Il carattere usato per annullare maschile e femminile è comparso in alcuni verbali del Miur e si è aperto il dibattito. La petizione “Pro lingua nostra”
Se sentite pronunciare il termine schwa vi dice qualcosa?
Probabilmente pochi sanno che questo è il nome della “ə“ rovesciata.
Un carattere poco noto e ancor meno usato ma in questi giorni al centro dell’attenzione perché utilizzata per rendere neutra, quindi non maschile né femminile. la parola “professore” in alcuni verbali del Ministero dell’Istruzione.
Sulla questione dell’utilizzo di questo carattere si è scatenata una vera e propria bufera tanto che, su Change.org, è addirittura comparsa una petizione.
Lo scontro linguistico e la petizione
Il carattere schwa è stato recentemente utilizzato nei verbali che riguardano l’abilitazione a professore universitario di Organizzazione aziendale nel settore delle discipline economico-giuridiche.
Ma la “ə“ sta sempre più prendendo piede anche nel linguaggio del web. E se c’è chi ritiene possa essere segnale di un linguaggio più inclusivo, nel dibattito sul suo utilizzo stanno intervenendo linguisti, scrittori, politici.
Tra loro, Massimo Arcangeli, linguista e scrittore, docente ordinario di Linguistica italiana all’Università di Cagliari. E’ lui che ha lanciato su Change.org la petizione intitolata “Pro lingua nostra” diretta al Ministero dell’Istruzione.
Nell’accorato appello Arcangeli sottolinea che «siamo di fronte a una pericolosa deriva, spacciata per anelito di inclusività da incompetenti in materia linguistica che vorrebbero riformare l’italiano a suon di schwa. I promotori dell’ennesima follia, bandita sotto le insegne del politicamente corretto, pur consapevoli che l’uso della “e rovesciata” non si potrebbe mai applicare alla lingua italiana in modo sistematico con il rischio di arrecare seri danni anche a carico di chi soffre di dislessia e di altre patologie neuroatipiche».
Tra i favorevoli alle ragioni della petizione, che ha finora raccolto oltre 23 mila firme, vi sono anche il linguista e filologo italiano Luca Serianni, la scrittrice e poetessa Edith Bruck, il filosofo Massimo Cacciari, lo storico, accademico e scrittore Alessandro Barbero e personaggi televisivi o registi quali Barbara De Rossi e Cristina Comencini.
Cos’è e quando è nato lo schwa
Il carattere schwa ha origine nel medioevo e nella lingua ebraica.
Riguardo il suo significato, le versioni sono differenti. Secondo alcuni l’etimologia risale alla parola ebraica “shav”, che significa niente; altri invece ritengono sia legata al concetto di uguale. Fino a poco tempo fa non era molto utilizzato nelle lingue europee.
L’attuale diffusione si deve alla necessità di rendere più rispettosi dei valori dell’inclusività e della parità di genere alcuni termini che usiamo per comunicare.
Questo abolendo la predominanza del genere maschile con riferimento ai plurali di sostantivi e aggettivi riferiti a gruppi di soggetti misti.
Come nel caso della parola “professore” comparsa nei verbali del Ministero dell’Istruzione.
Secondo i sostenitori lo schwa avrebbe anche il vantaggio di essere pronunciabile: il suono è quello di una vocale intermedia ed è molto familiare nella lingua inglese.
Se la ə capovolta prendesse piede si parlerebbe come nel territorio compreso tra Abruzzo, Lazio meridionale e il calabrese dell’area di Cosenza.
Il suono /nonsuono della e rovesciata snatura la lingua italiana. Le decisioni di operare cervelloticamente a tavolino con cambiamenti così radicali sul mezzo di comunicazione linguistico sono manipolatorie e distruttive della naturalità della comunicazione stessa. Chi lo vuole ,lo fa solo per salire sul palcoscenico ( delle vacuità).Il ‘ Signore e signori, Professori e Professoresse, Poeti e Poetesse etc comprendono e abbracciano tutti gli esseri umani senza distinzioni . Altrimenti esigo varianti inclusive rispettose per ‘tappe’ ( persone di bassa statura) come me !!!!!!!
Quando scriviamo Gentile Signore/a in fondo non è la stessa cosa? Anzi, qui sintetizza là amplifica.
Non la usero’ mai!!!!
Qualcuno mi potrebbe spiegare chi si dovrebbe offendere se un uomo lo chiamo professore e una donna professoressa? E poi perché mai dobbiamo distruggere la nostra bella lingua italiana che suona benissimo nel suo genere maschile e femminile