In Veneto il progetto pilota di Confagricoltura per il controllo tecnologico delle fasi di coltivazione. Il risultato: meno fertilizzanti e più prodotto
Avete mai sentito parlare di agricoltura digitale? In un’epoca in cui tutto si sta sempre più evolvendo con tecnologie avanzate, anche la coltivazione dei campi prende quella direzione. La rivoluzione del settore parte dal Veneto, più precisamente da Chioggia in provincia di Venezia. E lì che ha preso il via il progetto pilota di Confagricoltura Venezia che prevede il completo controllo tecnologico dell’attività dalla semina al raccolto. Si tratta di uno dei primi studi realizzato in Italia su un’intera filiera di produzione di mais. I risultati hanno portato ad un utilizzo del 10% in meno di fertilizzanti e una produttività maggiore del 15%.
L’agricoltura di precisione 4.0
«Quando si parla di agricoltura di precisione – spiega Nazzareno Augusti, responsabile Confagricoltura Venezia, area di Chioggia – si intende l’utilizzo di tecnologie digitali dalla preparazione del campo alla semina e fino alla raccolta e valutazione del prodotto finale. In pratica le azioni di concimazione e semina si fanno in relazione alle potenzialità del terreno. Quindi in base alle zone adibite a coltivazione, che possono avere parti più o meno fertili, il prodotto viene distribuito solo nella quantità necessaria (in termini tecnici “a ratio variabile”).
I dosaggi mirati di fertilizzanti e quantitativi di semi offrono diversi vantaggi dal risparmio economico e la riduzione dell’impatto ambientale all’aumento della resa del prodotto con conseguente crescita del reddito. Questo progetto è nato per dimostrare nella pratica i benefici derivati dall’impiego di metodi di precisione realizzati con tecnologie digitali».
Il campo “digitalizzato”
Come funziona l’agricoltura 4.0? «Ci si avvale di precisi strumenti informatici – prosegue Nazzareno Augusti -, di piattaforme specifiche di analisi dei dati anche con l’utilizzo di foto satellitari. Si parte con l’analisi del terreno per individuare le aree più o meno fertili. Successivamente l’informazione viene caricata in un sistema con geolocalizzazione che permette al trattore in campo, a bordo del quale un operatore addetto segue le varie fasi delle operazioni, di concimare e seminare in dosaggio maggiore o minore in base alle caratteristiche delle parti del campo.
Tutto automatizzato in un lavoro di squadra tra i diversi operatori della filiera. Un sistema che ha dimostrato di funzionare. Per questo si sta pensando di svilupparlo anche per l’irrigazione in modo da evitare sprechi di acqua. Il concetto di base è: la quantità giusta nel posto giusto per ottimizzare i risultati»
Un modello anche per aziende medie e piccole
«Lo studio realizzato a Chioggia sulla filiera completa della produzione di mais – conclude Nazzareno Augusti – ha dimostrato che, contrariamente a quanto si possa immaginare, il sistema funziona anche per le aziende medio piccole. I risultati ottenuti in termini di risparmio e produttività diventano così uno stimolo interessante per accelerare la diffusione dell’agricoltura di precisione.
Il progetto di Confagricoltura Venezia ha tutte le carte in regola per essere esteso come modello produttivo e dare i suoi buoni frutti, lo abbiamo presentato anche al Politecnico di Milano e nelle prossime settimane tramite un webinar specifico lo condivideremo con gli imprenditori agricoli che fanno parte dell’associazione. Sono metodologie all’avanguardia che permettono di ottenere vantaggi per la filiera agricola, controllata tecnologicamente in tutte le sue fasi».
Silvia Bolognini