Storia di un ignobile furto, il nuovo giallo di Lisa Pessotto. Tra Londra e Verona
Cosa accadrebbe se Anne, discendente dell’illustre romanziere britannico Charles Dickens, legittima custode di uno dei suoi più celebri manoscritti, ne venisse brutalmente depredata?
E se suo marito, Jackson Pond Jr. – Capitano della Royal Navy – venisse barbaramente ucciso da uno dei gruppi criminali ricettatori di opere d’arte più efferati d’Inghilterra?
Riuscirà l’impavida figlia Ariette, con l’aiuto di Egle – un’agente Interpol – a vendicare la morte del padre e a riportare a casa il prezioso oggetto di famiglia perduto?
Il thriller “Il manoscritto di Dickens, Storia di un ignobile furto” (in vendita esclusivamente su Amazon) è il nuovo libro di Lisa Pessotto (architetta e creativa nata a Vittorio Veneto TV), un racconto misterioso permeato di emozioni forti e contrastanti in cui si intrecciano vicende familiari e singolari personaggi bramosi di amore e potere.
Il racconto prende il via, all’inizio degli anni ottanta, e coinvolge due città straordinarie: Londra e Verona. Perché proprio Verona? Cosa potrebbe mai c’entrare con il manoscritto di Dickens? E’ tutto da scoprire.
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Ci può svelare qualcosa riguardo le due città coinvolte Londra e Verona? E perché ha scelto proprio l’autore inglese Dickens?
Sono una grandissima appassionata e divoratrice di thriller e storici e Charles Dickens è sempre stato uno degli scrittori del periodo Vittoriano che più mi affascinano: ho una vecchissima edizione in lingua originale di A Christmas Carol acquistata in Inghilterra che custodisco come una reliquia! Tra l’altro è proprio l’autore inglese, alla fine, il vero protagonista del romanzo. Le ambientazioni del libro sono legate a due città che amo particolarmente: Londra, nella quale ho vissuto parecchi anni fa – che è chiaramente legata a Dickens – e Verona, città di adozione nella quale vivo attualmente con il mio compagno.
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Com’è nata l’idea di scrivere proprio un thriller?
Il genere thriller, che si parli di film o di libri, è sempre stato un’altra mia grande passione. L’idea di scrivere un libro mi è venuta una sera di fine estate dell’anno scorso. Mi ricordo che pensai: “Ci sono dozzine di storie nelle quali si parla di furti di quadri su commissione, perché non cambiare soggetto?” Ed ecco che il mio pensiero è andato immediatamente a A Christmas Carol di Dickens.
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Lei è un architetto alle prese anche con una sua prima mostra. Ed è una scrittrice…
Mi definisco semplicemente eclettica, una creativa a 360°. Laurea in Architettura allo IUAV di Venezia, amore profondo per il design, la moda e l’arte che mi hanno portata ad ottenere negli anni collaborazioni varie anche con brand rinomati e prestigiosi. Da due anni a questa parte ho ripreso inoltre una delle mie più grandi passioni, la pittura, e sono in procinto di concludere la mia prima serie completa di dipinti che verrà appunto esposta in una prossima mostra in programmazione.
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Il suo primo libro è una guida motivazionale. Come è nata l’idea? Qual era l’obiettivo del libro per lei (a proposito di motivazione)?
“Pensa a vivere meglio!” (che è appunto il titolo) è nato quasi da solo. Nel senso che ho iniziato a scriverlo per me stessa, spontaneamente, durante un periodo di cambiamento/rinnovamento nella mia vita. Aggiungo anche che la mia propensione alla psicologia (e un corso intensivo seguito durante l’università) mi hanno agevolata nella stesura. Destino ha voluto poi che il manoscritto si incrociasse con Diarkos, casa editrice di Rimini, distribuita da Mondadori, et voilà… nel giro di qualche mese il mio libro è finito in tutte le librerie. La vita a volte è davvero pazzesca perciò bisogna spesso lasciar fare a lei, come dico anche nel libro.
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Qual è per lei il valore dell’arte? La bellezza ci può salvare?
L’arte non ha valore. O meglio, è inestimabile. Per ognuno di noi ha un peso e un impatto differenti; nel mio caso è vitale, ineluttabilmente imprescindibile. La bellezza ci salverà nella misura in cui noi crediamo in lei e la accogliamo nella nostra esistenza. Dovremmo circondarci tutti di bellezza, ma non solamente “estetica”. La bellezza può assumere varie forme come ad esempio la gentilezza d’animo e la sensibilità verso il prossimo.
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Oggi siamo immersi in vortici comunicativi, qual è per lei il valore della parola?
La parola è sacra e mi rendo conto che purtroppo stia venendo sempre meno in questo mondo invaso dai social e della superficialità generale. Sta perdendo forza ed è perciò compito in primis di noi “divulgatori” fare in modo che rimanga in vita. La comunicazione verbale è vita.
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Perché raccontare storie? Per sé stessi o per gli altri?
Per sé stessi, in primis. Almeno per quanto mi riguarda, io quando scrivo penso a una storia che vorrei leggermi e rileggermi io stessa ogni sera. Non credo sia possibile scrivere storie per “gli altri”, per il semplice motivo che il risultato non sarebbe credibile. Ma questo ovviamente è il mio punto di vista.
Nicoletta Benatelli