L’onorificenaza regionale è stata conferita a Massimiliano Zane. Con lui, la mamma e la figlia, arrivano a 5 le generazioni di famiglia che si sono tramandate l’arte del merletto
Il leggiadro e prezioso merletto tradizionale buranello, candidato all’iscrizione nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Umanità Unesco, nasce anche dalle sue mani.
Mani di uomo che non muovono con perizia e abilità ago e filo, bensì una matita.
Massimiliano Zane, buranello doc, è il primo uomo ad aver ricevuto l’onorificenza regionale di Maestro Artigiano per il suo contributo alla realizzazione del merletto di Burano.
Un’arte che si tramanda da generazioni
Sono oltre 200, a oggi, gli artigiani in Veneto a poter esporre il logo regionale di Maestro Artigiano. Tra loro ci sono acconciatori, pasticceri, gelatai e panificatori, orefici, falegnami, maestri del vetro artistico, del marmo o del tessile. Ora c’è anche un “merlettaio”.
L’ onorificenza è nata con l’obiettivo di valorizzare il ruolo dell’artigiano come soggetto portatore di un patrimonio di conoscenze ed esperienze da salvaguardare e trasmettere alle future generazioni. E ben cinque sono le generazioni di merlettaie nate nella famiglia di Massimiliano Zane, il Maestro Artigiano che “getta le basi” per la realizzazione dei tipici merletti di Burano.
Tra matita, tombolo, ago e filo
“Preparo a matita i disegni che sono posti sul supporto per l’orditura costituito da due strati di stoffa, tre fogli di carta paglierina, il foglio col disegno e un foglio di carta oleata, il tutto sovrapposto – spiega Zane – I disegni sono molteplici: astratti, floreali, a volte raffigurano anche volti, possono ispirarsi a modelli tradizionali ma anche nascere dalla fantasia e dai desideri del committente o dalla mia personale creatività”.
I merletti buranelli di Massimiliano nascono da un lavoro in team. “Gestisco con mia madre, Sandra Mavaracchio un laboratorio-negozio specializzato in quest’arte che va promossa e salvaguardata –. Io realizzo i disegni, mentre mia madre e, in misura minore anche mia figlia, Ludovica, di 17 anni, lavorano poi, rigorosamente ad ago, i merletti”.
Ne escono vere e proprie opere d’arte che si distinguono per l’estrema complessità del disegno, della tecnica esecutiva e per l’utilizzo di fili (di cotone, lino, seta, dorati o argentati) molto sottili. Una lavorazione estremamente lunga, per la quale è d’obbligo uno studio e un’applicazione spesso pluridecennale.
Da nonna a nipote
Anche Sandra Mavaracchio, 74 anni, è stata insignita proprio in questi giorni del titolo di Maestra Artigiana.
Passata agli onori della cronaca per essere l’insegnante, nonché la nonna della più giovane merlettaia veneziana, ovvero la pluripremiata Ludovica Zane, Sandra in realtà ha alle spalle una lunga e interessante storia personale.
“Ho iniziato a lavorare merletti fin da bambina -racconta-. D’altronde mia madre Adelina e mia nonna Elisa erano merlettaie. A sette anni, finite le scuole elementari, ho imparato i primi rudimenti, diventando merlettaia già da ragazza. Tra gli anni’50-’60, quando il merletto era molto di moda anche come rifinitura per eleganti capi di abbigliamento – ricorda Sandra –avevo numerosi committenti, poi negli anni ‘70 ho iniziato a lavorare per Jesorum, una collaborazione continuata nel tempo, fino alla chiusura della famosa azienda”.
A Ludovica il Premio della città di Venezia
Sandra Mavaraccio fa parte dell’Associazione delle Merlettaie nata da un’idea della Fondazione Andriana Marcello (FAM) con l’obiettivo di tutelare il sapere dell’arte del merletto ad ago e preservare le preziose mani delle artigiane che lo realizzano, affinché vengano tramandate alle generazioni future le tecniche di lavorazione.
“Sono una delle merlettaie che offrono pubblica dimostrazione dell’arte del merletto nella sede del Museo di Palazzo Mocenigo, a Burano”, puntualizza Sandra.
Quest’anno la nipote Ludovica, figlia di Massimiliano, ha ricevuto, nella Sala del Maggior Consiglio, a Palazzo Ducale, anche il “Premio San Marco”, l’appuntamento annuale voluto dall’Amministrazione comunale per onorare quei cittadini (o quegli enti) che hanno saputo portare prestigio alla Città di Venezia e a tutto il territorio metropolitano con opere concrete nelle scienze e nelle arti, nell’industria o nell’artigianato, nel lavoro e nello sport, con iniziative di carattere sociale, assistenziale e filantropico.
Ludovica frequenta il liceo linguistico ma non immagina un futuro lontano dal merletto. Sogna di portare avanti quest’arte appresa, già a partire dall’età di 5 anni, dalla nonna e dalla bisnonna, Adelina Molin.
“Sono ormai sei anni che studio seriamente sotto lo sguardo vigile della nonna – puntualizza Ludovica – A me interessa il merletto al punto, conosco tutti i punti base, ora sto imparando a ordire e, nel disegno, collaboro con mio padre Massimiliano. Il mio sogno nel cassetto è contribuire concretamente a mantenere viva questa tradizione anche tra i miei coetanei. Ogni volta che i miei amici vengono a Burano per trascorrere del tempo insieme a me, nella mia bellissima isola, li invito dalla nonna a lavorare un po”.
Claudia Meschini