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Il linguaggio della generazione Alpha

Il linguaggio della generazione Alpha

Tra “ghostare” e “flexare”, “fare dissing” e “shippare”: piccolo viaggio nel nuovo slang dei giovanissimi. Per non risultare “cringe”

Lo slang ha una natura ciclica. E ciclicamente mette in difficoltà genitori e adulti che, nel cercare di varcare la soglia dell’adolescenza dei propri figli… non trovano più le parole.
Per entrare in reale comunicazione con loro, ma anche per capire il senso di eventuali risposte che arrivano in un momento di loro rara disponibilità al dialogo e alla condivisione.
Accade così che con i nati dopo il 2010, quelli che rientrano nella cosiddetta “generazione Alpha”, ci si senta chiedere “Ma tu per chi shippi?” Sei mai stato ghostato da qualcuno?”
Oppure che qualche madre si senta definire “karen” e qualche comportamento dei genitori “cringe”.
Ed è il buio assoluto…

generazione alpha

Il linguaggio riflette le tendenze di un diverso contesto sociale

Ecco quindi il ricorso alla rete, al risolvitutto Google, dove nel corso dell’ultimo anno, per esempio, quasi un milione di persone sono andate a cercare cosa volesse dire “Cringe”, 493.920 il significato di “NPC”, e pochi meno di “Glowe up”, “Bae” e “Ratio”.
A tirare le fila delle ricerche è stata la piattaforma di corsi di inglese Preply, che rivela quali sono le parole più usate dalla generazione Alpha in Italia.
I nuovi termini, d’altra parte, derivano un po’ tutti dall’inglese, sono veicolati con la velocità della luce dai social, dai videogames e dalla musica rap e sono il chiaro simbolo del cambiamento sociale e dell’identità di una nuova generazione. Ma anche di una mantenuta vitalità del linguaggio, che continua, come del resto ha sempre fatto, a riflettere le tendenze di un mutato contesto sociale e culturale.

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Il nuovo slang

Sono diverse le parole e le frasi tipiche della generazione Alpha che gli adulti faticano a comprendere.
Quando vostro figlio o vostra figlia, magari alle prese con una delusione amorosa di cui non sapete, vi chiede se siete mai stati “ghostati”, per esempio, vuole sapere se qualcuno ha mai interrotto una relazione con voi dal detto al fatto, sparendo senza dare spiegazioni.
Capirlo, può essere importante, perché con la sua domanda magari vi sta facendo indirettamente una confidenza e vi risulterà finalmente chiaro perché, da qualche tempo, lo vedete imbronciato, poco incline al dialogo e triste.
Ugualmente, se vi dicesse che ha shippato per qualcuno, potrebbe risultarvi difficile non preoccuparvi e arrabbiarvi se non riuscite a comprendere che in tempi di TikTok, Instagram e serie televisive in cui le relazioni tra le persone mutano continuamente, “shippare per”significa tifare per l’una o l’altra coppia.

Ogni generazione ha il suo linguaggio

Non siete sconnessi dai vostri figli: semplicemente ogni generazione ha il suo linguaggio, che si può imparare.
Vi ricordate, se siete nati tra gli anni ’60 e ’70, quando definivate qualcuno “cool” (figo), “square” (conservatore, fuori moda), “groovy” (alla moda) o “far out” (fantastico, incredibile)?
Quando, se siete degli anni ’80, usavate a vostra volta con i vostri genitori termini derivanti dalla nuova cultura pop e dai primi video musicali come “totally” (assolutamente) e “gnarly” (spaventoso)?
Infine, se siete degli anni ’90, come, con l’avvento della cultura hip hop e di internet nel vostro linguaggio quotidiano subentrarono parole come “dope” (forte, eccellente), “phat” (bello, stiloso) o “bling” (ostentazione di gioielli e ricchezza)?
Succede uguale.

Breve glossario di comunicazione

Così, oltre ai verbiShippare”e “Ghostare”, i ragazzi della generazione Alpha usano anche “Flexare” per indicare l’ostentazione di ricchezza o di successo.
O Suggeriscono di cogliere l’attimo, ma anche le conseguenze di ciò che si fa, con il solo termine “Yolo” (dall’inglese You Onsly Live Once) che significa “tu vivi solo una volta“, definiscono socialmente imbarazzante certi comportamenti definendoli “cringe” e mutuano dai videogiochi il termine che indica un personaggio come privo di personalità, uno che non se la gioca, cioè un “NPC”.
Se termini come “selfie” o “hashtag”, nati nei i primi anni 2000 con l’affermarsi di internet e dei primi forum online, le chatroom, sono diventati oramai di uso comune, potrebbe farlo anche l’ espressioni in voga su Tik Tok “Glow Up” che significa“brillare” nel senso di migliorare, sia dal punto di vista fisico e del benessere personale che del fashion o “No Cap”, che significa “non sto mentendo”.

@Preaply

Tra i termini che esprimono apprezzamento ci sono “Bae” (Before Anyone Else) usato per dire che qualcuno è il vostro preferito o “Chad”, riferito di solito a un uomo “stereotipatamente attraente e popolare”.
Il termine “Ratio” viene usato, spiegano gli esperti della piattaforma Preply che ha fatto l’analisi del nuovo linguaggio della generazione Alpha “quando un’opinione impopolare ottiene più risposte che “mi piace” online,Sus” se si vuol intendere che qualcuno o qualcosa è sospetto mentre “Dissing”, che arriva direttamente dalla cultura rap, significa insultare o criticare qualcuno pubblicamente. Mancando deliberatamente e ponderatamente di rispetto.

Consuelo Terrin

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