco la Galleria del Mose a 19 metri sotto il mare
Forse non tutti lo sanno ma il Mose non è solo una serie di chilometri di paratoie a scomparsa che si alzano impedendo all’Adriatico di entrare in laguna in caso di maree eccezionali.
Il MOSE è molto di più.
E’ di fatto un sistema integrato di opere studiate per una difesa sinergica di Venezia.
Prima dei cassoni e della paratoie mobili conficcate nei fondali delle bocche di Porto di Lido, Malamocco e Chioggia, nella città storica sono stati rialzati e rinforzati 100 km di rive, ricalibrati 200 km di canali, sono state difese le sponde di 12 isole e realizzati 1600 ettari di nuove barene e velme. Infine, sono stati creati 56 km di nuove spiagge.
Le paratoie e le barriere mobili costituiscono la struttura invisibile ma più suggestiva dell’intero sistema.
Per la maggior parte dell’anno, infatti, se ne stanno sott’acqua pronte ad alzarsi all’occorrenza per difendere Venezia da maree alte fino a 3 metri e da un innalzamento del livello del mare fino a 60 cm nei prossimi 100 anni.
Le barriere mobili
Le barriere sono 4 e si trovano alle bocche di porto di Lido, Chioggia e Malamocco.
Complessivamente le paratoie sono invece 78 e sono indipendenti l’una dall’altra per consentire una maggior velocità nelle operazioni di innalzamento e di immersione.
Alla bocca di porto di Lido le barriere sono due con complessivamente 41 paratoie divise tra il canale a nord di Treporti (21) e il canale a sud di San Nicolò (20).
A collegare le due barriere è un’isola artificiale sulla quale ci sono gli impianti per far funzionare il sistema.
La cittadella del Mose
E’ un po’ la cittadella del Mose, la sua centrale di comando tra l’isola del Lido e Punta Sabbioni.
Qui, nelle basse costruzioni in cemento armato, ci sono gruppi elettrogeni, trasformatori di corrente, compressori e pompe di raffreddamento.
Tutto doppio, perché in caso di emergenza tutto dovrà essere funzionante
Attualmente l’isola è accessibile solo agli addetti ai lavori ma in futuro parte di essa diventerà pubblica per consentire a chiunque di capire come funziona questa grandiosa opera di ingegneria, unica al mondo.
Le barriere mobili di Chioggia e il Baby Mose
La barriera alla bocca di porto di Malamocco, dov’è stata costruita una conca di navigazione per consentire comunque alle navi di transitare, contiene 19 paratoie mentre quella di Chioggia, dove è stato costruito un porto rifugio per imbarcazioni e pescherecci, ne contiene 18.
E’ quella che viene definita comunemente “Baby MOSE” e che, posta sul canal Vena, salvaguarda il centro storico, dove l’innalzamento delle rive non è stato possibile ovunque.
Le paratoie hanno lunghezze e spessori diversi a seconda del luogo in cui si trovano e la loro chiusura e riapertura richiede dalle 4 alle 5 ore.
Nel cuore del Mose, a 19 metri sotto il mare
Il cuore del sistema Mose è la sua galleria principale, che si trova a 19,05 metri sotto il mare.
Caschetto in testa, l’abbiamo raggiunta scendendo i duecento gradini di strette rampe di scale in calcestruzzo.
A scandire le tappe verso la profondità sono le quote indicate di volta in volta da dei semplici cartelli bianchi affissi al muro: 3,34; 7,18; 11,02; 15,04; 19,05.
Finalmente, ad attenderci, un tunnel lungo 400 metri che rende quanto mai concreta la vita del Mose in questo grande cantiere tra terra e acqua in cui le attività delle squadre fervono, anche in profondità.
Proprio sotto il mare, ci sono tutti gli impianti di movimentazione delle paratoie, ma soprattutto ci sono gli elementi connettori dell’opera, le cerniere che collegano le paratoie alle strutture di calcestruzzo.
Percorrere il lungo corridoio sotterraneo sovrastato dai larghi tubi in acciaio degli impianti di aereazione, di condizionamento, antincendio e sbirciare tra le celle laterali scorgendo reticoli di valvole e manometri, sorta di enormi pistoni in acciaio inox che scopriamo invece essere i “famosi” tensionatori, quelli che collegano la paratoia alla base che connette maschio e femmina delle cerniere, è una continua scoperta.
Ma quanto durerà tutto questo, nella profondità del mare?
“La vita utile di calcolo è di 100 anni –spiega il direttore del cantiere Alessandro Soru ricordando le modalità di funzionamento del Mose – La progettazione di quest’opera è italiana al 100% e non c’è dubbio che sarà così. Il Mose – conclude – rappresenta un’unicità al mondo”.
Come funziona il Mose
Quando tutto è tranquillo le barriere si trovano sui fondali all’interno di cassoni che ospitano anche gli impianti per farle funzionare e che sono collegati tra loro da dei tunnel sottomarini utilizzati dai tecnici per le loro ispezioni.
Le paratoie sono piene d’acqua, che viene vuotata con l’introduzione di aria compressa nel momento in cui diventano indispensabili per evitare alte maree eccezionali.
Una volta svuotate, le paratoie iniziano a salire per impedire al mare di entrare in laguna.
Restano alzate finché la marea cala nuovamente e si inabissano quando mare e laguna raggiungono lo stesso livello.
Consuelo Terrin